Amsterdam: capitale di arte e cultura
Amsterdam è una città strana. Una città al contempo crocevia di idee e di mestieri, approdo per pittori, tagliatori di diamanti, birrai, stampatori, mercanti e, ovviamente, marinai. Perché Amsterdam vive in simbiosi con l’acqua, come il soprannome “Venezia del Nord” lascia ben intuire, e lo fa non sempre d’amore e d’accordo. E’ una perenne sfida, quella di Amsterdam con l’acqua e del suo popolo con il mare, una sfida difficile che negli interminabili canali in cui si articola il profilo tanto peculiare di questa capitale, sublima il suo compromesso.
Testo e foto a cura della redazione
Il risultato è geniale, come solo lo spirito di una delle più trasgressive e vitali metropoli europee sa esserlo, ed è qualcosa che può essere descritto come una vera e propria forma d’arte ambientale. Dalle case-palafitte, alle case-battello, ai mercati di fiori galleggianti, alle più moderne architetture della Oostenlijke Havengebied, la zona est del porto: una moderna Venezia che sa di poter contare su una costante evoluzione, in cui all’elemento acqua se ne aggiungono tutti gli altri, possibili e immaginabili.
Sono le forme avveniristiche della Amsterdam che provoca a colpi di architettura e design, quasi sbeffeggiando le vecchie facciate seicentesche del suo centro antico. Pensiamo, ad esempio, ai pannelli di zinco naturale di quella Balena che domina incontrastata sull’isola Sporenburg, e che gli abitanti del posto omaggiano come la “Sfinge”, palesando il carattere alquanto enigmatico della costruzione. L’edificio, ultimato dopo alterne vicende nel 2000, è uno dei due grandi blocchi di case nella nuova zona di Amsterdam: le isole conosciute come le isole KNSM, Borneo e Sporenburg.
Un’urgenza di contemporaneità che manifesta in pieno i desideri di una popolazione composta, per un terzo, da giovanissimi. Ma che non tradisce mai il passato, con quel Secolo d’oro (tra Seicento e Settecento) che ha lasciato in eredità una ricchezza artistica e culturale senza precedenti e che, ancora oggi, non finisce mai di adunare appassionati e cultori davanti a capolavori eterni, come “I Girasoli” di Van Gogh o la “Ronda di Notte” di Rembrant possono lasciarci intuire.
Sono le forme avveniristiche della Amsterdam che provoca a colpi di architettura e design, quasi sbeffeggiando le vecchie facciate seicentesche del suo centro antico. Pensiamo, ad esempio, ai pannelli di zinco naturale di quella Balena che domina incontrastata sull’isola Sporenburg, e che gli abitanti del posto omaggiano come la “Sfinge”, palesando il carattere alquanto enigmatico della costruzione. L’edificio, ultimato dopo alterne vicende nel 2000, è uno dei due grandi blocchi di case nella nuova zona di Amsterdam: le isole conosciute come le isole KNSM, Borneo e Sporenburg.
Un’urgenza di contemporaneità che manifesta in pieno i desideri di una popolazione composta, per un terzo, da giovanissimi. Ma che non tradisce mai il passato, con quel Secolo d’oro (tra Seicento e Settecento) che ha lasciato in eredità una ricchezza artistica e culturale senza precedenti e che, ancora oggi, non finisce mai di adunare appassionati e cultori davanti a capolavori eterni, come “I Girasoli” di Van Gogh o la “Ronda di Notte” di Rembrant possono lasciarci intuire.
Scoprire Amsterdam da vicino equivale a camminare, e pedalare, molto. Come è noto, le biciclette sono il mezzo di trasporto più utilizzato in città, divenute simbolo di uno stile di vita in grado di conciliarsi con tempi evidentemente più umani di quelli a cui si è (mal) abituati in altre, ben più caotiche, metropoli. Ebbene, Amsterdam è una città a misura d’uomo, e propone tutte le sue attrattive senza tradire mai il senso di questa “misura”. Per entrare nel vivo del cuore storico, bisogna recarsi a piazza Dam, divisa in due dal National Monument, obelisco di pietra alto 22 metri; la piazza è dominata dalla facciata neoclassica del Palazzo Reale (Koninklijk Paleis), e dalla Chiesa Nuova (Nieuwe Kerk), oggi sede di mostre e concerti.
