Francia: la regione dell'Alvernia
Costellata di crateri vulcanici, colline dolci, picchi montuosi aspri e selvaggi, imbevuta di acque benefiche per la salute, impreziosita da cultura e tesori d’arte che ispirano strade panoramiche d’eccezione (la Strada delle Chiese romaniche su tutte), insaporita da un proverbiale gusto della vita che si riflette nella gastronomia come nello stile di vita, l’Alvernia (in francese Auvergne) è una delle regioni più incredibili della Francia, se non d’Europa.
Testo a cura della redazione - foto di Angelo Fanzini
Lontana da sentieri battuti, questa terra che taglia in due la Francia lasciando a destra la valle del Rodano e a sinistra la fascia atlantica, è accogliente perché i suoi spazi urbani, pur essendo molto variegati, non fuoriescono mai dalla misura d’uomo. Uomini e donne delle città e dei tanti villaggi caratteristici disseminati sul territorio hanno saputo preservare ricchezze patrimoniali e architettoniche in maniera assolutamente encomiabile, ecco perché uno dei molti volti da apprezzare dell’Alvernia è proprio quello tradizionale legato ai saperi, ai sapori del territorio e alle usanze regionali: competenze emblematiche di questa terra perché offrono al viaggiatore la possibilità di accedere al ricco patrimonio di mestieri artigianali ancora perpetuati nel contesto di luoghi naturali di grande attrazione come il parco regionale dei Vulcani e il parco del Livrados-Forez.
I Parchi Naturali
Situata nella zona del Massiccio Centrale, l’Alvernia detiene un patrimonio naturalistico che ben le è valso l’appellativo di “cuore verde della Francia”. D’altronde i fatti parlano da soli: è la regione francese con uno dei più vasti parchi naturali d’Europa, il Parco Naturale Regionale dei Vulcani d’Alvernia creato nel 1977. Lungo la catena dei Puy, disegnata da oltre 80 crateri addormentati e da cime limate dal tempo, si schiude da nord a sud un paesaggio naturale spettacolare e città magiche nate da crateri e formazioni laviche. Se fosse ancora possibile, si dovrebbe viaggiare in questo paese a dorso d’asino, come fece lo scrittore Stevenson!
Il parco (aperto da marzo a inizio ottobre) ha un’estensione di 40 chilometri e raccoglie il massiccio vulcanico dei Domes (la cima più alta è il Puy de Dome di 1465 metri, punto di osservazione privilegiato della catena), il Dore (con i 1886 metri del Puy de Sancy, punto più alto del Massiccio Centrale), il gruppo dei Monti del Cantal (il punto culminante è il Plomb du Cantal di 1855 m. mentre le Puy Mary, con la sua circonferenza di base di ben 70 km, vanta il primato di più grande vulcano spento d’Europa, ed è circondato da superbe vallate scolpite dai ghiacciai). Il parco offre la possibilità di viaggiare in un territorio protetto, scolpito dal ghiaccio e dal fuoco, disseminato di laghi e torbiere, scavato da gole e crateri, una vera manna dal cielo per i geologi. I principali sentieri sono i GR 30 (giro dei laghi), i GR 400 e 441 (giro dei vulcani del Cantal e dei Puys).
Contribuiscono ad arricchire il mosaico verde delle preziosità naturali dell’Alvernia, le Cézallier, l’altopiano granitico de l’Artense, laghi vulcanici e glaciali come il Lac Pavin, Gour de Tazenat, Bouchet, Godivelle, Saint-Front, Guéry, Chambon che conservano fragili ecosistemi interessanti per la loro biodiversità. In un contesto simile è facile immaginare i magnifici panorami godibili dai passi di montagna, ma anche semplicemente scrutando castelli, vecchi borghi medievali e dimore antiche, la cornice di sfondo sarà sempre sorprendente: picchi, colline e laghi o corsi d’acqua imprevisti.
A circa 15 km da Clermont-Ferrand si trova Vulcania che merita una sosta in quanto si presenta come uno dei più spettacolari parchi tematici ideati attorno al tema, caro in casa Alvernia, della vulcanologia. Questo Parco dell’Avventura della Terra è un laboratorio esperienziale che esplora i misteri dell’universo nella forma interattiva di un viaggio nel tempo grazie al quale si possono sorvolare altri pianeti e conoscere da vicino le dinamiche planetarie che hanno plasmato la superficie terrestre e assistere al lavoro dei vulcanologi sul terreno come se si fosse in un laboratorio. Unire l’aspetto educativo all’intrattenimento è la formula scelta per un percorso che ha esplicite finalità didattiche e propedeutiche all’interesse verso la scienza: filmati spettacolari in 4D, ambienti multimediali e interazione a 360 gradi conducono per mano i più piccoli in una avvincente panoramica sui segreti naturali che governano il nostro pianeta.
Da Thiers si può facilmente accedere a un altro dei grandi cuori verdi dell’Alvernia, il Parco Naturale Regionale del Livradois-Forez, oasi di pace particolarmente gradito dagli amanti del trekking, della mountain bike e delle escursioni a cavallo. Parliamo di 320.000 ettari di natura di media montagna che offre paesaggi molto diversi da quelli vulcanici fin’ora descritti, composti per lo più da foreste, valli e dolci rilievi. Il risultato è un ambiente rurale, mite e con delicate sfumature che ben si addicono all'appellativo di “Toscana d’Alvernia”, utilizzato già nel XVI secolo da Caterina de Medici, sposa del re di Francia Enrico II, per descrivere questa parte di Francia che si declina in sei zone principali: la regione di Thiers, Bas-Livradois, Haut-Livradois, Monti del Forez, pianura d’Ambert e regione della Chaise-Dieu.
Ci troviamo, ancora una volta, a contatto con un ambiente virtuoso che contribuisce alla protezione ed alla promozione del patrimonio locale. Un ambiente, l’ennesimo, che svela i grandi spazi di cui è capace l’Alvernia accogliendo il visitatore questa volta al motto di “Finissez d’entrer en Livradois-Forez!”, un invito cioè ad entrare nell'intimità di un territorio senza barriere che si distingue per l’ingegnosità ed il sapere antico dei suoi abitanti, che hanno saputo adattarsi all'evoluzione dei tempi, integrando le nuove tecnologie e modificando continuamente le loro tecniche.
In tal senso, uno degli itinerari più affascinanti che si possono compiere, è il cosiddetto “giro del venditore ambulante” attraverso la regione delle “Jasseries”, fattorie situate in altitudine sulle creste del Forez, percorsa in altri tempi da mercanti ambulanti. Si tratta di un circuito di circa 8 km, percorribile in tre ore e mezza, scandito da nove leggii smaltati che rievocano il ricordo di questa gente. Nel nostro lento girovagare in Alvernia, infine, non possono mancare le fermate nei tanti laboratori artistici che si incontrano nei villaggi e nei borghi del Livradois-Forez e che vanno a disegnare il profilo di un ultimo, ma non meno interessante, percorso turistico, la Strada dei Mestieri (Route de Métiers).
Su questo sfondo intangibile, il nostro itinerario attraverso i tesori culturali dell’Alvernia si dispiega seguendo le molteplici attrazioni presenti nei dipartimenti dell’Alta Loira, del Cantal e del Puy de Dome con tappe d’obbligo più prolungate alla “città santuario” Puy-en-Velay, patrimonio dell’Unesco, Brioude dove sorge la chiesa romanica più grande della regione, Salers nel cuore del Cantal, il capoluogo Clermont-Ferrand, capitale storica dell’antica provincia d’Alvernia e Thiers, capitale francese della coltelleria.
L'Alta Loira
Sorge tra picchi vulcanici una delle indiscusse meraviglie non solo dell’Alta Loira ma anche del mondo intero: la città patrimonio dell’Unesco, Le Puy-en-Velay. Importante centro di pellegrinaggio mariano fin dal Medioevo, la città è ancora oggi tappa obbligata del Camino de Santiago, il famoso itinerario spirituale che muove ogni anno milioni di fedeli alla volta di Santiago de Compostela. Da place du Plot partiva la Via Podiensis, uno dei quattro punti di partenza francesi del Camino, e quello con la tradizione storica più antica dato che il Cammino di Puy è basato sull’itinerario del primo pellegrinaggio intrapreso da Gotescalco, vescovo di Puy, nel 950 d.C.
