Portogallo: il Centro e il Norte
L’oceano è una luce che cattura occhi come falene. Un faro
abbacinante, che con il suo fascino e il suo mistero ruba gli sguardi di chi
sceglie il Portogallo come meta delle proprie vacanze. Eppure questa larga
lingua di terra compresa tra l’Atlantico e la Spagna, non offre solo coste
meravigliose e bellezze naturali, ma conquista il turista più attento con il
fascino immortale delle città storiche e dei monasteri delle regioni del Centro
(le storiche Beira e Estremadura) e del Norte, area di insediamento delle prime
popolazioni lusitane e nucleo originario del regno di Portucale: perle che
raccontano, nella spettacolarità e varietà della pietra, le vicende di un
popolo che proprio nell’oceano ha trovato la sua massima esaltazione.
Testo di Cristiano Pinotti, fotografie di Angelo Fanzini
Testo di Cristiano Pinotti, fotografie di Angelo Fanzini

Il Centro: Obidos, Alcobaca, Batalha
Prima tappa di questo nostro itinerario culturale che si snoda alle spalle dell’Atlantico è la cittadina fortificata di Obidos rappresenta l’ultima tappa Il castello manuelino, del XVI secolo, e le possenti mura di origine moresca, rinforzate dai cristiani durante i tre secoli successivi, attraggono lo sguardo, ma queste strutture militari non sono l’unica ricchezza monumentale di Obidos. Sulla piazza principale del borgo, infatti, si può ammirare la Igreja de Santa Maria con i suoi soffitti dipinti e gli azulejos di epoca settecentesca. Fuori città è infine di un certo interesse l’acquedotto del XVI secolo.
Seconda tappa del nostro personalissimo “litorale” storico è il Mosteiro de Santa Maria di Alcobaca, monumento dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Di origine Benedettina, quest’opera colossale che ricalca la struttura dell’abbazia francese di Clairvaux, risale ai secoli XII-XIII. Seriamente danneggiata dal terremoto del 1755, subì, all’inizio dell’Ottocento, scriteriati saccheggi ad opera delle truppe napoleoniche che, evidentemente non sazie del sangue versato per tutta Europa, ebbero la geniale pensata di infierire anche sulla pietra di un luogo sacro. I successivi restauri hanno però avuto il merito di riportare il monastero alla sua antica, severa bellezza.
La chiesa, di eccezionale dimensione, affascina per la sua poderosa struttura slanciata verso l’alto e suddivisa in tre navate da giganteschi pilastri nervati. Il transetto è impreziosito da due imponenti sepolcri di due sfortunati amanti: la tomba di Pedro I, a destra, e quella di Dona Ines de Castro, a sinistra. Dalla navata sinistra si accede poi al Claustro de Dom Dinis, detto anche Claustro do Silenzio. All’interno del complesso monastico meritano, inoltre, una visita la Sala capitolare, il Dormitorio, la Sala dei monaci, il Refettorio, e la Sala dei Re. Di tutt’altro tenore spirituale, ma ugualmente interessante, è, a poca distanza del monastero, il Museu do Vinho che illustra la produzione vinicola della regione e si fa apprezzare per la possibilità di degustazioni e acquisti.
Un altro monastero, di uguale se non maggiore fascino, ci attende a Batalha, la cui fama è indissolubilmente legata al Monsteiro de Santa Maria da Vitoria. La toponomastica del luogo e la particolare dedica della costruzione stanno ad indicare un’origine che ben poco ha a che fare con l’austerità e la devozione. La nascita di questo capolavoro risale infatti a un evento decisamente cruento: il 14 agosto 1385 il futuro re portoghese Joao I d’Avis sconfisse, nella vicina piana di Aljubarrota, il pretendente spagnolo Juan I di Castiglia e, per ringraziamento, tre anni dopo ordinò la costruzione, che si protrasse fino alla prima metà del Quattrocento, dell’imponente monastero.
Capolavoro gotico manuelino, il monastero è un articolato complesso di edifici che si armonizzano e si completano a vicenda. L’intero monastero è un susseguirsi di opere d’arte, sono comunque da ammirare assolutamente lo splendido Portale di ingresso, la Capela do Fundador, il Chiostro reale, la Casa do Capitulo, il Refettorio, il Chiostro di Alfonso V e la Porta Monumentale.