Non è difficile scoprire i siti più interessanti di Amsterdam visto che si trovano quasi tutti all’interno della cintura dei canali. Tuttavia, i vari quartieri della città sono molto eterogenei e vale la pena spendere un po’ più di tempo anche per percorsi alternativi che possono dar luce ai molteplici volti della città. Dal famoso “quartiere rosso” (in via di riconversione) o “Rossebuurt” come suona in gergo locale, al non meno vivace De Pijp, altrimenti detto il “quartiere latino” di Amsterdam, dove sono di casa le più disparate culture. Basta girare attorno al mercato Albert Cuypmarkt per imbattersi presto in macellerie marocchine, drogherie turche, bazar orientali e negozi indonesiani e del Suriname, oltre a una miriade di piccoli locali che preparano specialità culinarie di quasi tutto il mondo.
Da quartiere popolare a città bohemienne a centro residenziale a vocazione multirazziale, molto ambito da studenti e artisti, il quartiere De Pijp (termine che indica case strette e profonde) di strada ne ha fatta. Di qui transitarono indistintamente scrittori e intellettuali, prostitute e ballerine di cabaret, ancora prima di stranieri e lavoratori immigrati, dapprima principalmente spagnoli, poi a seguire di altre nazionalità. Ad oggi, è una meta indispensabile se si ha voglia di piatti esotici anche in Europa; qui c’è la possibilità di assaggiare cucine davvero insolite, dalla curda alla cambogiana, dall’assira alla turca.
Stradine colorate e canaletti storici, risalenti al XVII secolo, sono invece la marca estetica di Jordaan, uno dei quartieri più caratteristici di Amsterdam dove la pausa caffè sarà motivata dalla voglia di fermarsi ad osservare un delizioso via vai che si ammucchia in piccoli gruppi attorno a negozietti particolari e boutique alla moda. Fa un certo effetto pensare che da queste parti camminò Rembrandt il quale, dopo il suo fallimento, si era stabilito in una casa sul Rozengracht, insieme al figlio Titus e a Hendrikje Stoffels.
Questo aneddoto la dice lunga sulle sorti del quartiere che, nel Secolo d’oro costituiva la zona occidentale più esterna della cerchia dei canali al di là della roccaforte dell’élite di Amsterdam che abitava in lussuose case lungo l'Herengracht (il canale dei signori), e che divenne nel tempo una sorta di rifugio per stranieri e perseguitati religiosi come gli ugonotti francesi, immigrati e commercianti che qui raggruppavano le attività non ben viste nella cerchia dei canali, come birrerie e concerie. Simbolo del quartiere è la celebre Westertoren, l'ardito campanile della Westerkerk che in realtà si trova giusto al di fuori del confine del quartiere, ma che con i suoi 85 metri è visibile da diversi angoli. Costruita tra il 1620 e il 1631 è uno dei più importanti esempi di architettura rinascimentale olandese.
A Jordaan, inoltre, si può osservare molto da vicino un altro dei tesori nascosti della città: il suo cuore verde dilazionato in tanti, piccoli cortili nascosti tra le case, i caratteristici “Hofjes”. Questi ambienti, pressoché invisibili dalla strada, schiudono insospettabili mondi non appena si varca la soglia di qualche portone. Nascono nel XVII secolo come ospizi destinati a dare alloggio ad anziani poveri, spesso e volentieri da parte di vedove e ricchi cittadini. Le case venivano costruite attorno ad un cortile (“hof”) con al centro una pompa per le varie necessità.
Oggi queste abitazioni private sono visibili al pubblico, e la maggior parte tra i più di 30 esemplari, si trova nel quartiere di Jordan. Uno degli “hofjes” più grandi è il Karthuizerhof o Huisszitten Weduwenhof (Karthuizerstraat 21-131) un ampio cortile datato 1650 che un tempo racchiudeva circa 100 camere, attualmente abitato da giovani. E’ possibile vedere all’interno due pompe con doccioni a forma di delfino e, sulla facciata, i due stemmi della città.
Con i suoi 50 e più musei, Amsterdam è una delle città giovani d’Europa che forse meglio di qualunque altra riesce a conciliare la sua vocazione al divertimento alla sua innata, preziosa eredità culturale. La visita del Museum Quarter è uno dei momenti salienti di qualsiasi viaggio, breve o lungo, nella capitale olandese. Come capitale dell’arte olandese, la città sui canali può vantare il museo più grande per la storia dei Paesi Bassi e tesoro nazionale dell’Olanda (Rijksmuseum), la più ampia collezione di opere di Vincent Van Gogh nell’omonimo museo, la più importante raccolta di arte moderna e contemporanea del paese (Stedelijk Museum), l’edificio ultramoderno che raccoglie tutte le avanguardie architettoniche (ARCAM - Amsterdam Centre for Architecture), la “casa” che racconta una delle più struggenti storie di tutta la seconda guerra mondiale (Anna Frank House) e la struttura simbolo di un emblematico gemellaggio con San Pietroburgo, l’Hermitage di Amsterdam come succursale olandese del famoso museo russo.
