Praga e la Boemia meridionale
Alcune nazioni, e la Repubblica Ceca è senz'altro tra queste, vivono il riflesso dello splendore emanato dalla propria capitale, ne subiscono il fascino e, per questo, rimangono sempre ai margini delle principali rotte turistiche. Praga, città di ammaliante bellezza, che nei suoi palazzi racchiude secoli di storia, diviene così il catalizzatore che attira inesorabilmente tutti gli sguardi, lasciando solo poche briciole per tante altre località, che meriterebbero un ben più elevato livello di interesse. Il viaggio che andremo a sviluppare, oltre alla capitale, intende focalizzarsi proprio su un percorso alternativo, che ci porterà nelle dolci colline che contraddistinguono la Boemia meridionale, a pochi chilometri dal confine con l’Austria.
Testo di Cristiano Pinotti, foto di Angelo Fanzini
Praga
Meta ideale per un week-end romantico, Praga è una città che profuma di cultura. Mollemente adagiata sulle sponde della Moldava, tra le sue vie si respirano atmosfere contrastanti: allucinate visioni kafkiane si miscelano con violente satire di Kundera, struggenti evocazioni di Skvorecky e implacabili analisi postcomuniste di Havel. Le affollate vie del centro hanno raccontato storie esaltanti e di infinita desolazione: chi non ricorda i carri armati del Patto di Varsavia che mettono fine alla “Primavera di Praga” e al “comunismo dal volto umano” di Alexander Dubcek. Sotto un fuorviante aspetto “iperoccidentalizzato”, Praga vive infatti la sua storia intensa, fatta di magnificenza e decadenza, di suggestioni terribili e affascinanti, da cogliere sotto forma di soffi di vita emanati dalle pietre dei suoi monumenti e dalle note di Dvorak o Smetana.
Gran parte del fascino di Praga risiede nelle sue strette e tortuose vie del centro, per questo offrire un itinerario troppo dettagliato rischia di far perdere molte suggestioni che, da sole, trapelano da queste antiche stradine e dai suoi abitanti, i quali, lungi dall’assuefarsi allo stereotipo comportamentale attribuito ai popoli dell’est, traboccano di vita. Segnaliamo i luoghi di maggiore interesse artistico-culturale: la Citta Vecchia (Staré Mesto), il Quartiere del Castello (Hradcany), la Città Piccola (Malà Strana) e la Città Nuova (Nové Mesto).
La Staromestské namestì è il cuore di Stare Mesto, la Città Vecchia. Dominata dall’imponente statua dedicata al riformista religioso Jan Hus, conserva alcuni dei più importanti monumenti cittadini: il municipio (Staromestskà radnice), con il suo celebre orologio astronomico risalente al Quattrocento; la Casa Kriz; la neorinascimentale Casa Mikes; la straordinaria Casa del minuto (Dum U minuti), decorata con scene bibliche e di ispirazione classica; e la Taverna U Bindru. Autentico gioiello gotico trecentesco è poi la Chiesa di Santa Maria di Tyn (Tynsky chràm) a tre navate, caratterizzata da una curiosa copertura a torricelle e sovrastata dalla mole delle due alte torri che raggiungono gli 80 metri di altezza. Sempre nella Città Vecchia spiccano la Celetnà ulice, breve via ricca di palazzi settecenteschi, e la Piazza Piccola (Malé namestì), con al centro un caratteristico pozzo in ferro battuto.
Un luogo denso di significati è il Quartiere Ebraico (Josefov), che testimonia la presenza in città della comunità ebrea fin dal IX secolo. La Staronovà skola è la sinagoga più antica dell’intero continente europeo, costruita in forme protogotiche risale al tardo medioevo. Di tutto rispetto sono anche la Sinagoga Maiselova, quella Spanelskà, la Pinkasova e la Klausova, tutte, ad esclusione di quella spagnola di epoca ottocentesca, risalenti al 1500. Un così alto numero di edifici di culto permette di farsi un’idea dell’importanza, nei secoli, di questa comunità.
Prima dell’avvento dei nazisti, in Boemia risiedevano circa 90.000 ebrei, attualmente sono 18.000. Proprio le truppe del Reich hanno permesso di accumulare un immenso tesoro storico-artistico in quello che è il Museo Ebraico (Statnì zidovské muzeum), che conserva la più imponente collezione di oggetti della civiltà e della cultura ebraica dell’intera Europa. Provenienti dalle case e dalle sinagoghe distrutte dalla furia nazionalsocialista, questo immenso patrimonio artistico, che oggi ci aiuta a comprendere il profondo valore di questa cultura, era stato accumulato esclusivamente con fini predatori e non artistici. La visita al quartiere ebraico può concludersi con il Cimitero (Beth-Hachajim) che, fondato nel XV secolo, comprende migliaia di tombe caratterizzate dagli emblemi delle varie famiglie.
