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Basilea, la città museo


​Romanticismo e intelligenza architettonica sono i motori sempre accesi di quell'incredibile macchina culturale che è la città svizzera di Basilea. Sì perché difficilmente si trova nell’arco di 37 chilometri quadrati la concentrazione di ben 40 musei, mai troppo lontani dal romantico Reno e mai troppo affollati da scoraggiare una visita. La nomea di capitale culturale svizzera è facilmente riconoscibile sin dai primi passi nella città, anche prima di arrivare al centro storico che è già di per sé un’opera d’arte, essendo uno dei meglio conservati d’Europa. Le strutture museali che si impongono allo sguardo, hanno l’impronta evidente di architetti famosi, da Renzo Piano al californiano Frank O. Gehry, tanto per anticiparne alcuni.

A cura della redazione
La posizione di alcuni monumenti è sorprendente, ed è questo che ci suggerisce l’immagine di una poesia sviluppata con intelligenza estetica; il Duomo, ad esempio, sorge proprio sul fiume, lo stesso fiume che divide in due la città, assegnando valenze diverse alle due sponde e quasi dipingendo quella duplicità che contraddistingue, in fondo, l’anima di Basilea: tradizione e avanguardia, Grande Basilea e Piccola Basilea. Si può facilmente passare da una sponda all’altra attraversando il Reno con un Fähre (traghetto), sperimentando in pochi minuti la veste multiculturale dei quartieri basilesi.

Basilea e i suoi musei formano un tutt’uno difficilmente separabile e se, nelle altre città d’arte europee, si possono segnalare alcuni punti di interesse maggiormente rilevanti, a Basilea è difficile fare questa selezione. Una visita completa richiederebbe di esplorare tutti e 40 i musei cittadini, impresa non impossibile viste le dimensioni a misura d’uomo della città. Ad ogni modo, alcuni punti strategici vale la pena memorizzarli, ispirati dal motto che regola passato, presente e futuro di questa vivace città dall’impronta artistica e dallo spirito cosmopolita: Basel Culture Unlimited. A piedi si arriva ovunque a Basilea, e passeggiare è già di per sé fare esperienza d’arte: oggetti e gallerie d’arte si incontrano ad ogni piè sospinto, basta solo non perdere l’attenzione.

Il confronto con l’arte più insolito si esperisce tuttavia in un posto ben preciso, imperdibile: il Centro Schaulager, al civico 19 della Ruchfeldstrasse. Realizzato nel 2003 da Herzog & de Meuron, questo scrigno di sperimentazione non è né un museo né un magazzino, come può sembrare all’apparenza. Trattandosi della più recente istituzione culturale d’alto livello a Basilea, vale la pena scoprirla. E’ accessibile da maggio a settembre per la visita di mostre temporanee, mentre tutto l’anno ospita al suo interno le opere non esposte della Fondazione Emanuel Hoffmann. E’ un luogo unico nel suo genere, quasi inaccessibile se non agli addetti ai lavori, salvo per l’ingresso al pubblico annuale che intende mostrare come l’arte possa trovare nuovi spazi senza starci per forza stretta.

Dal sacro al profano – o meglio, dal profano al sacro, in questo caso – l’itinerario porta inevitabile al Museo delle Belle Arti (Kunstmuseum) di St. Alban-Graben, dove i conservatori in fatto artistico possono rifarsi gli occhi, e l’umore. Tutto quello che non è il Schaulager, appartiene invece al Kunstmuseum che spicca come più antica pinacoteca pubblica di Basilea. Qui trovano spazio negli ambienti più tradizionali possibili, opere della famiglia Holbein e una famosissima raccolta delle massime opere dei classici moderni e degli artisti americani dal 1950.

La collezione del Museo d’Arte è consacrata principalmente ai disegni e dipinti degli artisti del Reno superiore dal 1400 al 1600, nonché all’arte dal XIX al XXI secolo. Nomi come Picasso, Braque, Lèger faranno certo gola ai patiti del cubismo, senza nulla togliere all’espressionismo tedesco e alla già citata arte americana della seconda metà del secolo scorso. Il percorso comprende anche il Museo di Architettura e il Padiglione di Belle Arti (Kunsthalle), oltre alla leggendaria fontana di Tinguely, uno di quegli oggetti d’arte inglobati nella città a cui si accennava prima. A pochi passi di distanza, si trova il giardino del ristorante della Kunsthalle con i suoi castagni imponenti, un invito a concedersi un momento di relax nel mezzo della natura.