Intessuta di indiscusse suggestioni spirituali, la città è una vera miniera di tesori d’arte a cominciare dalla splendida Chapelle Saint-Michel arroccata su un camino vulcanico alto 82 metri e la maestosa Cattedrale, anch’essa dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Di sicuro straordinaria è la posizione della Chapelle Saint-Michel costruita nel X secolo sulla roccia vulcanica d’Aiguilhe. Fu inaugurata per l’esattezza il 18 luglio del 926. Tra i pezzi del Tesoro scoperto nel 1955 quando l’altare venne restaurato, un magnifico Cristo reliquario che sembra essere l’opera di una scuola spagnola del X secolo.
La Cattedrale Notre-Dame, invece, è in se stessa già uno scrigno di tesori: la pietra delle febbri, la statua della Madonna nera, gli affreschi e i dipinti, il chiostro dichiarato monumento nazionale, tutto converge in questo edificio maestoso la cui fama è certamente legata ai pellegrinaggi della Madonna nera. Quest’ultimi iniziano dalla Rue Chènebouterie per terminare in cima al Mont Anis, luogo mistico legato, appunto, alle apparizioni della Madonna nera e sul quale è stata poi edificata la Cattedrale. Di stile romanico, il Duomo simbolo della città ha subito diverse influenze provenienti dalla Spagna moresca e dall’Oriente lungo i due secoli di costruzione e ben visibili oggi nei diversi stili che convivono nell’architettura: romanico, bizantino, carolingio e moresco.
La magnifica facciata policroma (sono stati utilizzati tre diversi tipi di pietra) incorpora un portale con un superbo gruppo di statue e mosaici. Sotto il portico grande, le “porte di cedro” del XII secolo e la scala interna, aperta in estate, i cui primi gradini si trovano sotto la navata centrale. Il coro riposa direttamente sulla roccia, ma per ampliare la cattedrale nei secoli XI e XII al fine di accogliere i sempre più numerosi pellegrini, quattro campane supplementari furono costruite sul vuoto per recuperare un dislivello di 17 metri. A supportare le alte arcate sono pilastri enormi.
Tra le varie reliquie che rendono la Cattedrale di Le Puy una sorta di museo religioso, c’è la cosiddetta pietra delle apparizioni, o pietra delle febbri. Sarebbe questa, la tavola vulcanica di un dolmen sul Monte Anis vicino al quale apparve per la prima volta la Vergine e che venne chiamata “pietra delle febbri” a ricordo delle guarigioni miracolose. Ancora oggi i pellegrini si sdraiano su questa pietra per riceverne gli influssi positivi. Dopo una nuova apparizione, una prima chiesa fu costruita nel 430 in quel luogo indicato dalla Vergine e dove si trovava prima un santuario pagano.
Da quel momento iniziano i pellegrinaggi cristiani, che succedono alle cerimonie druidiche sul Mont Anis. Insieme a Chartres, Le Puy-en-Velay è il santuario mariano più antico della Gallia cristiana. Tutt’ora le feste religiose molto sentite esprimono il culto e la grande devozione verso la Vergine. In particolare, alla vigilia dell’Assunzione (14 agosto) sono numerosi a salire dalla città bassa verso il santuario. La festa del 15 agosto, poi, culmina con la processione che porta la statua di Notre-Dame du Puy (la Madonna nera) per le vie del centro storico della città. La statua della Madonna nera (secolo XIII) si trova solitamente sull’altare maggiore della Cattedrale, proviene dall’antica cappella di San Maurizio del Rifugio ed è stata incoronata dal vescovo di Le Puy in nome del Papa Pio IX, l’8 giugno 1856.
All'interno della Cattedrale sono presenti affreschi e dipinti degni di noti, tra i quali il dipinto murale situato nella cappella delle reliquie, noto come affresco delle arti liberali. Scoperto nel 1850 sotto uno spesso intonaco, il dipinto è un capolavoro della fine del Quattrocento con influenze d’arte fiamminga, e rappresenta la grammatica, la logica (con Aristotele), la retorica (con Cicerone) e la musica. Altro gioiello degno di nota è il chiostro di San Giovanni Battista considerato tra i più belli d’Europa. Venne costruito contemporaneamente alla Cattedrale, tra l’XI e il XII secolo e, secondo l’accademico e storico dell’arte Emile Male, le sue arcate possono essere paragonate a quelle della moschea di Cordova, a causa dei cunei di diversi colori. Oltre al chiostro, all’esterno si trova anche lo storico Hotel Dieu che un tempo ospitava i pellegrini ed oggi è sede di mostre. Per risalire il Monte Anis fino alla cattedrale si devono percorrere le vie Rue Raphael e Rue des Tables.
L’intero ambiente della città alta si trova all'interno di un’area protetta di 35 ettari nei quali sono preservate le caratteristiche architettoniche di antiche abitazioni, ornate di torrette, porte intagliate e finestre. Il cuore storico di Puy-en-Velay è uno dei più grandi complessi medioevali e rinascimentali francesi. Più recente (1855-1860) è l’edificazione della statua Notre-Dame de France che domina la città, realizzata con la fusione di oltre 200 cannoni sequestrati da Napoleone III dopo la vittoriosa battaglia di Sebastopoli durante la guerra di Crimea. E’ alta 16 metri per un peso totale di 835 tonnellate: 110 per la statua, 680 per il piedistallo di pietra e 45 per il suo rivestimento di ferro.
Non si può andar via dalla città senza aver prima visitato il colorato mercato che il sabato mattina invade Place du Plot con i prodotti tipici della regione portati direttamente dai contadini come, ad esempio, il famoso formaggio del Velay coperto di “artisons”, ovvero micro-organismi che ne assicurano la qualità. Rimanendo in tema di tipicità locali, vale la pena soffermarsi in qualche merletteria dove si tramanda l’arte dei pizzi con la tecnica a rocchetto, tradizione preservata oggi dal Centre d’Enseignement de la Dentelle au Fuseau e l’Atelier Conservatoire National de la Dentelle. La leggenda vuole che sia proprio il Velay la culla di quest’arte delle cui origini si sa, in realtà, ben poco ma che ha di certo rappresentato una parte rilevante dell’economia della regione di Le Puy nei secoli passati. Da provare, o da portarsi a casa come souvenir gastronomico, sono anche le lenticchie verdi Doc, altra tipicità regionale di tutto rispetto.
Spostandosi dalla città-gioiello dell’Alta Loira, si possono incontrare, a pochi chilometri di distanza, interessanti villaggi come Bas-en Basset, gemellata dal 2006 con la cittadina umbra di Fabro, che ospita nel suo territorio comunale il Castello di Rochebaron, costruito su un picco scosceso alto 653 metri e classificato Monumento storico di Francia. Le sue rovine dominano l’alta valle della Loira e offrono una magnifica vista che si estende fino ai vulcani del Meygal. Venne edificato agli inizi del XII secolo come castello militare a scopo difensivo dei confini territoriali tra la contea di Forez e il vescovato di Velay. Fortificazioni difensive e imponenti torri furono aggiunte nei secoli successivi. Ad occuparsi oggi della tutela di questo monumento nazionale è l’associazione "Amis de Rochebaron" che organizza visite guidate, attività culturali, esposizioni, concerti e suggestive rievocazioni compresa la Festa medievale dei mestieri e delle tradizioni che si tiene in agosto.
Da Le Puy-en-Velay dirigendosi verso ovest si entra nel territorio de l’Haute Allier dove spiccano due destinazioni di grande interesse culturale: Lavaudieu e Brioude. Situato tra le gole dell’Allier e le foreste del Livadrois nei pressi di Brioude, Lavaudieu fa parte dell’associazione che riunisce i più bei villaggi della Francia (Les Plus Beaux Villages de France). Il borgo è nato attorno un’antica abbazia benedettina edificata nel 1066 sulle rive del fiume Senouire. Questo notevole complesso monastico ospita la chiesa abbaziale di Sant’Andrea con notevoli affreschi di scuola italiana senese e un piccolo chiostro, intatto gioiello romanico del XII secolo con archi, colonne e capitelli di differenti stili. Nel refettorio è visibile un grande affresco del XII secolo di influenza bizantina. Da visitare nel borgo anche il Museo delle arti, del folklore e delle tradizioni popolari dell’Alta Loira.
Sulle tracce del romanico in Alvernia si va sul sicuro come conferma anche la prossima tappa, Brioude. Qui sorge infatti la più grande chiesa romanica della regione, la Basilica di Saint Julien. Per ammirarla bisogna recarsi nel cuore del quartiere canonico di Brioude, il cui nucleo storico è contraddistinto dalla presenza di bei palazzi e case a graticcio. E’ questa un’altra meta di pellegrinaggio famosa in Alvernia, legata alla storia del martire Giuliano, soldato romano convertitosi al cristianesimo e per tale motivo giustiziato nel 304 dc. I suoi resti vennero poi tumulati nel sito dove sorge l’attuale basilica e la sua tomba divenne ben presto meta di tanti fedeli che ritenevano avesse proprietà miracolose, specie dopo che il santo divenne patrono della città di Brioude e protettore dell’Alvernia. Nel corso di tre secoli si sviluppa la costruzione della basilica, iniziata in stile romanico nell’XI secolo. E’ datata invece XII secolo la parte orientale, mentre la volta gotica della navata centrale risale al XIII secolo.