Coimbra
Una modesta collina sulla destra del Rio Mondego ospita la “Oxford del Portogallo”, Coimbra, antica sede universitaria e prima capitale del Regno del Portogallo. Coimbra è divisa in due parti distinte: la città alta racchiude i principali edifici storici, ed è facilmente visitabile a piedi, la “Baixa” è un affollato e vitale centro di assoluta modernità. L’ingresso al centro storico avviene tramite l’Arco de Almedina, l’antica porta della medina araba, sulla cui sinistra spicca la Torre de Anto, il severo, cinquecentesco Palacio de Sub Ripas e il Colégio da Sapienza, risalente al XVI secolo, con un bel chiostro decorato di azulejos. Monumenti che costituiscono il gustoso antipasto per i piatti forti di Coimbra: l’antica cattedrale di Sé Velha, il Museo Nazionale di Machado de Castro e l’Università.
Sé Velha è uno dei più importanti edifici romanici dell’intero Portogallo. Eretta tra il 1140 e il 1175, presenta una severa facciata e, sul fianco sinistro, uno splendido portale di epoca rinascimentale. L’interno, a tre navate, è un inno all’essenzialità del romanico, mentre il chiostro, cui si accede dalla navata di destra, risale al primo gotico. Il Museo Nazionale di Machado de Castro, ricco di testimonianze di pittura, arte ceramica, arte musiva e religiosa è di fondamentale importanza per la conoscenza della scultura portoghese, in particolar modo di quella rinascimentale. Oltre che per le opere esposte, è degno di nota il palazzo che ospita il museo: l’ex edificio episcopale, sorto su un antecedente criptoportico romano.
Fulcro dell’intera vita cittadina, l’Università si compone di tanti e notevoli tesori d’arte. Il Patio das Escolas, ridotto al rango di parcheggio, è la vasta corte sulla quale si aprono gli edifici dell’ateneo. Tutte le sale meritano una visita e un rimpianto: appare infatti evidente come studiare in un luogo di simile bellezza sia infinitamente più appagante, che compiere la medesima operazione tra insignificanti pareti di cemento armato. Tra gli ambienti della più antica Università portoghese, la Biblioteca, risalente alla prima meta del Settecento, merita una citazione particolare. Autentico inno al barocco portoghese, è un susseguirsi di intagli laminati in oro, legni pregiati, soffitti affrescati, tavoli intarsiati che fanno da cornice a un patrimonio di oltre un milione di volumi.
Se la città alta è un continuo susseguirsi di opere d’arte, anche la moderna città bassa qualche sorpresa è in grado di regalarla. In fondo alla vivace rua Visconte da Luz, il Monastero de Santa Cruz, fondato nel 1130, merita una visita per la sua bella chiesa, ma soprattutto per il Claustro do Silenzio, di epoca cinquecentesca, le cui volte sono ricoperte da azulejos. Prima di lasciare Coimbra in direzione di Porto, può infine essere interessante una puntata a Conimbriga, un ampio sito archeologico romano, in cui spiccano mosaici di pregevole fattura.
Il Norte
Lungo vie d’acqua e di terra scortate da ripidi declivi e ricoperte da una rigogliosa vegetazione, si dipana un territorio dove il viaggio diventa un’esperienza multisensoriale. Entriamo nel Nord del Portogallo nella regione del Norte. Porto (Oporto per i portoghesi) e il suo territorio, intriso di opere d’arte di interesse mondiale, mantengono intatto un ricco patrimonio dall’impronta visibilmente aristocratica: edifici secolari e palazzi fiabeschi riempiono le strade antiche dei centri storici di città come Braga, Amarante, Guimarães, culla della nazionalità portoghese.
La ricchezza qui presente è anche l’arte del vino che intreccia la sua storia a quella del fiume Douro, la cui valle vinicola è patrimonio mondiale Unesco. Il nettare vermiglio e corposo del vinho do Porto, invecchiato per anni con aggiunta di acquavite e trasportato dalle tipiche barche che percorrono il Douro (Barcos Rabelos) fino alle Cantine di Vila Nova de Gaia sulla foce, perpetua dolcemente il sapore della tradizione. Le viti coltivate a terrazze in quell’anfiteatro naturale che sono le sponde del fiume Douro sono solo l’inizio di un viaggio dove peculiarità ambientali e rarità artistiche fanno la differenza.