Partiamo dal gioiello nazionale, il Rijksmuseum (Jan Luijkenstraat 1). Monumentale sin dall’aspetto, situato com’è in un imponente palazzo neo rinascimentale con inserti gotici disegnato dall'architetto olandese Cuijpers, ospita al suo interno collezioni di fama internazionale. Vermeer, Avercamp, Hals, Rembrandt sono i nomi più altisonanti, celebrati in questo museo che conserva anche pregevoli opere scultoree e di arti decorative, stampe, tessuti, oltre ad una ricca collezione di arte asiatica. Punta di diamante, tra le tele d’autore, il celebre dipinto di Rembrandt, “Ronda di notte”.
Il Van Gogh Museum (Paulus Potterstraat 7) raccoglie la più imponente collezione di opere del maestro olandese per un totale di oltre 200 dipinti, 500 disegni e più di 700 lettere. Situato al Museumplein, tra il Rijksmuseum e lo Stedlijk Museum, questo tempio dell’arte omaggia uno dei suoi esponenti certamente più complessi, quanto a vita (tristemente nota a tutti) ed opera. Vincent Van Gogh non avrebbe di sicuro potuto immaginare che la sua terra natia lo avrebbe post mortem ricompensato di tanta fatica, e che le sue tele arrivassero ad avere tanto inestimabile valore.
L’ingresso al “suo” museo è una immersione quasi voyeristica in tutto quanto ruota, ed ha ruotato, intorno al folle genio della sua mente. Una visuale unica nel suo genere, divisa in cinque periodi ordinati secondo un criterio cronologico: Nederland, Parijs, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Nella sala grande del museo, raccolte nella collezione permanente, si trovano anche opere di altri artisti contemporanei di Van Gogh: Toulouse-Lautrec, Gaugin, Bernard e Monet. Infine, l’area del Museumplein ospita mostre sull’arte del XIX secolo.
Importante filiazione che restituisce onore al merito di un Secolo d’oro da non dimenticare, la sede olandese dell’Hermitage di San Pietroburgo è un vanto già riconosciuto dopo le lunghe fasi di restauro che hanno consegnato alla città la nuova e prestigiosa collocazione. Sede dell’Amsterdam Hermitage è l’Amstelhof (Nieuwe Herengracht 14), uno dei più begli esempi di architettura monumentale classicistica della città risalente al XVII secolo. Fa parte dei musei più celebrati di Amsterdam anche la casa di Anne Frank che si unisce ad altre famose abitazioni oggi divenute attrazioni culturali, come la casa di Rembrandt, ad esempio. Quest’ultima, sita in Jodenbreestraat 4, risale al XVII secolo ed è stata trasformata in un’esposizione permanente dedicata all’opera e all’epoca artistica contemporanea al pittore olandese (Rembrandt House Museum). Oltre alla collezione di 250 incisioni, è interessante l’infinità di oggettistica collezionata dal grande artista.
Anna Frank House, invece, ripercorre la vicenda che ha sancito un’epoca, quella della ragazzina ebrea, Anna Frank destinata a una fine atroce. La casa-museo, sita in Prinsengracht 267, è il luogo dove ella scrisse il suo diario, lo stesso luogo da dove venne prelevata per terminare la sua giovane esistenza nel campo di sterminio di Bergen Belsen. La mostra permanente, fresca di un restauro che ha dato nuova luce agli ambienti (specie alla sala del diario) grazie a nuovi tendaggi e a illuminazioni più moderne, raccoglie informazioni sulla vita personale di Anna Frank, sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla persecuzione degli ebrei, sul razzismo e sulla discriminazione in generale. La nuova “sala del diario” restituisce un’atmosfera sobria, con il quaderno-cimelio in posizione centrale protetto da una teca trasparente e con accanto la versione riscritta da Anne nel 1944.