Gli interni sono eleganti e brillano di colori policromi, tanti quanti sono le pietre utilizzate per le colonne e gli archi. Vi si possono ammirare una grande varietà di raffigurazioni nei capitelli, il pavimento a mosaico e affreschi raffiguranti scene animate, animali e personaggi biblici. Una menzione a parte meritano gli affreschi della cappella di San Michele, un capolavoro assoluto di arte romanica con influenze bizantine del 1180 che rappresenta una superba visione dell’Apocalisse con al centro la raffigurazione del Cristo Pantocratore. Un contributo recente alla valorizzazione ulteriore della bellezza di questo capolavoro d’arte romanica proviene dall’installazione di 37 nuove vetrate dipinte nel 2008 dall’artista e monaco domenicano di origine coreana Kim en Joong dove misticismo, arte e fede si fondono nell’esperienza visiva di grande intensità restituita da un raffinato gioco di luci e colori.
Il Cantal
Villaggi caratteristici e fattorie di montagna (i cosiddetti “burons”) definiscono il paesaggio, sempre prodigo di natura, del Cantal, il dipartimento dominato dall'omonimo massiccio e dal più grande vulcano spento d’Europa, il Puy Mary. L’origine vulcanica del territorio è complice, ancora una volta, di disegni del tutto particolari che rendono l’ambiente che si attraversa particolarmente suggestivo, quasi fuori dal mondo. La massa di montagne che ha come epicentro il Puy Mary, infatti, dopo essere stata livellata dall'erosione glaciale, forma oggi un insieme di altopiani che scendono in leggera pendenza e inframmezzati da valli verdeggianti.
Un ambiente del genere, che continua ad attirare geologi da tutto il mondo, non può che richiamare missioni di tutela a salvaguardia della sua eccezionalità ed infatti il sito del Puy Mary è oggetto di un “programma Natura 2000” che intende favorire la gestione consapevole di un luogo che è anche meta turistica, al fine di preservare la conservazione della biodiversità e delle tantissime specie animali e vegetali che qui hanno il loro habitat. Il sito è dominato dall’emblematica piramide del Puy Mary (1787 metri), divenuta simbolo per antonomasia del Cantal.
Insieme ai vulcani, accompagnano il tragitto dei viaggiatori nel dipartimento sud-occidentale dell’Alvernia, fiumi, laghi di origine vulcanica, boschi, verdi pascoli punteggiati da placide mandrie di bovini e villaggi montani dove fare subito la conoscenza di alcuni dei prodotti principe non solo del Cantal ma di tutta la regione, i formaggi AOP. In particolare, sono cinque i formaggi AOP che si possono, tra l’altro, degustare tutti percorrendo l’apposita Route des Fromages (Strada dei formaggi AOP d’Alvernia): il Cantal e il Salers prodotti sulle alte montagne e i contrafforti del Cantal, il Saint-Nectaire nelle montagne del Dome, il Bleu d’Auvergne nel cuore del Massiccio Centrale, la Fourme d’Ambert nel Livradois-Forez.
Nel caso del Cantal, viene utilizzato latte crudo o pastorizzato di vacca, a freddo e presenta la caratteristica forma di cilindro alto (in francese “fourme”). Legata a questa produzione così tipica del territorio è la presenza dei numerosi “burons”, le piccole fattorie di montagna che prolificano nel Cantal. Costruite con muri di pietra vulcanica a secco o in muratura e tetti ricoperti in ardesia, questi rifugi artigianali corrispondono più o meno alle malghe o baite alpine che servivano ad ospitare gli allevatori durante gli alpeggi estivi del bestiame. Oggi queste semplici dimore sono state in parte convertite all’accoglienza turistica “rurale” in strutture fortemente tipiche e legate al territorio come Chambres d’hotes, Auberge e locande.
Salers è uno dei paesi in quota del Cantal che vale la pena visitare. Rientra nel circuito dei più bei villaggi di Francia e si trova a mille metri sopra il livello del mare. Sono le tracce lasciate intatte dalla storia a rendere questo borgo medievale un gioiello artistico degno di nota. Ben 22 dei suoi tanti edifici prestigiosi sono dichiarati monumenti nazionali, merito anche del suo passato che la vide sede, nel 1550 e per oltre due secoli, dell’amministrazione giudiziaria delle alte montagne alverniati, per ordine del re Enrico II.
La presenza della corte reale diede a Salers una prosperità tutt’ora percepibile nelle testimonianze che la rivestono di eleganza e monumentalità: i bastioni, le case rinascimentali, i palazzi del XVI secolo costruiti in pietra lavica, finestre bifore, torrette e campanili, tutto contribuisce ad arricchire il bel mosaico artistico del borgo. Tra le case storiche, spiccano La Ronade, Flageac, Bargues Bertrandy con le loro splendide facciate, le porte riccamente decorate e i cortili interni, mentre la chiesa romanica di San Matteo espone importanti arazzi di Aubusson. Il nome di Salers è legato anche a quello dell’omonimo formaggio AOP e di un aperitivo a base di genziana che conviene provare.
Pochi chilometri a sud di Salers si incontra un’altra oasi di pace del Cantal, il romantico villaggio di Tournemire dalla tipica architettura cantaliana con case dai tetti in ardesia. La località è famosa per il suo Castello, il cinquecentesco Chateau d’Anjony. Questa fortezza è fortemente scenografica, composta da quattro alte torri perfettamente conservate che dominano la valle della Doire ed è considerata uno dei più bei esempi d’architettura militare dell’Alta Alvernia del XV secolo. Al suo interno si possono ammirare mobili di diverse epoche, stanze decorate e un gruppo di affreschi del XVI secolo. Se non sì è riusciti ad assaporare la genziana a Salers, la prossima tappa può porre rimedio.
Quando si arriva a Riom-ès-Montagnes, infatti, si mette piede nel luogo di produzione (fin dal 1929) del liquore Aveze, ricavato appunto dalla lavorazione e macerazione della radice di questa pianta che fiorisce naturalmente sui versanti dei monti del Cantal. La genziana viene raccolta rigorosamente a mano nell’area protetta del parco regionale. Per avere un’idea più precisa del mestiere, della sapienza, del gusto e della passione che c’è dietro alla produzione dell’Aveze, si può prendere parte ad una visita guidata presso lo Spazio Aveze - Maison de la Gentiane dove viene illustrata la storia del prodotto e i segreti della sua lavorazione artigianale con la possibilità, naturalmente, di degustarne l’essenza e di fare acquisti direttamente in loco. Un altro tipico villaggio cantaliano è Apchon, un luogo davvero ameno ancora non scoperto dal turismo di massa e popolato da poco più di 200 abitanti. Vi si trovano le rovine di un antico castello, una bella chiesa (Saint-Blaise) e le immancabili case dal tetto in ardesia.
Il Puy de Dome
Passando dal Cantal al dipartimento del Puy de Dome lungo le panoramiche strade che attraversano il Parco Regionale dei Vulcani d’Alvernia, si incontrano alcuni borghi medievali che celano meravigliose perle di storia facilmente raggiungibili seguendo l’itinerario della Strada delle Chiese romaniche. Del fiorente patrimonio francese di chiese romaniche medievali dell’XI e XII, una grandissima parte risiede proprio in Alvernia dove si contano oltre 200 chiese di cui i capolavori assoluti si trovano a Saint Nectaire, Saint-Saturnin, Orcival, Issoire e Clermont Ferrand. Sono questi dei veri e propri poli d’interesse internazionale che comprendono edifici, affreschi e sculture di valore immenso.
L’arte romanica si diffuse in Alvernia alla fine del X secolo e all’inizio dell’XI, più che in qualsiasi altro luogo al mondo favorendo varianti di profondo valore artistico, come lo stile alverniate e la Scuola d’Alvernia, sviluppatasi intorno alla diocesi di Clermont-Ferrand alla fine del X secolo. Un interessante quadro d’insieme per comprendere la complessità di questo patrimonio culturale unito dal filo rosso dell’arte romanica, è restituito dal nuovo “Spazio Arte Romanica” allestito presso l’Ufficio del Turismo di Clermont-Ferrand, in place de la Victoire, che propone uno spettacolo di 30 minuti (anche in italiano) che illustra le principali meraviglie dell'Alvernia romanica.