Estro dell’architetto ticinese Mario Botta, il Museo Tinguely sorge, al passo con il Duomo, sulla riva del Reno, con lo scopo di ospitare le gigantesche macchine del multiforme talento di Friburgo, tale Jean Tinguely (1925-1991). Cresciuto a Basilea, questo singolare personaggio divenuto ben presto esponente di spicco dell’Avanguardia parigina, passa alla storia come sovvertitore dell’arte “statica” con le sue opere cinetiche, quelle che ora fanno bella mostra all’interno del museo progettato da Botta.

Sulla stessa via del Kunstmuseum si trova il Museo delle antichità (Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig), l’unico in Svizzera dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura antica dell’area mediterranea. Ospitato in un prestigioso edificio del centro storico, questo gioiello d’antiquariato artistico è annoverato tra i cinque maggiori musei pubblici del cantone di Basilea-Città. Con una esposizione permanente vengono esposti in grande stile quattrocento anni di arte nelle culture del mondo antico che hanno maggiormente influenzato la nostra civiltà: dalla Grecia a Roma, dall’Etruria all’Iran, dalla Mesopotamia all’Egitto. Prima di lasciare il cuore pulsante della città per dirigersi nei dintorni a caccia di altre due chicche da irriducibili dell’arte antica e postmoderna, non si dimentichi la sosta al suggestivo Duomo romanico-gotico che concede una veduta d’eccezione sul Reno.

Nel sobborgo di Riehen, al n. 101 di Baselstrasse, l’incontro con l’arte è obbligato grazie alla Fondazione Beyeler che è senza riserve una delle più prestigiose collezioni private a livello mondiale con opere di grande rilievo dell’arte classica moderna. Una tale ricchezza la si deve ad Ernst e Hildy Beyeler che, dal 1997, hanno deciso di aprire al pubblico un museo con circa 200 opere, servite su un piatto d’argento che, fuor di metafora, è il bellissimo contesto futuristico che le ospita, autografato da Renzo Piano. Tra gli artisti esposti, vale la pena citare Cézanne, Van Gogh, Picasso, Klee, Matisse, Rothko, Lichtenstein e Kiefer, tra gli altri.

Il Duomo o Cattedrale che dir si voglia, è uno dei simboli di Basilea. Le due grandi torri e i muri dall’inconfondibile colore rosso di arenaria rendono all’esterno facilmente riconoscibile il monumento, ma è all’interno che si svela la sua preziosità non solo estetica ma anche artistica: la cripta, il coro, la tomba di Erasmo da Rotterdam, la porta di San Gallo e i due chiostri testimoniano la movimentata storia della costruzione, durata diversi secoli. La grande piazza Münsterplatz su cui sorge la Cattedrale, è oggi un vivace luogo di incontro in cui la fervente anima culturale della città ama ambientare le sue iniziative. Quello che si gode dalla piazza della Cattedrale è un punto di visuale molto bello, specialmente sporgendosi dalla terrazza dello Pfalz (Palatinato) dove lo sguardo può abbracciare tutta la città, l’ansa del Reno e i monti della Foresta Nera e dei Vosgi. Era questa una vista molto apprezzata anche in passato da re e papi.

Le ultime due tappe sfidano nuovamente il percorso lineare di qualsiasi mentalità troppo chiusa. A confrontarsi, infatti, sono due opposti: l’Augusta Raurica e il Museo Vitra Design. Con il suo anfiteatro, la città romana di Augusta Raurica è considerata il sito archeologico meglio conservato della Svizzera. Bisogna recarsi sulla Giebenacherstrasse di Augst, a 12 km da Basilea, per accedere al museo romano che è, insieme, museo all’aperto, villa romana e parco di animali domestici romani. Di quella che fu un tempo una città di oltre 20mila abitanti, rimangono oggi tracce in più di 30 monumenti, testimoni dell’antico fasto.

Rivolto al futuro è, invece, il Museo Vitra Design di Weil am Rhein (Germania), a 13 km da Basilea. Per presentarlo basti dire che è annoverato tra le istituzioni leader a livello mondiale per l’industrial design d’arredamento e per l’architettura. A realizzare questo santuario del design è stato l’architetto del Museo Guggenheim di Bilbao, Frank O. Gehry. Un altro dettaglio che fa la differenza.

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