Storia e avanguardia si alternano sui tragitti dell’arte ad Amsterdam. Tra gli edifici che impongono il loro design unico allo sguardo dei passanti, quello dell’ARCAM (Amsterdam Centre for Architecture) in Prins Hendrikkade è degno della mission che incorpora, ovvero esibire in mostre temporanee tutti gli aspetti dell’architettura di Amsterdam. In tema di architetture vincenti, impossibile non citare NEMO, l’imponente edificio a forma di nave progettato da Renzo Piano, situato a Oosterdok 2, vicino allo Scheepvaart Museum (Museo Navale Olandese), e non lontano dalla Stazione Centrale. NEMO fuori così dentro, le premesse ci sono tutte ed, infatti, ci troviamo di fronte al più grande e futuristico museo di Scienza e Tecnologia d’Olanda.
Dal Quartiere dei Musei si raggiunge facilmente, a piedi o in bicicletta il Vondelpark: dedicato al poeta Vondel si estende per 45 ettari tra maestosi alberi e laghetti intervallati da ponticelli. Si possono fare passeggiate, rilassarsi o assistere (se favoriti dalle condizioni metereologiche) alle attività del teatro all’aperto (Openluchttheater), a concerti di vari generi musicali, performance, spettacoli di danza moderna, tutti gratuiti. Rimanendo all’aria aperta, vale la pena fare una capatina al Bloemenmarkt, l’unico mercato di fiori galleggiante di Amsterdam, allestito sul canale Singel tra piazza Munt e Piazza Konings, e magari acquistare coloratissimi fiori a bulbo che qui si trovano in numerosissime varietà.
Nei dintorni della città ci sono paesini che meritano di essere visitati come Alkmaar, dove ha sede Kaasmarkt, il mercato caseario olandese, oppure Zaanse Schans, cittadina ricostruita come un villaggio del XVII secolo, abitata da una cinquantina di persone vestite in costume tradizionale tra case di legno, mulini, botteghe e mercati. Sempre a qualche chilometro dalla capitale si trovano Ouderkerk e Haarlem, quest’ultimo per la verità molto più che un piccolo villaggio. Da molti considerato come la “Amsterdam in miniatura”, questo vivace centro a 20 km dalla capitale, è senz’altro famoso per la musica jazz (un indirizzo su tutti, l’Haarlem Jazz Club, vicino alla piazza centrale, Grote Markt) e per la vita notturna animata soprattutto da studenti e giovani.
Non è difficile scoprire i siti più interessanti di Amsterdam visto che si trovano quasi tutti all’interno della cintura dei canali. Tuttavia, i vari quartieri della città sono molto eterogenei e vale la pena spendere un po’ più di tempo anche per percorsi alternativi che possono dar luce ai molteplici volti della città. Dal famoso “quartiere rosso” (in via di riconversione) o “Rossebuurt” come suona in gergo locale, al non meno vivace De Pijp, altrimenti detto il “quartiere latino” di Amsterdam, dove sono di casa le più disparate culture. Basta girare attorno al mercato Albert Cuypmarkt per imbattersi presto in macellerie marocchine, drogherie turche, bazar orientali e negozi indonesiani e del Suriname, oltre a una miriade di piccoli locali che preparano specialità culinarie di quasi tutto il mondo.
Da quartiere popolare a città bohemienne a centro residenziale a vocazione multirazziale, molto ambito da studenti e artisti, il quartiere De Pijp (termine che indica case strette e profonde) di strada ne ha fatta. Di qui transitarono indistintamente scrittori e intellettuali, prostitute e ballerine di cabaret, ancora prima di stranieri e lavoratori immigrati, dapprima principalmente spagnoli, poi a seguire di altre nazionalità. Ad oggi, è una meta indispensabile se si ha voglia di piatti esotici anche in Europa; qui c’è la possibilità di assaggiare cucine davvero insolite, dalla curda alla cambogiana, dall’assira alla turca.
Stradine colorate e canaletti storici, risalenti al XVII secolo, sono invece la marca estetica di Jordaan, uno dei quartieri più caratteristici di Amsterdam dove la pausa caffè sarà motivata dalla voglia di fermarsi ad osservare un delizioso via vai che si ammucchia in piccoli gruppi attorno a negozietti particolari e boutique alla moda. Fa un certo effetto pensare che da queste parti camminò Rembrandt il quale, dopo il suo fallimento, si era stabilito in una casa sul Rozengracht, insieme al figlio Titus e a Hendrikje Stoffels.