Il capoluogo regionale non può che essere denso di attrazioni, degno di un territorio così sorprendentemente vario e vasto come l’Alvernia. Nata dal fuoco, dall’acqua e dall’aria, in piena zona dei vulcani, Clermont-Ferrand fruisce di una posizione eccezionale, tanto per iniziare. Siamo, infatti, a due passi da circa un’ottantina di vulcani addormentati, sormontati dall'emblematico Puy de Dôme, mitico vulcano sulla sommità del quale si trova uno dei grandi santuari della Gallia: il tempio di Mercurio. A nord si estende la fertile pianura cerealicola della Limagne e verso est i folti monti del Livradois-Forez svelano splendidi paesaggi. Ancora più vicino alla città si trova l’oppido di Gergovie, luogo in cui il giovane capo dei Galli, Vercingetorige, sconfisse Cesare. Clermont-Ferrand, che è stata una importante città gallica, è oggi un fiorente polo industriale (basti sapere che è la sede della Michelin) nonché vivace centro universitario. Un’altra particolarità della città è data dal sottosuolo che, grazie alle eruzioni vulcaniche, ha lasciato in eredità un ricco dedalo di gallerie utilizzate per la costruzione di cantine con profondità molto elevate, fino a sette livelli.
Le bellezze artistiche e architettoniche del capoluogo dell'Alvernia si dividono tra i due centri storici che la caratterizzano, Clermont e la medievale Montferrand, riuniti in unica città nel 1630 sotto Luigi XIII. I due centri si sono sviluppati parallelamente, il primo sotto l’autorità episcopale, il secondo sotto il potere comitale. Una visita al cuore dell’antica Clermont non può prescindere dalla place de la Victoire che sorge sul preesistente Oppidum gallico. La piazza è costeggiata dalla facciata meridionale della maestosa cattedrale gotica di Notre Dame de l’Assomption che spicca per il suo colore antracite dovuto all’uso della roccia lavica di Volvic. L’interno annovera un eccezionale insieme di vetri e pitture murali. Costruita sul sito di preesistenti chiese romaniche del VIII e X secolo le cui vestigia sono ancora visibili nella cripta, l’imponente cattedrale si staglia con grande effetto alla vista come uno scrigno nero di fascino tutto gotico. Imponenti per dimensioni e magnificenza, sono le vetrate che illuminano le cappelle dell’abside e il coro, volute dal re di Francia Luigi IX (il San Luigi dei francesi).
Ai piedi della cattedrale si trova la boutique Michelin dove gli appassionati possono trovare tutti i gadget Michelin possibili e immaginabili. In mezzo alla piazza troneggia la fontana monumentale di Urbano II, una delle oltre 50 fontane che riempiono piazze e strade dei due centri storici cittadini. Questo grande monumento venne costruito per celebrare l’ottavo centenario dell’appello di Clermont del 1095 con il quale il papa Urbano II promosse la prima crociata in Terra Santa. I due architetti artefici del lavoro hanno sovrapposto due bacini in pietra lavica facendo ricorso al repertorio ornamentale del bestiario neogotico. La mano destra della statua del Papa indica la direzione della Terra Santa.
Bisogna invece dirigersi verso la rue du Port per ammirare in tutto il suo splendore il gioiello romanico della città, uno dei capolavori dell’Alvernia che l’Unesco annovera tra i suoi patrimoni mondiali: è la basilica Notre-Dame du Port, scrigno di un insieme unico di vetrate policrome e pitture murali, recentemente restaurata. Le date della sua costruzione sono ancora incerte ma si propende per la datazione intorno al primo terzo del XII secolo. Tappa di pellegrinaggio lungo i percorsi per San Giacomo di Compostela, questo capolavoro di architettura e scultura romanica è costruito in arenaria, pietra a cui si deve il particolare color sabbia delle facciate.
La parte esterna del santuario, il capocroce, possiede una disposizione piramidale ed una decorazione dalla fine policromia di cui si può avere una bella visuale d’insieme dal belvedere situato nella rue Roberts. Fini mosaici sono visibili nell’abside e il portale sud è caratterizzato da un decoro in rilievo. All’interno meritano attenzione i quattro capitelli istoriati del coro che fanno un parallelo tra alcune scene della vita di Eva ed altre della vita di Maria, la grandiosa navata a 5 campate e il coro rialzato con 8 colonne a semicerchio. Il tutto unito in un amalgama architettonico di grande purezza.
Si può poi proseguire alla volta di Thiers, ad est di Clermont-Ferrand, una meta fuori dai circuiti turistici ma famosa per essere la capitale francese della tradizione della coltelleria, nonché porta di ingresso del Parco del Livradois-Forez. Una tradizione storica di ben 700 anni ha visto nascere lungo le rive del fiume Durolle le ruote dei mulini che fornivano l’energia per le mole utilizzate nella lavorazione delle lame. Le esperte mani di artigiani al motto di “Labor omnia vincit” hanno forgiato, molato, affilato lame per secoli tramandando una conoscenza che oggi si è trasformata in una eccellenza di prodotto della città, preservata dalla Confrérie du Couteau con il marchio “Le Thiers” che certifica il rigoroso rispetto del capitolato di lavorazione.
Il museo che omaggia e insieme preserva la memoria storica di questo illustre artigianato, il Musée de la Coutellerie, ha ben due sedi: al numero 23 e 58 di Rue de la Coutellerie, l’una dedicata alla collezione e l’altra alla lavorazione. Prestigiosa è senz’altro l’esposizione di coltelli dal XVII al XXI secolo con più di 800 esemplari distribuiti su due piani di collezione ai quali si affiancano gli elementi ospitati durante mostre temporanee che vengono allestite periodicamente nelle sale del museo. Tra le tante chicche gelosamente custodite, vale la pena segnalare i coltelli giganti realizzati per esposizioni e fiere industriali: uno ha il manico in avorio di 11 kg e un ornamento che rappresenta il blasone di Thiers tra due cornucopie. La scoperta delle differenti fasi della fabbricazione dei coltelli può essere completata seguendo l’itinerario a piedi “la Vallée des Usines” lungo il fiume Durolle alla volta delle fabbriche e officine artigiane dove si svolgeva la lavorazione dei coltelli.
Oltre al museo e alla tradizione coltelliera, la città può deliziare il viaggiatore con scorci di grande suggestione, pittoreschi vicoli e atmosfere storiche godibili soprattutto nel quartiere medievale. La stessa rue de la Coutellerie è resa variopinta e attraente grazie alla presenza di case a graticcio e laboratori artigianali molto caratteristici. Altre strade dove ci si dimena tra case a graticcio, botteghe e palazzi borghesi rinascimentali sono Rue Pirou, Rue du Bourg e Rue de la Conchette. Un bel palazzo in stile borbonese è l’Hotel du Pirou sull’omonima via, oggi sede dell’Ufficio del Turismo, mentre la Maison de l’Homme des Bois (casa dell’uomo dei boschi) incuriosisce per le sue enigmatiche decorazioni. Da vedere anche la basilica di Saint-Genès che ben testimonia l’antico splendore della città.
Situata nella zona del Massiccio Centrale, l’Alvernia detiene un patrimonio naturalistico che ben le è valso l’appellativo di “cuore verde della Francia”. D’altronde i fatti parlano da soli: è la regione francese con uno dei più vasti parchi naturali d’Europa, il Parco Naturale Regionale dei Vulcani d’Alvernia creato nel 1977. Lungo la catena dei Puy, disegnata da oltre 80 crateri addormentati e da cime limate dal tempo, si schiude da nord a sud un paesaggio naturale spettacolare e città magiche nate da crateri e formazioni laviche. Se fosse ancora possibile, si dovrebbe viaggiare in questo paese a dorso d’asino, come fece lo scrittore Stevenson!
Il parco (aperto da marzo a inizio ottobre) ha un’estensione di 40 chilometri e raccoglie il massiccio vulcanico dei Domes (la cima più alta è il Puy de Dome di 1465 metri, punto di osservazione privilegiato della catena), il Dore (con i 1886 metri del Puy de Sancy, punto più alto del Massiccio Centrale), il gruppo dei Monti del Cantal (il punto culminante è il Plomb du Cantal di 1855 m. mentre le Puy Mary, con la sua circonferenza di base di ben 70 km, vanta il primato di più grande vulcano spento d’Europa, ed è circondato da superbe vallate scolpite dai ghiacciai). Il parco offre la possibilità di viaggiare in un territorio protetto, scolpito dal ghiaccio e dal fuoco, disseminato di laghi e torbiere, scavato da gole e crateri, una vera manna dal cielo per i geologi. I principali sentieri sono i GR 30 (giro dei laghi), i GR 400 e 441 (giro dei vulcani del Cantal e dei Puys).