Oporto
Proprio sulla foce del fiume Douro si adagia Porto, la seconda città del Portogallo e suo polo commerciale marittimo per eccellenza. Sofisticata e popolare allo stesso tempo, con i suoi edifici barocchi da una parte e le case addossate lungo il fiume al Cais da Ribeira dall’altra, Porto si lascia scoprire tra i suoi quartieri alti e bassi, tanto disomogenei quanto affascinanti. Dichiarato patrimonio dell’umanità Unesco è il centro storico, molto suggestivo, dove si può subito accedere ad uno dei più bei panorami sulla città che spazia fino alle belle spiagge di Foz do Douro nell’Oceano Atlantico. Basta recarsi in Rua Sâo Filipe e percorrere i 240 scalini della Torre dos Clérigos, antica struttura del XVIII secolo disegnata dall’architetto italiano Nicola Nasoni. La Torre è solo uno degli esemplari barocchi che l’architettura della città vanta.
Tra le rappresentazioni più eclatanti in tal senso c’è la Chiesa di São Francisco il cui interno è completamente rivestito d’oro. A rendere possibile tanta opulenza furono le enormi ricchezze generate dalla scoperta delle miniere d’oro e pietre preziose in Brasile e il legname pregiato proveniente dai nuovi continenti. Altri esempi pregevoli da menzionare sono la Chiesa do Carmo, rivestita esternamente da azulejos azzurri e bianchi, e quella di Santa Clara, armoniosa combinazione di dorature e azulejos. La cattedrale Sé con il suo chiostro gotico dà il nome ad un intero quartiere ed è di sicuro uno tra i monumenti più famosi di Porto. Conosciuta con il nome di Sé do Porto, venne costruita come una chiesa-fortezza tra il XII e il XIII secolo.
In netto contrasto con quanto visto fin’ora, il rione di Ribeira (anch’esso dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità) ostenta tutto un altro tipo di ricchezza: quella che viene dall’instancabile lavoro della gente più umile che vive in case addossate le une alle altre a volte decorate con le tipiche maioliche, tra strettissimi vicoli acciottolati in discesa libera verso il fiume. Una dignità subliminale si respira nel formicolio di gente che il fiume lo guarda non per contemplarne la bellezza ma la produttività. C’è tutto il mondo dei pescatori, dei mercanti e artigiani che qui regala alcuni degli scorci più vividi di questa città. Ma c’è anche una veloce riconversione architettonica che sta pian piano cambiando fisionomia alle parti più degradate, attirando in questo quartiere non pochi ristoratori e impresari di locali che animano la vita notturna di Porto.
Qui, lungo il fiume, sono chiaramente visibili le caratteristiche imbarcazioni chiamate Barcos Rabelos, che venivano sin dai tempi passati usate per il trasporto del vino Porto dalle zone di produzione nell’interno ai magazzini delle cantine (tutte visitabili) situate a Vila Nova de Gaia. Dall’alto della collina di Vila Nova de Gaia, collegata a Porto attraverso il ponte in ferro de Dom Luis I, domina il cinquecentesco Mosteiro da Serra do Pilar con un bellissimo chiostro manuelino rivestito di immancabili azulejos. Dal monastero si ha la veduta panoramica migliore sulla città e sul fiume.
Nell’area della Grande Avenida dos Aliados, infine, si trovano i quartieri centrali della città: Central e Baixa, salotti commerciali e paradisi per lo shopping. A Baixa, in particolare, hanno sede molti dei negozi che presentano la lavorazione e la vendita della pelle e dei gioielli, nonché il Mercato di Bolhao.