Questo aneddoto la dice lunga sulle sorti del quartiere che, nel Secolo d’oro costituiva la zona occidentale più esterna della cerchia dei canali al di là della roccaforte dell’élite di Amsterdam che abitava in lussuose case lungo l'Herengracht (il canale dei signori), e che divenne nel tempo una sorta di rifugio per stranieri e perseguitati religiosi come gli ugonotti francesi, immigrati e commercianti che qui raggruppavano le attività non ben viste nella cerchia dei canali, come birrerie e concerie. Simbolo del quartiere è la celebre Westertoren, l'ardito campanile della Westerkerk che in realtà si trova giusto al di fuori del confine del quartiere, ma che con i suoi 85 metri è visibile da diversi angoli. Costruita tra il 1620 e il 1631 è uno dei più importanti esempi di architettura rinascimentale olandese.
A Jordaan, inoltre, si può osservare molto da vicino un altro dei tesori nascosti della città: il suo cuore verde dilazionato in tanti, piccoli cortili nascosti tra le case, i caratteristici “Hofjes”. Questi ambienti, pressoché invisibili dalla strada, schiudono insospettabili mondi non appena si varca la soglia di qualche portone. Nascono nel XVII secolo come ospizi destinati a dare alloggio ad anziani poveri, spesso e volentieri da parte di vedove e ricchi cittadini. Le case venivano costruite attorno ad un cortile (“hof”) con al centro una pompa per le varie necessità.
Oggi queste abitazioni private sono visibili al pubblico, e la maggior parte tra i più di 30 esemplari, si trova nel quartiere di Jordan. Uno degli “hofjes” più grandi è il Karthuizerhof o Huisszitten Weduwenhof (Karthuizerstraat 21-131) un ampio cortile datato 1650 che un tempo racchiudeva circa 100 camere, attualmente abitato da giovani. E’ possibile vedere all’interno due pompe con doccioni a forma di delfino e, sulla facciata, i due stemmi della città.
Con i suoi 50 e più musei, Amsterdam è una delle città giovani d’Europa che forse meglio di qualunque altra riesce a conciliare la sua vocazione al divertimento alla sua innata, preziosa eredità culturale. La visita del Museum Quarter è uno dei momenti salienti di qualsiasi viaggio, breve o lungo, nella capitale olandese. Come capitale dell’arte olandese, la città sui canali può vantare il museo più grande per la storia dei Paesi Bassi e tesoro nazionale dell’Olanda (Rijksmuseum), la più ampia collezione di opere di Vincent Van Gogh nell’omonimo museo, la più importante raccolta di arte moderna e contemporanea del paese (Stedelijk Museum), l’edificio ultramoderno che raccoglie tutte le avanguardie architettoniche (ARCAM - Amsterdam Centre for Architecture), la “casa” che racconta una delle più struggenti storie di tutta la seconda guerra mondiale (Anna Frank House) e la struttura simbolo di un emblematico gemellaggio con San Pietroburgo, l’Hermitage di Amsterdam come succursale olandese del famoso museo russo.
Partiamo dal gioiello nazionale, il Rijksmuseum (Jan Luijkenstraat 1). Monumentale sin dall’aspetto, situato com’è in un imponente palazzo neo rinascimentale con inserti gotici disegnato dall'architetto olandese Cuijpers, ospita al suo interno collezioni di fama internazionale. Vermeer, Avercamp, Hals, Rembrandt sono i nomi più altisonanti, celebrati in questo museo che conserva anche pregevoli opere scultoree e di arti decorative, stampe, tessuti, oltre ad una ricca collezione di arte asiatica. Punta di diamante, tra le tele d’autore, il celebre dipinto di Rembrandt, “Ronda di notte”.
Il Van Gogh Museum (Paulus Potterstraat 7) raccoglie la più imponente collezione di opere del maestro olandese per un totale di oltre 200 dipinti, 500 disegni e più di 700 lettere. Situato al Museumplein, tra il Rijksmuseum e lo Stedlijk Museum, questo tempio dell’arte omaggia uno dei suoi esponenti certamente più complessi, quanto a vita (tristemente nota a tutti) ed opera. Vincent Van Gogh non avrebbe di sicuro potuto immaginare che la sua terra natia lo avrebbe post mortem ricompensato di tanta fatica, e che le sue tele arrivassero ad avere tanto inestimabile valore.
L’ingresso al “suo” museo è una immersione quasi voyeristica in tutto quanto ruota, ed ha ruotato, intorno al folle genio della sua mente. Una visuale unica nel suo genere, divisa in cinque periodi ordinati secondo un criterio cronologico: Nederland, Parijs, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Nella sala grande del museo, raccolte nella collezione permanente, si trovano anche opere di altri artisti contemporanei di Van Gogh: Toulouse-Lautrec, Gaugin, Bernard e Monet. Infine, l’area del Museumplein ospita mostre sull’arte del XIX secolo.