Contribuiscono ad arricchire il mosaico verde delle preziosità naturali dell’Alvernia, le Cézallier, l’altopiano granitico de l’Artense, laghi vulcanici e glaciali come il Lac Pavin, Gour de Tazenat, Bouchet, Godivelle, Saint-Front, Guéry, Chambon che conservano fragili ecosistemi interessanti per la loro biodiversità. In un contesto simile è facile immaginare i magnifici panorami godibili dai passi di montagna, ma anche semplicemente scrutando castelli, vecchi borghi medievali e dimore antiche, la cornice di sfondo sarà sempre sorprendente: picchi, colline e laghi o corsi d’acqua imprevisti.
A circa 15 km da Clermont-Ferrand si trova Vulcania che merita una sosta in quanto si presenta come uno dei più spettacolari parchi tematici ideati attorno al tema, caro in casa Alvernia, della vulcanologia. Questo Parco dell’Avventura della Terra è un laboratorio esperienziale che esplora i misteri dell’universo nella forma interattiva di un viaggio nel tempo grazie al quale si possono sorvolare altri pianeti e conoscere da vicino le dinamiche planetarie che hanno plasmato la superficie terrestre e assistere al lavoro dei vulcanologi sul terreno come se si fosse in un laboratorio. Unire l’aspetto educativo all’intrattenimento è la formula scelta per un percorso che ha esplicite finalità didattiche e propedeutiche all’interesse verso la scienza: filmati spettacolari in 4D, ambienti multimediali e interazione a 360 gradi conducono per mano i più piccoli in una avvincente panoramica sui segreti naturali che governano il nostro pianeta.
Da Thiers si può facilmente accedere a un altro dei grandi cuori verdi dell’Alvernia, il Parco Naturale Regionale del Livradois-Forez, oasi di pace particolarmente gradito dagli amanti del trekking, della mountain bike e delle escursioni a cavallo. Parliamo di 320.000 ettari di natura di media montagna che offre paesaggi molto diversi da quelli vulcanici fin’ora descritti, composti per lo più da foreste, valli e dolci rilievi. Il risultato è un ambiente rurale, mite e con delicate sfumature che ben si addicono all'appellativo di “Toscana d’Alvernia”, utilizzato già nel XVI secolo da Caterina de Medici, sposa del re di Francia Enrico II, per descrivere questa parte di Francia che si declina in sei zone principali: la regione di Thiers, Bas-Livradois, Haut-Livradois, Monti del Forez, pianura d’Ambert e regione della Chaise-Dieu.
Ci troviamo, ancora una volta, a contatto con un ambiente virtuoso che contribuisce alla protezione ed alla promozione del patrimonio locale. Un ambiente, l’ennesimo, che svela i grandi spazi di cui è capace l’Alvernia accogliendo il visitatore questa volta al motto di “Finissez d’entrer en Livradois-Forez!”, un invito cioè ad entrare nell'intimità di un territorio senza barriere che si distingue per l’ingegnosità ed il sapere antico dei suoi abitanti, che hanno saputo adattarsi all'evoluzione dei tempi, integrando le nuove tecnologie e modificando continuamente le loro tecniche.
In tal senso, uno degli itinerari più affascinanti che si possono compiere, è il cosiddetto “giro del venditore ambulante” attraverso la regione delle “Jasseries”, fattorie situate in altitudine sulle creste del Forez, percorsa in altri tempi da mercanti ambulanti. Si tratta di un circuito di circa 8 km, percorribile in tre ore e mezza, scandito da nove leggii smaltati che rievocano il ricordo di questa gente. Nel nostro lento girovagare in Alvernia, infine, non possono mancare le fermate nei tanti laboratori artistici che si incontrano nei villaggi e nei borghi del Livradois-Forez e che vanno a disegnare il profilo di un ultimo, ma non meno interessante, percorso turistico, la Strada dei Mestieri (Route de Métiers).
Su questo sfondo intangibile, il nostro itinerario attraverso i tesori culturali dell’Alvernia si dispiega seguendo le molteplici attrazioni presenti nei dipartimenti dell’Alta Loira, del Cantal e del Puy de Dome con tappe d’obbligo più prolungate alla “città santuario” Puy-en-Velay, patrimonio dell’Unesco, Brioude dove sorge la chiesa romanica più grande della regione, Salers nel cuore del Cantal, il capoluogo Clermont-Ferrand, capitale storica dell’antica provincia d’Alvernia e Thiers, capitale francese della coltelleria.
L'Alta Loira
Sorge tra picchi vulcanici una delle indiscusse meraviglie non solo dell’Alta Loira ma anche del mondo intero: la città patrimonio dell’Unesco, Le Puy-en-Velay. Importante centro di pellegrinaggio mariano fin dal Medioevo, la città è ancora oggi tappa obbligata del Camino de Santiago, il famoso itinerario spirituale che muove ogni anno milioni di fedeli alla volta di Santiago de Compostela. Da place du Plot partiva la Via Podiensis, uno dei quattro punti di partenza francesi del Camino, e quello con la tradizione storica più antica dato che il Cammino di Puy è basato sull’itinerario del primo pellegrinaggio intrapreso da Gotescalco, vescovo di Puy, nel 950 d.C.
Intessuta di indiscusse suggestioni spirituali, la città è una vera miniera di tesori d’arte a cominciare dalla splendida Chapelle Saint-Michel arroccata su un camino vulcanico alto 82 metri e la maestosa Cattedrale, anch’essa dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Di sicuro straordinaria è la posizione della Chapelle Saint-Michel costruita nel X secolo sulla roccia vulcanica d’Aiguilhe. Fu inaugurata per l’esattezza il 18 luglio del 926. Tra i pezzi del Tesoro scoperto nel 1955 quando l’altare venne restaurato, un magnifico Cristo reliquario che sembra essere l’opera di una scuola spagnola del X secolo.
La Cattedrale Notre-Dame, invece, è in se stessa già uno scrigno di tesori: la pietra delle febbri, la statua della Madonna nera, gli affreschi e i dipinti, il chiostro dichiarato monumento nazionale, tutto converge in questo edificio maestoso la cui fama è certamente legata ai pellegrinaggi della Madonna nera. Quest’ultimi iniziano dalla Rue Chènebouterie per terminare in cima al Mont Anis, luogo mistico legato, appunto, alle apparizioni della Madonna nera e sul quale è stata poi edificata la Cattedrale. Di stile romanico, il Duomo simbolo della città ha subito diverse influenze provenienti dalla Spagna moresca e dall’Oriente lungo i due secoli di costruzione e ben visibili oggi nei diversi stili che convivono nell’architettura: romanico, bizantino, carolingio e moresco.
La magnifica facciata policroma (sono stati utilizzati tre diversi tipi di pietra) incorpora un portale con un superbo gruppo di statue e mosaici. Sotto il portico grande, le “porte di cedro” del XII secolo e la scala interna, aperta in estate, i cui primi gradini si trovano sotto la navata centrale. Il coro riposa direttamente sulla roccia, ma per ampliare la cattedrale nei secoli XI e XII al fine di accogliere i sempre più numerosi pellegrini, quattro campane supplementari furono costruite sul vuoto per recuperare un dislivello di 17 metri. A supportare le alte arcate sono pilastri enormi.
Tra le varie reliquie che rendono la Cattedrale di Le Puy una sorta di museo religioso, c’è la cosiddetta pietra delle apparizioni, o pietra delle febbri. Sarebbe questa, la tavola vulcanica di un dolmen sul Monte Anis vicino al quale apparve per la prima volta la Vergine e che venne chiamata “pietra delle febbri” a ricordo delle guarigioni miracolose. Ancora oggi i pellegrini si sdraiano su questa pietra per riceverne gli influssi positivi. Dopo una nuova apparizione, una prima chiesa fu costruita nel 430 in quel luogo indicato dalla Vergine e dove si trovava prima un santuario pagano.
