Treviso e la Marca trevigiana
Come accade in tante città italiane, anche a Treviso pulsa un cuore medioevale, le cui vene e arterie sono rappresentate da un fitto dedalo di viuzze e canali che ne caratterizzano il centro storico, talvolta alterato, passateci il termine, da slanci patriottici – su tutti il monumento all’Italia, in piazza Indipendenza – ampiamente perdonabili in un territorio che ha vissuto sulla propria pelle gli orrori delle lotte contro l’impero asburgico. Proprio il rincorrersi tra suggestioni da “grande guerra” e bellezze architettoniche caratterizzano, infatti, l’intera Marca trevigiana, un territorio complesso, da visitare senza fretta, concedendosi frequenti soste per gustare non solo l’amenità del paesaggio, ma anche i suoi tanti frutti che stuzzicano il palato.
Testo di Cristiano Pinotti, fotografie di Angelo Fanzini
Tantissimi gli spunti di interesse del centro storico di Treviso. Piazza dei Signori, ad esempio, con il Palazzo del Podestà (attuale Prefettura) ricostruito in stile neo romanico sulle spoglie dell’originale duecentesco; il Palazzo Pretorio e, soprattutto, il Palazzo dei Trecento, il più interessante edificio civile cittadino, celebrazione medioevale della libertà comunale, con la sua possente struttura romanica interrotta da una bella serie di slanciate trifore, ornate di bianche colonnine in pietra e cornici in terracotta.
Tra gli edifici religiosi si devono citare il complesso conventuale di San Francesco, affascinante nel suo intrecciarsi di romanico e gotico, al cui interno spiccano notevoli frammenti di affreschi di epoca medioevale, cappelle di assoluto pregio e un meraviglioso soffitto ligneo.
Di assoluto valore artistico la Cattedrale, frutto di un susseguirsi di stili che, dalle primitive forme romaniche del XI secolo, si sono via via trasformate nello stile neo rinascimentale del XVII secolo. L’interno è un susseguirsi di capolavori, dall'Annunciazione di Tiziano ai monumenti marmorei dedicati ai vescovi cittadini. Poco discosto ecco il Battistero risalente ai secoli XI-XII.
L’intricato schema architettonico del Duomo, si contrappone allo slancio tutto gotico di San Nicolò, il cui luminoso interno è decorato dagli affreschi di Tommaso da Modena. Di notevole interesse anche l’organo settecentesco, la sacrestia e la sala del Capitolo dei Domenicani che, ancora una volta opera di Tommaso da Modena, ripercorre le principali figure dell’ordine monastico in un assoluto realismo dal sapore quotidiano.
Gli inguaribili romantici non devono invece lasciarsi sfuggire una passeggiata lungo il canale dei Buranelli, tra acciottolati, salici le cui fronde solleticano le acque e mulini, che ricordano come solo pochi decenni or sono l’acqua non svolgesse una mera funzione estetica, ma collaborasse attivamente alla vita economica cittadina.
La Marca Trevigiana
Salendo verso nord, in quella meravigliosa area che è il Montello, sovrastato dai rivoli del Piave; e poi più a ovest, spingendosi verso il Monte Grappa - oltre a respirare le infinite suggestioni della memoria che suscitano questi toponimi, ormai divenuti parte integrante della nostra storia - è piacevole regalarsi alcune soste per ammirare alcune delle più belle ville che punteggiano la provincia di Treviso.
A Volpago del Montello, purtroppo visitabile solo all'esterno, si aprono le splendide forme classiche della Villa Spineda-Loredan con la sua loggia a timpano preceduta da una grandiosa scalea. Nella medesima area, a Crocetta del Montello, immersa in un delizioso parco, è Villa Sandi, costruita nel 1622 in stile palladiano. La facciata principale è ornata di un sontuoso pronao con timpano sorretto da quattro colonne. Anche in questo caso la visita è limitata al solo esterno, che comprende il giardino, due barchesse, la scuderia e una chiesetta.
A Maser, alle pendici dei colli asolani, sorge la meravigliosa Villa Barbaro, un capolavoro cinquecentesco che unisce, in un’unica costruzione, il genio architettonico del Palladio, l’abilità nella decorazione plastica di Alessandro Vittoria e il sublime estro di Paolo Veronese nell'arte pittorica. Villa Rinaldi-Barbini, ad Asolo, è una delle più grandiose ville dell’intera provincia, con il corpo centrale arricchito da logge laterali sovrapposte, barchesse, adiacenze, in un fasto laico che si contrappone, o meglio di unisce, alla interessantissima chiesetta barocca affacciata sui cancelli della villa. Anche la villa Rinaldi-Barbini non è visitabile nelle sue stanze interne.
Alle pendici del monte Cesen, il pianoro di Valdobbiadene è l’autentico tempio del prosecco. Le vie che si dipanano dal centro cittadino - comunque interessante per la Parrocchiale di origine medioevale e ottima base di partenza per raggiungere pregevoli opere architettoniche tra le quali spicca l’abbazia di Santa Maria a Follina e le città di Vittorio Veneto e Conegliano – sono un susseguirsi di vigneti. Tralci ricchi di uve profumate che, nelle mani dei sapienti viticoltori locali, si trasformano in un nettare di fine perlage, che spuma nei calici, accompagnato da noci e formaggi. Superfluo aggiungere che si impone una sosta tra le numerose cantine vinicole, che offrono degustazioni da togliere il fiato.
Immersa in una folta vegetazione, tra cui spiccano ulivi e cipressi, e che, a tratti, nasconde la ben conservata cerchia di mura di trecentesca memoria, Asolo è un minuto scrigno di intensa bellezza, fatto di storia, architettura e urbanistica medioevale. Fulcro del centro storico è Piazza Maggiore dove campeggia la fontana cinquecentesca sormontata da un leone alato. Il Duomo, ricostruito in epoca settecentesca, al suo interno conserva pregevoli dipinti; mentre la quattrocentesca Loggia del Capitano, antica sede della comunità, è sede del Museo Civico che, oltre a fornire un’esauriente panoramica delle civiltà che si sono succedute nell'area, ospita un’importante collezione di pitture e sculture tra le quali spiccano opere del Canova e del Canaletto.
Tra gli altri edifici cittadini meritano menzione il Castello della Regina - nel cui giardino è la nota Villa Beach, approdo per una nutrita schiera di letterati di lingua inglese, quali Robert Browning, Henry James e Ernest Hemingway - e la Rocca, scarna testimonianza di una poderosa fortezza basso medioevale.