Amarante e Guimaraes
Risalendo i fiumi Douro e Tamega in un paesaggio collinare dominato dai vigneti, si arriva fino ad Amarante prima di volgere a nord per Guimarães. Si dice che la città venne fondata da un centurione romano di nome Amarantus ma quello che è certo è che nel XIII secolo giunse qui un monaco proveniente da Gerusalemme, tale S. Gonçalo, che divenne patrono della città nonché santo protettore dei matrimoni. Per vedere un suo “ritratto” bisogna recarsi nell’imponente complesso architettonico con facciata rinascimentale del convento di S. Gonçalo con chiesa annessa, dove si trova l’effige del suo viso, piccolo capolavoro in calcare. All’interno del convento è collocato anche il Museo di archeologia, scultura e pittura Amadeo de Souza-Cardoso con molti dipinti del pittore cubista amico di Modigliani e talento pioniere della pittura contemporanea che nacque ad Amarante nel 1887. Un ponte collega le due rive del Rio Tâmega che irradia il cuore di Amarante lasciando bene visibile sullo sfondo la sagoma imponente della Serra do Marão.
Appartenente al distretto di Braga è Guimaraes, città del primo re portoghese Alfonso Henriques – che qui nacque nel 1110 – ancora oggi celebrata come luogo di nascita del Regno di Portogallo. Fu nell’XI secolo, infatti, che la città venne nominata capitale della contea di Portucale, durante il periodo in cui il Conte Enrico di Borgogna (padre di Alfonso Henrique) mantenne la propria corte nella cittadina. L’impronta medioevale è tutt’oggi visibile nell’architettura ben conservata, tanto che il centro storico è stato recentemente incluso nella lista dei patrimoni mondiali Unesco. La strada acciottolata di Rua de Santa Maria, circondata da importanti edifici storici, conduce direttamente al Castello de Sào Miguel in Rua Conde Dom Henrique, passando per la piazza principale Largo da Oliveira. Il castello fu costruito nel X secolo per ordine della contessa Mumadona Dias a fine difensivo e rappresenta oggi il simbolo della nascita del regno portoghese.
Continuando nell’itinerario, a circa 15 chilometri in direzione di Braga, si trova Citânia de Briteiros, il sito archeologico più importante per le testimonianze preromane della presenza dei Lusitani, popolazione autoctona celtico-iberica. E’ ancora ben visibile il tracciato delle strade protette da una cerchia di mura nonché il nucleo delle abitazioni a pianta circolare, disposte in piccoli sestieri, che includevano rifugi per il bestiame. Questi insediamenti a grandi altitudini, chiamati “castros”, sono all’origine di molte delle attuali città portoghesi. Citânia de Briteiros è dunque un esempio molto interessante di tale cultura “di fortificazione” sviluppatasi nel II secolo a.C. nel nordovest della penisola iberica. Un museo conserva oggi buona parte dei ritrovamenti provenienti dal sito. E’ il Museo Archeologico Martins Sarmento di Guimarães, intitolato all’archeologo che iniziò gli scavi nell’800.
Braga
Si giunge infine a Braga, la capitale religiosa del Portogallo con ben 35 chiese e una lunga storia ecclesiastica alle spalle che si fa ricordare soprattutto per l’arcidiocesi più antica del paese. Conserva un centro storico di impianto barocco dove ammirare, tra gli altri edifici monumentali, la cattedrale Sé de Braga che è stata per secoli il maggiore punto di riferimento religioso del Portogallo. In origine romanica, ma ampiamente rimaneggiata fino al ‘700, la chiesa principale della città ospita anche un museo di arte sacra. Il detto popolare “più vecchio della Sé di Braga”, rende l’idea circa il valore di quest’opera che fa riferimento a qualcosa di molto antico.
Da vedere anche i palazzi nobiliari in gran parte settecenteschi, come la sede arcivescovile e il Paco dos Arcebispos con il prospiciente giardino di Santa Barbara, sede di una notevole biblioteca storica che custodisce anche l’atto di fondazione del regno di Portogallo del primo re Don Alfonso Henriques. E ancora, il Palacio do Biscaignos, la Casa dos Crivos, l’Arco da Porta Nova.