Da quel momento iniziano i pellegrinaggi cristiani, che succedono alle cerimonie druidiche sul Mont Anis. Insieme a Chartres, Le Puy-en-Velay è il santuario mariano più antico della Gallia cristiana. Tutt’ora le feste religiose molto sentite esprimono il culto e la grande devozione verso la Vergine. In particolare, alla vigilia dell’Assunzione (14 agosto) sono numerosi a salire dalla città bassa verso il santuario. La festa del 15 agosto, poi, culmina con la processione che porta la statua di Notre-Dame du Puy (la Madonna nera) per le vie del centro storico della città. La statua della Madonna nera (secolo XIII) si trova solitamente sull’altare maggiore della Cattedrale, proviene dall’antica cappella di San Maurizio del Rifugio ed è stata incoronata dal vescovo di Le Puy in nome del Papa Pio IX, l’8 giugno 1856.
All'interno della Cattedrale sono presenti affreschi e dipinti degni di noti, tra i quali il dipinto murale situato nella cappella delle reliquie, noto come affresco delle arti liberali. Scoperto nel 1850 sotto uno spesso intonaco, il dipinto è un capolavoro della fine del Quattrocento con influenze d’arte fiamminga, e rappresenta la grammatica, la logica (con Aristotele), la retorica (con Cicerone) e la musica. Altro gioiello degno di nota è il chiostro di San Giovanni Battista considerato tra i più belli d’Europa. Venne costruito contemporaneamente alla Cattedrale, tra l’XI e il XII secolo e, secondo l’accademico e storico dell’arte Emile Male, le sue arcate possono essere paragonate a quelle della moschea di Cordova, a causa dei cunei di diversi colori. Oltre al chiostro, all’esterno si trova anche lo storico Hotel Dieu che un tempo ospitava i pellegrini ed oggi è sede di mostre. Per risalire il Monte Anis fino alla cattedrale si devono percorrere le vie Rue Raphael e Rue des Tables.
L’intero ambiente della città alta si trova all'interno di un’area protetta di 35 ettari nei quali sono preservate le caratteristiche architettoniche di antiche abitazioni, ornate di torrette, porte intagliate e finestre. Il cuore storico di Puy-en-Velay è uno dei più grandi complessi medioevali e rinascimentali francesi. Più recente (1855-1860) è l’edificazione della statua Notre-Dame de France che domina la città, realizzata con la fusione di oltre 200 cannoni sequestrati da Napoleone III dopo la vittoriosa battaglia di Sebastopoli durante la guerra di Crimea. E’ alta 16 metri per un peso totale di 835 tonnellate: 110 per la statua, 680 per il piedistallo di pietra e 45 per il suo rivestimento di ferro.
Non si può andar via dalla città senza aver prima visitato il colorato mercato che il sabato mattina invade Place du Plot con i prodotti tipici della regione portati direttamente dai contadini come, ad esempio, il famoso formaggio del Velay coperto di “artisons”, ovvero micro-organismi che ne assicurano la qualità. Rimanendo in tema di tipicità locali, vale la pena soffermarsi in qualche merletteria dove si tramanda l’arte dei pizzi con la tecnica a rocchetto, tradizione preservata oggi dal Centre d’Enseignement de la Dentelle au Fuseau e l’Atelier Conservatoire National de la Dentelle. La leggenda vuole che sia proprio il Velay la culla di quest’arte delle cui origini si sa, in realtà, ben poco ma che ha di certo rappresentato una parte rilevante dell’economia della regione di Le Puy nei secoli passati. Da provare, o da portarsi a casa come souvenir gastronomico, sono anche le lenticchie verdi Doc, altra tipicità regionale di tutto rispetto.
Spostandosi dalla città-gioiello dell’Alta Loira, si possono incontrare, a pochi chilometri di distanza, interessanti villaggi come Bas-en Basset, gemellata dal 2006 con la cittadina umbra di Fabro, che ospita nel suo territorio comunale il Castello di Rochebaron, costruito su un picco scosceso alto 653 metri e classificato Monumento storico di Francia. Le sue rovine dominano l’alta valle della Loira e offrono una magnifica vista che si estende fino ai vulcani del Meygal. Venne edificato agli inizi del XII secolo come castello militare a scopo difensivo dei confini territoriali tra la contea di Forez e il vescovato di Velay. Fortificazioni difensive e imponenti torri furono aggiunte nei secoli successivi. Ad occuparsi oggi della tutela di questo monumento nazionale è l’associazione "Amis de Rochebaron" che organizza visite guidate, attività culturali, esposizioni, concerti e suggestive rievocazioni compresa la Festa medievale dei mestieri e delle tradizioni che si tiene in agosto.
Da Le Puy-en-Velay dirigendosi verso ovest si entra nel territorio de l’Haute Allier dove spiccano due destinazioni di grande interesse culturale: Lavaudieu e Brioude. Situato tra le gole dell’Allier e le foreste del Livadrois nei pressi di Brioude, Lavaudieu fa parte dell’associazione che riunisce i più bei villaggi della Francia (Les Plus Beaux Villages de France). Il borgo è nato attorno un’antica abbazia benedettina edificata nel 1066 sulle rive del fiume Senouire. Questo notevole complesso monastico ospita la chiesa abbaziale di Sant’Andrea con notevoli affreschi di scuola italiana senese e un piccolo chiostro, intatto gioiello romanico del XII secolo con archi, colonne e capitelli di differenti stili. Nel refettorio è visibile un grande affresco del XII secolo di influenza bizantina. Da visitare nel borgo anche il Museo delle arti, del folklore e delle tradizioni popolari dell’Alta Loira.
Sulle tracce del romanico in Alvernia si va sul sicuro come conferma anche la prossima tappa, Brioude. Qui sorge infatti la più grande chiesa romanica della regione, la Basilica di Saint Julien. Per ammirarla bisogna recarsi nel cuore del quartiere canonico di Brioude, il cui nucleo storico è contraddistinto dalla presenza di bei palazzi e case a graticcio. E’ questa un’altra meta di pellegrinaggio famosa in Alvernia, legata alla storia del martire Giuliano, soldato romano convertitosi al cristianesimo e per tale motivo giustiziato nel 304 dc. I suoi resti vennero poi tumulati nel sito dove sorge l’attuale basilica e la sua tomba divenne ben presto meta di tanti fedeli che ritenevano avesse proprietà miracolose, specie dopo che il santo divenne patrono della città di Brioude e protettore dell’Alvernia. Nel corso di tre secoli si sviluppa la costruzione della basilica, iniziata in stile romanico nell’XI secolo. E’ datata invece XII secolo la parte orientale, mentre la volta gotica della navata centrale risale al XIII secolo.
Gli interni sono eleganti e brillano di colori policromi, tanti quanti sono le pietre utilizzate per le colonne e gli archi. Vi si possono ammirare una grande varietà di raffigurazioni nei capitelli, il pavimento a mosaico e affreschi raffiguranti scene animate, animali e personaggi biblici. Una menzione a parte meritano gli affreschi della cappella di San Michele, un capolavoro assoluto di arte romanica con influenze bizantine del 1180 che rappresenta una superba visione dell’Apocalisse con al centro la raffigurazione del Cristo Pantocratore. Un contributo recente alla valorizzazione ulteriore della bellezza di questo capolavoro d’arte romanica proviene dall’installazione di 37 nuove vetrate dipinte nel 2008 dall’artista e monaco domenicano di origine coreana Kim en Joong dove misticismo, arte e fede si fondono nell’esperienza visiva di grande intensità restituita da un raffinato gioco di luci e colori.
Il Cantal
Villaggi caratteristici e fattorie di montagna (i cosiddetti “burons”) definiscono il paesaggio, sempre prodigo di natura, del Cantal, il dipartimento dominato dall'omonimo massiccio e dal più grande vulcano spento d’Europa, il Puy Mary. L’origine vulcanica del territorio è complice, ancora una volta, di disegni del tutto particolari che rendono l’ambiente che si attraversa particolarmente suggestivo, quasi fuori dal mondo. La massa di montagne che ha come epicentro il Puy Mary, infatti, dopo essere stata livellata dall'erosione glaciale, forma oggi un insieme di altopiani che scendono in leggera pendenza e inframmezzati da valli verdeggianti.
Un ambiente del genere, che continua ad attirare geologi da tutto il mondo, non può che richiamare missioni di tutela a salvaguardia della sua eccezionalità ed infatti il sito del Puy Mary è oggetto di un “programma Natura 2000” che intende favorire la gestione consapevole di un luogo che è anche meta turistica, al fine di preservare la conservazione della biodiversità e delle tantissime specie animali e vegetali che qui hanno il loro habitat. Il sito è dominato dall’emblematica piramide del Puy Mary (1787 metri), divenuta simbolo per antonomasia del Cantal.