Importante filiazione che restituisce onore al merito di un Secolo d’oro da non dimenticare, la sede olandese dell’Hermitage di San Pietroburgo è un vanto già riconosciuto dopo le lunghe fasi di restauro che hanno consegnato alla città la nuova e prestigiosa collocazione. Sede dell’Amsterdam Hermitage è l’Amstelhof (Nieuwe Herengracht 14), uno dei più begli esempi di architettura monumentale classicistica della città risalente al XVII secolo. Fa parte dei musei più celebrati di Amsterdam anche la casa di Anne Frank che si unisce ad altre famose abitazioni oggi divenute attrazioni culturali, come la casa di Rembrandt, ad esempio. Quest’ultima, sita in Jodenbreestraat 4, risale al XVII secolo ed è stata trasformata in un’esposizione permanente dedicata all’opera e all’epoca artistica contemporanea al pittore olandese (Rembrandt House Museum). Oltre alla collezione di 250 incisioni, è interessante l’infinità di oggettistica collezionata dal grande artista.
Anna Frank House, invece, ripercorre la vicenda che ha sancito un’epoca, quella della ragazzina ebrea, Anna Frank destinata a una fine atroce. La casa-museo, sita in Prinsengracht 267, è il luogo dove ella scrisse il suo diario, lo stesso luogo da dove venne prelevata per terminare la sua giovane esistenza nel campo di sterminio di Bergen Belsen. La mostra permanente, fresca di un restauro che ha dato nuova luce agli ambienti (specie alla sala del diario) grazie a nuovi tendaggi e a illuminazioni più moderne, raccoglie informazioni sulla vita personale di Anna Frank, sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla persecuzione degli ebrei, sul razzismo e sulla discriminazione in generale. La nuova “sala del diario” restituisce un’atmosfera sobria, con il quaderno-cimelio in posizione centrale protetto da una teca trasparente e con accanto la versione riscritta da Anne nel 1944.
Storia e avanguardia si alternano sui tragitti dell’arte ad Amsterdam. Tra gli edifici che impongono il loro design unico allo sguardo dei passanti, quello dell’ARCAM (Amsterdam Centre for Architecture) in Prins Hendrikkade è degno della mission che incorpora, ovvero esibire in mostre temporanee tutti gli aspetti dell’architettura di Amsterdam. In tema di architetture vincenti, impossibile non citare NEMO, l’imponente edificio a forma di nave progettato da Renzo Piano, situato a Oosterdok 2, vicino allo Scheepvaart Museum (Museo Navale Olandese), e non lontano dalla Stazione Centrale. NEMO fuori così dentro, le premesse ci sono tutte ed, infatti, ci troviamo di fronte al più grande e futuristico museo di Scienza e Tecnologia d’Olanda.
Dal Quartiere dei Musei si raggiunge facilmente, a piedi o in bicicletta il Vondelpark: dedicato al poeta Vondel si estende per 45 ettari tra maestosi alberi e laghetti intervallati da ponticelli. Si possono fare passeggiate, rilassarsi o assistere (se favoriti dalle condizioni metereologiche) alle attività del teatro all’aperto (Openluchttheater), a concerti di vari generi musicali, performance, spettacoli di danza moderna, tutti gratuiti. Rimanendo all’aria aperta, vale la pena fare una capatina al Bloemenmarkt, l’unico mercato di fiori galleggiante di Amsterdam, allestito sul canale Singel tra piazza Munt e Piazza Konings, e magari acquistare coloratissimi fiori a bulbo che qui si trovano in numerosissime varietà.
Nei dintorni della città ci sono paesini che meritano di essere visitati come Alkmaar, dove ha sede Kaasmarkt, il mercato caseario olandese, oppure Zaanse Schans, cittadina ricostruita come un villaggio del XVII secolo, abitata da una cinquantina di persone vestite in costume tradizionale tra case di legno, mulini, botteghe e mercati. Sempre a qualche chilometro dalla capitale si trovano Ouderkerk e Haarlem, quest’ultimo per la verità molto più che un piccolo villaggio. Da molti considerato come la “Amsterdam in miniatura”, questo vivace centro a 20 km dalla capitale, è senz’altro famoso per la musica jazz (un indirizzo su tutti, l’Haarlem Jazz Club, vicino alla piazza centrale, Grote Markt) e per la vita notturna animata soprattutto da studenti e giovani.