Elegantemente abbellita da molti tesori architettonici, Braga si fa notare anche per il suo tesoro dislocato a circa 5 km dalla città: il Santuario do Bom Jesus do Monte. Situato sulla cima di una boscosa collina, il complesso appare come un vero capolavoro che riunisce in un solenne mix architettonico, cappelle, fontane e statue edificate lungo una magnificente scalinata barocca di ben 116 metri e rappresentante le 14 fermate della via crucis. E’ oggi una importante meta di pellegrinaggio insieme agli altri due santuari mariani che sorgono nei dintorni di Braga: Nossa Senhora do Sameiro e l’Igreja de Santa Maria Madalena, una sontuosa opera di architettura barocca situata a 10 km lungo la strada del Bom Jesus.
Prima tappa di questo nostro itinerario culturale che si snoda alle spalle dell’Atlantico è la cittadina fortificata di Obidos rappresenta l’ultima tappa Il castello manuelino, del XVI secolo, e le possenti mura di origine moresca, rinforzate dai cristiani durante i tre secoli successivi, attraggono lo sguardo, ma queste strutture militari non sono l’unica ricchezza monumentale di Obidos. Sulla piazza principale del borgo, infatti, si può ammirare la Igreja de Santa Maria con i suoi soffitti dipinti e gli azulejos di epoca settecentesca. Fuori città è infine di un certo interesse l’acquedotto del XVI secolo.
Seconda tappa del nostro personalissimo “litorale” storico è il Mosteiro de Santa Maria di Alcobaca, monumento dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Di origine Benedettina, quest’opera colossale che ricalca la struttura dell’abbazia francese di Clairvaux, risale ai secoli XII-XIII. Seriamente danneggiata dal terremoto del 1755, subì, all’inizio dell’Ottocento, scriteriati saccheggi ad opera delle truppe napoleoniche che, evidentemente non sazie del sangue versato per tutta Europa, ebbero la geniale pensata di infierire anche sulla pietra di un luogo sacro. I successivi restauri hanno però avuto il merito di riportare il monastero alla sua antica, severa bellezza.
La chiesa, di eccezionale dimensione, affascina per la sua poderosa struttura slanciata verso l’alto e suddivisa in tre navate da giganteschi pilastri nervati. Il transetto è impreziosito da due imponenti sepolcri di due sfortunati amanti: la tomba di Pedro I, a destra, e quella di Dona Ines de Castro, a sinistra. Dalla navata sinistra si accede poi al Claustro de Dom Dinis, detto anche Claustro do Silenzio. All’interno del complesso monastico meritano, inoltre, una visita la Sala capitolare, il Dormitorio, la Sala dei monaci, il Refettorio, e la Sala dei Re. Di tutt’altro tenore spirituale, ma ugualmente interessante, è, a poca distanza del monastero, il Museu do Vinho che illustra la produzione vinicola della regione e si fa apprezzare per la possibilità di degustazioni e acquisti.
Un altro monastero, di uguale se non maggiore fascino, ci attende a Batalha, la cui fama è indissolubilmente legata al Monsteiro de Santa Maria da Vitoria. La toponomastica del luogo e la particolare dedica della costruzione stanno ad indicare un’origine che ben poco ha a che fare con l’austerità e la devozione. La nascita di questo capolavoro risale infatti a un evento decisamente cruento: il 14 agosto 1385 il futuro re portoghese Joao I d’Avis sconfisse, nella vicina piana di Aljubarrota, il pretendente spagnolo Juan I di Castiglia e, per ringraziamento, tre anni dopo ordinò la costruzione, che si protrasse fino alla prima metà del Quattrocento, dell’imponente monastero.
Capolavoro gotico manuelino, il monastero è un articolato complesso di edifici che si armonizzano e si completano a vicenda. L’intero monastero è un susseguirsi di opere d’arte, sono comunque da ammirare assolutamente lo splendido Portale di ingresso, la Capela do Fundador, il Chiostro reale, la Casa do Capitulo, il Refettorio, il Chiostro di Alfonso V e la Porta Monumentale.