Insieme ai vulcani, accompagnano il tragitto dei viaggiatori nel dipartimento sud-occidentale dell’Alvernia, fiumi, laghi di origine vulcanica, boschi, verdi pascoli punteggiati da placide mandrie di bovini e villaggi montani dove fare subito la conoscenza di alcuni dei prodotti principe non solo del Cantal ma di tutta la regione, i formaggi AOP. In particolare, sono cinque i formaggi AOP che si possono, tra l’altro, degustare tutti percorrendo l’apposita Route des Fromages (Strada dei formaggi AOP d’Alvernia): il Cantal e il Salers prodotti sulle alte montagne e i contrafforti del Cantal, il Saint-Nectaire nelle montagne del Dome, il Bleu d’Auvergne nel cuore del Massiccio Centrale, la Fourme d’Ambert nel Livradois-Forez.
Nel caso del Cantal, viene utilizzato latte crudo o pastorizzato di vacca, a freddo e presenta la caratteristica forma di cilindro alto (in francese “fourme”). Legata a questa produzione così tipica del territorio è la presenza dei numerosi “burons”, le piccole fattorie di montagna che prolificano nel Cantal. Costruite con muri di pietra vulcanica a secco o in muratura e tetti ricoperti in ardesia, questi rifugi artigianali corrispondono più o meno alle malghe o baite alpine che servivano ad ospitare gli allevatori durante gli alpeggi estivi del bestiame. Oggi queste semplici dimore sono state in parte convertite all’accoglienza turistica “rurale” in strutture fortemente tipiche e legate al territorio come Chambres d’hotes, Auberge e locande.
Salers è uno dei paesi in quota del Cantal che vale la pena visitare. Rientra nel circuito dei più bei villaggi di Francia e si trova a mille metri sopra il livello del mare. Sono le tracce lasciate intatte dalla storia a rendere questo borgo medievale un gioiello artistico degno di nota. Ben 22 dei suoi tanti edifici prestigiosi sono dichiarati monumenti nazionali, merito anche del suo passato che la vide sede, nel 1550 e per oltre due secoli, dell’amministrazione giudiziaria delle alte montagne alverniati, per ordine del re Enrico II.
La presenza della corte reale diede a Salers una prosperità tutt’ora percepibile nelle testimonianze che la rivestono di eleganza e monumentalità: i bastioni, le case rinascimentali, i palazzi del XVI secolo costruiti in pietra lavica, finestre bifore, torrette e campanili, tutto contribuisce ad arricchire il bel mosaico artistico del borgo. Tra le case storiche, spiccano La Ronade, Flageac, Bargues Bertrandy con le loro splendide facciate, le porte riccamente decorate e i cortili interni, mentre la chiesa romanica di San Matteo espone importanti arazzi di Aubusson. Il nome di Salers è legato anche a quello dell’omonimo formaggio AOP e di un aperitivo a base di genziana che conviene provare.
Pochi chilometri a sud di Salers si incontra un’altra oasi di pace del Cantal, il romantico villaggio di Tournemire dalla tipica architettura cantaliana con case dai tetti in ardesia. La località è famosa per il suo Castello, il cinquecentesco Chateau d’Anjony. Questa fortezza è fortemente scenografica, composta da quattro alte torri perfettamente conservate che dominano la valle della Doire ed è considerata uno dei più bei esempi d’architettura militare dell’Alta Alvernia del XV secolo. Al suo interno si possono ammirare mobili di diverse epoche, stanze decorate e un gruppo di affreschi del XVI secolo. Se non sì è riusciti ad assaporare la genziana a Salers, la prossima tappa può porre rimedio.
Quando si arriva a Riom-ès-Montagnes, infatti, si mette piede nel luogo di produzione (fin dal 1929) del liquore Aveze, ricavato appunto dalla lavorazione e macerazione della radice di questa pianta che fiorisce naturalmente sui versanti dei monti del Cantal. La genziana viene raccolta rigorosamente a mano nell’area protetta del parco regionale. Per avere un’idea più precisa del mestiere, della sapienza, del gusto e della passione che c’è dietro alla produzione dell’Aveze, si può prendere parte ad una visita guidata presso lo Spazio Aveze - Maison de la Gentiane dove viene illustrata la storia del prodotto e i segreti della sua lavorazione artigianale con la possibilità, naturalmente, di degustarne l’essenza e di fare acquisti direttamente in loco. Un altro tipico villaggio cantaliano è Apchon, un luogo davvero ameno ancora non scoperto dal turismo di massa e popolato da poco più di 200 abitanti. Vi si trovano le rovine di un antico castello, una bella chiesa (Saint-Blaise) e le immancabili case dal tetto in ardesia.
Il Puy de Dome
Passando dal Cantal al dipartimento del Puy de Dome lungo le panoramiche strade che attraversano il Parco Regionale dei Vulcani d’Alvernia, si incontrano alcuni borghi medievali che celano meravigliose perle di storia facilmente raggiungibili seguendo l’itinerario della Strada delle Chiese romaniche. Del fiorente patrimonio francese di chiese romaniche medievali dell’XI e XII, una grandissima parte risiede proprio in Alvernia dove si contano oltre 200 chiese di cui i capolavori assoluti si trovano a Saint Nectaire, Saint-Saturnin, Orcival, Issoire e Clermont Ferrand. Sono questi dei veri e propri poli d’interesse internazionale che comprendono edifici, affreschi e sculture di valore immenso.
L’arte romanica si diffuse in Alvernia alla fine del X secolo e all’inizio dell’XI, più che in qualsiasi altro luogo al mondo favorendo varianti di profondo valore artistico, come lo stile alverniate e la Scuola d’Alvernia, sviluppatasi intorno alla diocesi di Clermont-Ferrand alla fine del X secolo. Un interessante quadro d’insieme per comprendere la complessità di questo patrimonio culturale unito dal filo rosso dell’arte romanica, è restituito dal nuovo “Spazio Arte Romanica” allestito presso l’Ufficio del Turismo di Clermont-Ferrand, in place de la Victoire, che propone uno spettacolo di 30 minuti (anche in italiano) che illustra le principali meraviglie dell'Alvernia romanica.
Il capoluogo regionale non può che essere denso di attrazioni, degno di un territorio così sorprendentemente vario e vasto come l’Alvernia. Nata dal fuoco, dall’acqua e dall’aria, in piena zona dei vulcani, Clermont-Ferrand fruisce di una posizione eccezionale, tanto per iniziare. Siamo, infatti, a due passi da circa un’ottantina di vulcani addormentati, sormontati dall'emblematico Puy de Dôme, mitico vulcano sulla sommità del quale si trova uno dei grandi santuari della Gallia: il tempio di Mercurio. A nord si estende la fertile pianura cerealicola della Limagne e verso est i folti monti del Livradois-Forez svelano splendidi paesaggi. Ancora più vicino alla città si trova l’oppido di Gergovie, luogo in cui il giovane capo dei Galli, Vercingetorige, sconfisse Cesare. Clermont-Ferrand, che è stata una importante città gallica, è oggi un fiorente polo industriale (basti sapere che è la sede della Michelin) nonché vivace centro universitario. Un’altra particolarità della città è data dal sottosuolo che, grazie alle eruzioni vulcaniche, ha lasciato in eredità un ricco dedalo di gallerie utilizzate per la costruzione di cantine con profondità molto elevate, fino a sette livelli.
Le bellezze artistiche e architettoniche del capoluogo dell'Alvernia si dividono tra i due centri storici che la caratterizzano, Clermont e la medievale Montferrand, riuniti in unica città nel 1630 sotto Luigi XIII. I due centri si sono sviluppati parallelamente, il primo sotto l’autorità episcopale, il secondo sotto il potere comitale. Una visita al cuore dell’antica Clermont non può prescindere dalla place de la Victoire che sorge sul preesistente Oppidum gallico. La piazza è costeggiata dalla facciata meridionale della maestosa cattedrale gotica di Notre Dame de l’Assomption che spicca per il suo colore antracite dovuto all’uso della roccia lavica di Volvic. L’interno annovera un eccezionale insieme di vetri e pitture murali. Costruita sul sito di preesistenti chiese romaniche del VIII e X secolo le cui vestigia sono ancora visibili nella cripta, l’imponente cattedrale si staglia con grande effetto alla vista come uno scrigno nero di fascino tutto gotico. Imponenti per dimensioni e magnificenza, sono le vetrate che illuminano le cappelle dell’abside e il coro, volute dal re di Francia Luigi IX (il San Luigi dei francesi).
Ai piedi della cattedrale si trova la boutique Michelin dove gli appassionati possono trovare tutti i gadget Michelin possibili e immaginabili. In mezzo alla piazza troneggia la fontana monumentale di Urbano II, una delle oltre 50 fontane che riempiono piazze e strade dei due centri storici cittadini. Questo grande monumento venne costruito per celebrare l’ottavo centenario dell’appello di Clermont del 1095 con il quale il papa Urbano II promosse la prima crociata in Terra Santa. I due architetti artefici del lavoro hanno sovrapposto due bacini in pietra lavica facendo ricorso al repertorio ornamentale del bestiario neogotico. La mano destra della statua del Papa indica la direzione della Terra Santa.
Bisogna invece dirigersi verso la rue du Port per ammirare in tutto il suo splendore il gioiello romanico della città, uno dei capolavori dell’Alvernia che l’Unesco annovera tra i suoi patrimoni mondiali: è la basilica Notre-Dame du Port, scrigno di un insieme unico di vetrate policrome e pitture murali, recentemente restaurata. Le date della sua costruzione sono ancora incerte ma si propende per la datazione intorno al primo terzo del XII secolo. Tappa di pellegrinaggio lungo i percorsi per San Giacomo di Compostela, questo capolavoro di architettura e scultura romanica è costruito in arenaria, pietra a cui si deve il particolare color sabbia delle facciate.
La parte esterna del santuario, il capocroce, possiede una disposizione piramidale ed una decorazione dalla fine policromia di cui si può avere una bella visuale d’insieme dal belvedere situato nella rue Roberts. Fini mosaici sono visibili nell’abside e il portale sud è caratterizzato da un decoro in rilievo. All’interno meritano attenzione i quattro capitelli istoriati del coro che fanno un parallelo tra alcune scene della vita di Eva ed altre della vita di Maria, la grandiosa navata a 5 campate e il coro rialzato con 8 colonne a semicerchio. Il tutto unito in un amalgama architettonico di grande purezza.
Si può poi proseguire alla volta di Thiers, ad est di Clermont-Ferrand, una meta fuori dai circuiti turistici ma famosa per essere la capitale francese della tradizione della coltelleria, nonché porta di ingresso del Parco del Livradois-Forez. Una tradizione storica di ben 700 anni ha visto nascere lungo le rive del fiume Durolle le ruote dei mulini che fornivano l’energia per le mole utilizzate nella lavorazione delle lame. Le esperte mani di artigiani al motto di “Labor omnia vincit” hanno forgiato, molato, affilato lame per secoli tramandando una conoscenza che oggi si è trasformata in una eccellenza di prodotto della città, preservata dalla Confrérie du Couteau con il marchio “Le Thiers” che certifica il rigoroso rispetto del capitolato di lavorazione.
Il museo che omaggia e insieme preserva la memoria storica di questo illustre artigianato, il Musée de la Coutellerie, ha ben due sedi: al numero 23 e 58 di Rue de la Coutellerie, l’una dedicata alla collezione e l’altra alla lavorazione. Prestigiosa è senz’altro l’esposizione di coltelli dal XVII al XXI secolo con più di 800 esemplari distribuiti su due piani di collezione ai quali si affiancano gli elementi ospitati durante mostre temporanee che vengono allestite periodicamente nelle sale del museo. Tra le tante chicche gelosamente custodite, vale la pena segnalare i coltelli giganti realizzati per esposizioni e fiere industriali: uno ha il manico in avorio di 11 kg e un ornamento che rappresenta il blasone di Thiers tra due cornucopie. La scoperta delle differenti fasi della fabbricazione dei coltelli può essere completata seguendo l’itinerario a piedi “la Vallée des Usines” lungo il fiume Durolle alla volta delle fabbriche e officine artigiane dove si svolgeva la lavorazione dei coltelli.
Oltre al museo e alla tradizione coltelliera, la città può deliziare il viaggiatore con scorci di grande suggestione, pittoreschi vicoli e atmosfere storiche godibili soprattutto nel quartiere medievale. La stessa rue de la Coutellerie è resa variopinta e attraente grazie alla presenza di case a graticcio e laboratori artigianali molto caratteristici. Altre strade dove ci si dimena tra case a graticcio, botteghe e palazzi borghesi rinascimentali sono Rue Pirou, Rue du Bourg e Rue de la Conchette. Un bel palazzo in stile borbonese è l’Hotel du Pirou sull’omonima via, oggi sede dell’Ufficio del Turismo, mentre la Maison de l’Homme des Bois (casa dell’uomo dei boschi) incuriosisce per le sue enigmatiche decorazioni. Da vedere anche la basilica di Saint-Genès che ben testimonia l’antico splendore della città.
Informazioni turistiche e recapiti utili
Dove dormire
Tra le formule di alloggio adatte al turista itinerante e alle coppie (in auto e moto) consigliamo soprattutto soluzioni che offrono accoglienza di stampo famigliare (poche camere ma con standard alberghieri) e prezzi sorprendentemente contenuti come Chambres d'Hotes (corrispondenti al Bed & Breakfast), Gites, Auberge de Pays, cottage, locande, maisons, fattorie e tradizionali case rurali.
Soste consigliate
- Auvergne Destination
- Maison du Tourisme de la Haute-Loire
- Strada dei formaggi AOP d’Alvernia
- L’ Auvergne à moto (la guida di riferimento progettata per gli appassionati mototuristi).
Dove dormire
Tra le formule di alloggio adatte al turista itinerante e alle coppie (in auto e moto) consigliamo soprattutto soluzioni che offrono accoglienza di stampo famigliare (poche camere ma con standard alberghieri) e prezzi sorprendentemente contenuti come Chambres d'Hotes (corrispondenti al Bed & Breakfast), Gites, Auberge de Pays, cottage, locande, maisons, fattorie e tradizionali case rurali.
Soste consigliate
- La Parenthèse - Puy-en-Velay, Avenue de la Cathedrale 8 (Alta Loira).
Grazioso ristorante ideale per gustare piatti tipici alverniati basati su materie prime rigorosamente di produzione locale. - Le Moulin de Villeroze - Riom, Route de Marsat n. 144 (Puy de Dome).
Ristorante con servizio di raffinato livello e menu da 23 a 49 euro. - La Domaine de la Siarre - Lieu-dit Ricou, 63120 Sermentizon (Puy de Dome).
Chambre d’hotes di charme ospitata in una casa colonica della fine del XVIII secolo, nel cuore della Toscana d’Alvernia nel Parco Naturale Regionale del Livradois-Forez. Una sola camera (L’Assolelhada, la soleggiata in Occitano) molto confortevole e arredata con gusto mediterraneo con ingresso separato, salotto, soppalco e ampio bagno. Presso il ristorante lo chef organizza anche corsi di cucina. - Auberge de la Hulotte - La Peche, Saint Jacques d’Ambur (Puy de Dome).
Accogliente locanda gestita da Gaelle e Dominique Aubignat. Ospitato in un rustico di campagna, offre cucina regionale (da provare la truffade, confidou di vitello con prugne e funghi, la tripoux, i formaggi e la charcuterie), 4 camere ricavate dal vecchio fienile, ottimo rapporto qualità prezzo (cena a partire da 21 euro e camera da 47 euro) e posizione favorevole per visitare il parco Vulcania a 20 km. - Le Moulin des Poètes - rue des Moulins Blancs 34 Malauzat (Puy de Dome).
A nord di Clermont Ferrand nel Pays de Riom, un antico mulino ristrutturato con un ampio parco-giardino è l’ambientazione di questo romantico Chambre d’hotes. Gestito da Joelle e Daniel Chanier, una magnifica coppia di padroni di casa così gentili e accoglienti che trasformeranno il vostro soggiorno in un ricordo indimenticabile. 3 le camere, 65 euro la camera doppia colazione inclusa, aperto tutto l’anno. - Domain de la Chaux de Revel - Saint Martin Valmeroux , Salers (Cantal).
Domaine de la Chaux de Revel gestito da Joëlle et Pascal Montaz. Les Roulottes de Campagne sono una soluzione bohemien e romantica per un soggiorno a contatto con la natura. Costruite in legno naturale, sulla falsariga dei vecchi carri nomadi trainati da cavalli, decorate con colori vivaci e rispettose dell’ambiente in cui sono collocate. - Hotel Saluces - Rue de la Martille, 15140 Salers (Cantal). Tel. +33 4 7140 7082
Situato nel cuore di Salers nell’antica casa del Governatore, questo incantevole hotel offre 8 camere ammobiliate in modo raffinato in uno storico edificio del XVI secolo. Ciò che lo rende così originale è la particolarità dei materiali utilizzati: mobili d’epoca, ferro battuto e intonaci chiari.