Coimbra
Una modesta collina sulla destra del Rio Mondego ospita la “Oxford del Portogallo”, Coimbra, antica sede universitaria e prima capitale del Regno del Portogallo. Coimbra è divisa in due parti distinte: la città alta racchiude i principali edifici storici, ed è facilmente visitabile a piedi, la “Baixa” è un affollato e vitale centro di assoluta modernità. L’ingresso al centro storico avviene tramite l’Arco de Almedina, l’antica porta della medina araba, sulla cui sinistra spicca la Torre de Anto, il severo, cinquecentesco Palacio de Sub Ripas e il Colégio da Sapienza, risalente al XVI secolo, con un bel chiostro decorato di azulejos. Monumenti che costituiscono il gustoso antipasto per i piatti forti di Coimbra: l’antica cattedrale di Sé Velha, il Museo Nazionale di Machado de Castro e l’Università.
Sé Velha è uno dei più importanti edifici romanici dell’intero Portogallo. Eretta tra il 1140 e il 1175, presenta una severa facciata e, sul fianco sinistro, uno splendido portale di epoca rinascimentale. L’interno, a tre navate, è un inno all’essenzialità del romanico, mentre il chiostro, cui si accede dalla navata di destra, risale al primo gotico. Il Museo Nazionale di Machado de Castro, ricco di testimonianze di pittura, arte ceramica, arte musiva e religiosa è di fondamentale importanza per la conoscenza della scultura portoghese, in particolar modo di quella rinascimentale. Oltre che per le opere esposte, è degno di nota il palazzo che ospita il museo: l’ex edificio episcopale, sorto su un antecedente criptoportico romano.
Fulcro dell’intera vita cittadina, l’Università si compone di tanti e notevoli tesori d’arte. Il Patio das Escolas, ridotto al rango di parcheggio, è la vasta corte sulla quale si aprono gli edifici dell’ateneo. Tutte le sale meritano una visita e un rimpianto: appare infatti evidente come studiare in un luogo di simile bellezza sia infinitamente più appagante, che compiere la medesima operazione tra insignificanti pareti di cemento armato. Tra gli ambienti della più antica Università portoghese, la Biblioteca, risalente alla prima meta del Settecento, merita una citazione particolare. Autentico inno al barocco portoghese, è un susseguirsi di intagli laminati in oro, legni pregiati, soffitti affrescati, tavoli intarsiati che fanno da cornice a un patrimonio di oltre un milione di volumi.
Se la città alta è un continuo susseguirsi di opere d’arte, anche la moderna città bassa qualche sorpresa è in grado di regalarla. In fondo alla vivace rua Visconte da Luz, il Monastero de Santa Cruz, fondato nel 1130, merita una visita per la sua bella chiesa, ma soprattutto per il Claustro do Silenzio, di epoca cinquecentesca, le cui volte sono ricoperte da azulejos. Prima di lasciare Coimbra in direzione di Porto, può infine essere interessante una puntata a Conimbriga, un ampio sito archeologico romano, in cui spiccano mosaici di pregevole fattura.
Il Norte
Lungo vie d’acqua e di terra scortate da ripidi declivi e ricoperte da una rigogliosa vegetazione, si dipana un territorio dove il viaggio diventa un’esperienza multisensoriale. Entriamo nel Nord del Portogallo nella regione del Norte. Porto (Oporto per i portoghesi) e il suo territorio, intriso di opere d’arte di interesse mondiale, mantengono intatto un ricco patrimonio dall’impronta visibilmente aristocratica: edifici secolari e palazzi fiabeschi riempiono le strade antiche dei centri storici di città come Braga, Amarante, Guimarães, culla della nazionalità portoghese.
La ricchezza qui presente è anche l’arte del vino che intreccia la sua storia a quella del fiume Douro, la cui valle vinicola è patrimonio mondiale Unesco. Il nettare vermiglio e corposo del vinho do Porto, invecchiato per anni con aggiunta di acquavite e trasportato dalle tipiche barche che percorrono il Douro (Barcos Rabelos) fino alle Cantine di Vila Nova de Gaia sulla foce, perpetua dolcemente il sapore della tradizione. Le viti coltivate a terrazze in quell’anfiteatro naturale che sono le sponde del fiume Douro sono solo l’inizio di un viaggio dove peculiarità ambientali e rarità artistiche fanno la differenza.
Oporto
Proprio sulla foce del fiume Douro si adagia Porto, la seconda città del Portogallo e suo polo commerciale marittimo per eccellenza. Sofisticata e popolare allo stesso tempo, con i suoi edifici barocchi da una parte e le case addossate lungo il fiume al Cais da Ribeira dall’altra, Porto si lascia scoprire tra i suoi quartieri alti e bassi, tanto disomogenei quanto affascinanti. Dichiarato patrimonio dell’umanità Unesco è il centro storico, molto suggestivo, dove si può subito accedere ad uno dei più bei panorami sulla città che spazia fino alle belle spiagge di Foz do Douro nell’Oceano Atlantico. Basta recarsi in Rua Sâo Filipe e percorrere i 240 scalini della Torre dos Clérigos, antica struttura del XVIII secolo disegnata dall’architetto italiano Nicola Nasoni. La Torre è solo uno degli esemplari barocchi che l’architettura della città vanta.
Tra le rappresentazioni più eclatanti in tal senso c’è la Chiesa di São Francisco il cui interno è completamente rivestito d’oro. A rendere possibile tanta opulenza furono le enormi ricchezze generate dalla scoperta delle miniere d’oro e pietre preziose in Brasile e il legname pregiato proveniente dai nuovi continenti. Altri esempi pregevoli da menzionare sono la Chiesa do Carmo, rivestita esternamente da azulejos azzurri e bianchi, e quella di Santa Clara, armoniosa combinazione di dorature e azulejos. La cattedrale Sé con il suo chiostro gotico dà il nome ad un intero quartiere ed è di sicuro uno tra i monumenti più famosi di Porto. Conosciuta con il nome di Sé do Porto, venne costruita come una chiesa-fortezza tra il XII e il XIII secolo.
In netto contrasto con quanto visto fin’ora, il rione di Ribeira (anch’esso dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità) ostenta tutto un altro tipo di ricchezza: quella che viene dall’instancabile lavoro della gente più umile che vive in case addossate le une alle altre a volte decorate con le tipiche maioliche, tra strettissimi vicoli acciottolati in discesa libera verso il fiume. Una dignità subliminale si respira nel formicolio di gente che il fiume lo guarda non per contemplarne la bellezza ma la produttività. C’è tutto il mondo dei pescatori, dei mercanti e artigiani che qui regala alcuni degli scorci più vividi di questa città. Ma c’è anche una veloce riconversione architettonica che sta pian piano cambiando fisionomia alle parti più degradate, attirando in questo quartiere non pochi ristoratori e impresari di locali che animano la vita notturna di Porto.
Qui, lungo il fiume, sono chiaramente visibili le caratteristiche imbarcazioni chiamate Barcos Rabelos, che venivano sin dai tempi passati usate per il trasporto del vino Porto dalle zone di produzione nell’interno ai magazzini delle cantine (tutte visitabili) situate a Vila Nova de Gaia. Dall’alto della collina di Vila Nova de Gaia, collegata a Porto attraverso il ponte in ferro de Dom Luis I, domina il cinquecentesco Mosteiro da Serra do Pilar con un bellissimo chiostro manuelino rivestito di immancabili azulejos. Dal monastero si ha la veduta panoramica migliore sulla città e sul fiume.
Nell’area della Grande Avenida dos Aliados, infine, si trovano i quartieri centrali della città: Central e Baixa, salotti commerciali e paradisi per lo shopping. A Baixa, in particolare, hanno sede molti dei negozi che presentano la lavorazione e la vendita della pelle e dei gioielli, nonché il Mercato di Bolhao.
Amarante e Guimaraes
Risalendo i fiumi Douro e Tamega in un paesaggio collinare dominato dai vigneti, si arriva fino ad Amarante prima di volgere a nord per Guimarães. Si dice che la città venne fondata da un centurione romano di nome Amarantus ma quello che è certo è che nel XIII secolo giunse qui un monaco proveniente da Gerusalemme, tale S. Gonçalo, che divenne patrono della città nonché santo protettore dei matrimoni. Per vedere un suo “ritratto” bisogna recarsi nell’imponente complesso architettonico con facciata rinascimentale del convento di S. Gonçalo con chiesa annessa, dove si trova l’effige del suo viso, piccolo capolavoro in calcare. All’interno del convento è collocato anche il Museo di archeologia, scultura e pittura Amadeo de Souza-Cardoso con molti dipinti del pittore cubista amico di Modigliani e talento pioniere della pittura contemporanea che nacque ad Amarante nel 1887. Un ponte collega le due rive del Rio Tâmega che irradia il cuore di Amarante lasciando bene visibile sullo sfondo la sagoma imponente della Serra do Marão.
Appartenente al distretto di Braga è Guimaraes, città del primo re portoghese Alfonso Henriques – che qui nacque nel 1110 – ancora oggi celebrata come luogo di nascita del Regno di Portogallo. Fu nell’XI secolo, infatti, che la città venne nominata capitale della contea di Portucale, durante il periodo in cui il Conte Enrico di Borgogna (padre di Alfonso Henrique) mantenne la propria corte nella cittadina. L’impronta medioevale è tutt’oggi visibile nell’architettura ben conservata, tanto che il centro storico è stato recentemente incluso nella lista dei patrimoni mondiali Unesco. La strada acciottolata di Rua de Santa Maria, circondata da importanti edifici storici, conduce direttamente al Castello de Sào Miguel in Rua Conde Dom Henrique, passando per la piazza principale Largo da Oliveira. Il castello fu costruito nel X secolo per ordine della contessa Mumadona Dias a fine difensivo e rappresenta oggi il simbolo della nascita del regno portoghese.
Continuando nell’itinerario, a circa 15 chilometri in direzione di Braga, si trova Citânia de Briteiros, il sito archeologico più importante per le testimonianze preromane della presenza dei Lusitani, popolazione autoctona celtico-iberica. E’ ancora ben visibile il tracciato delle strade protette da una cerchia di mura nonché il nucleo delle abitazioni a pianta circolare, disposte in piccoli sestieri, che includevano rifugi per il bestiame. Questi insediamenti a grandi altitudini, chiamati “castros”, sono all’origine di molte delle attuali città portoghesi. Citânia de Briteiros è dunque un esempio molto interessante di tale cultura “di fortificazione” sviluppatasi nel II secolo a.C. nel nordovest della penisola iberica. Un museo conserva oggi buona parte dei ritrovamenti provenienti dal sito. E’ il Museo Archeologico Martins Sarmento di Guimarães, intitolato all’archeologo che iniziò gli scavi nell’800.
Braga
Si giunge infine a Braga, la capitale religiosa del Portogallo con ben 35 chiese e una lunga storia ecclesiastica alle spalle che si fa ricordare soprattutto per l’arcidiocesi più antica del paese. Conserva un centro storico di impianto barocco dove ammirare, tra gli altri edifici monumentali, la cattedrale Sé de Braga che è stata per secoli il maggiore punto di riferimento religioso del Portogallo. In origine romanica, ma ampiamente rimaneggiata fino al ‘700, la chiesa principale della città ospita anche un museo di arte sacra. Il detto popolare “più vecchio della Sé di Braga”, rende l’idea circa il valore di quest’opera che fa riferimento a qualcosa di molto antico.
Da vedere anche i palazzi nobiliari in gran parte settecenteschi, come la sede arcivescovile e il Paco dos Arcebispos con il prospiciente giardino di Santa Barbara, sede di una notevole biblioteca storica che custodisce anche l’atto di fondazione del regno di Portogallo del primo re Don Alfonso Henriques. E ancora, il Palacio do Biscaignos, la Casa dos Crivos, l’Arco da Porta Nova.
Elegantemente abbellita da molti tesori architettonici, Braga si fa notare anche per il suo tesoro dislocato a circa 5 km dalla città: il Santuario do Bom Jesus do Monte. Situato sulla cima di una boscosa collina, il complesso appare come un vero capolavoro che riunisce in un solenne mix architettonico, cappelle, fontane e statue edificate lungo una magnificente scalinata barocca di ben 116 metri e rappresentante le 14 fermate della via crucis. E’ oggi una importante meta di pellegrinaggio insieme agli altri due santuari mariani che sorgono nei dintorni di Braga: Nossa Senhora do Sameiro e l’Igreja de Santa Maria Madalena, una sontuosa opera di architettura barocca situata a 10 km lungo la strada del Bom Jesus.