Le torri del Ponte Carlo (Karluv most) ci portano nella Città Piccola (Mala Strana) e ad un autentico capolavoro del barocco praghese: la chiesa di San Nicola (Sv. Mikulas), il cui interno è uno scenografico susseguirsi di cappelle e balconate. Il Palazzo Waldstein (Valdstejnsky palàc), con la sua facciata a tre ordini di finestre, è invece un elogio del barocco italiano. In splendida posizione elevata, sorge il Monastero di Strahov (Strhovsky klaster) uno dei maggiori complessi religiosi dell’Europa dell’est. Fondato nel 1140, vive ora di forme barocche derivanti da molteplici successivi adattamenti. Custodisce una splendida biblioteca costituita da due grandi sale: la prima, seicentesca, è detta Sala teologica, la seconda, settecentesca, è detta Sala filosofica. La biblioteca, nel suo complesso, annovera oltre 130.000 volumi.
Il Quartiere del Castello (Hradcany) è l’area che offre i monumenti di maggiore impatto visivo. Il Palazzo Cernin, edificato tra il Sei e il Settecento, è probabilmente la più importante opera del barocco boemo, il vertice dell’architettura eroico-trionfale. È fronteggiato dal Santuario di Loreto, che completa questo accorato inno al barocco. Nel loggiato superiore del chiostro merita una visita il Tesoro. Gli amanti delle arti visive troveranno il loro paradiso nella Narodnì galerie in cui sono contenuti quadri, disegni, opere grafiche e sculture di tutte le più importanti scuole europee. L’intero quartiere, ovviamente, prende però il nome dal suo Castello (Hrad), un monumento da “Guinness dei primati”, testimonianza dell’arte di Praga e di tutta la Boemia.
Di immense proporzioni, affonda le proprie fondamenta nella storia della Boemia e percorre, nell’incredibile mescolanza di stili, un intero millennio, dalla sua primitiva costruzione nel IX secolo, sino alla ristrutturazione avvenuta nel primo Novecento. Il susseguirsi dei cortili è un rincorrersi di emozioni e viste che lasciano senza fiato. Tra le sue tante meraviglie citiamo la Galleria (Obrazàrna), con opere di Tintoretto, Rubens, Tiziano, Veronese…; i Giardini Reali (Kralovska zahrada); il Palazzo del Belvedere, realizzato in stile rinascimentale italiano; la Cattedrale di San Vito (Chràam Sv. Vìta) risalente al 1344 e più volte rimaneggiata nel corso dei secoli; il Palazzo Reale, in cui spiccano la tardo gotica Sala di Vladislao (Vladislavsky Sal), la Sala della Dieta e la Scala dei Cavalieri.
Merita infine una visita il cosiddetto Vicolo d’oro (Zlatà ulicka), la più piccola e celebre strada di Praga, che deve il suo nome al fatto di essere stata scelta come residenza da alcuni orafi scampati all’incendio del 1541 e per via delle dicerie popolari che la volevano abitata da misteriosi alchimisti. In realtà si tratta di 16 casupole risalenti al tempo di Maria Teresa d’Austria, bellissime per la loro assoluta modestia quotidiana, che si raffronta alla magnificenza del castello e dei suoi tesori.
Anche Nove Mesto, la Città Nuova, regala scorci suggestivi e monumenti di assoluto valore artistico. Su tutti spicca l’animatissima Piazza Venceslao (Vàclavské namestì). Il suo perimetro, decisamente allungato, è un pullulare di alberghi, ristoranti, bar, grandi magazzini ed è dominato dalla statua equestre di San Venceslao. Da non perdere il Museo Nazionale (Nàrodnì muzeum), autentico sacrario della cultura scientifica ceca. Sempre nella Città Nuova meritano una visita la Casa Faust che, tradizionalmente abitata da alchimisti, deve il proprio altisonante nome alla celebre opera di Goethe, e il Vysehrad, la collina che la leggenda vuole primo nucleo fortificato di Praga.
La Boemia
Con gli occhi ancora pieni delle meraviglie di Praga, iniziamo il nostro percorso in terra Boema con due escursioni davvero notevoli al Castello di Karlstejn e nella città d’arte di Kutna Hora. A una trentina di chilometri dalla capitale, Karlstejn è il più bello tra tutti i castelli dell’attuale Repubblica Ceca. Voluto dall’imperatore Carlo IV, è un complesso gotico-rinascimentale che unisce mirabilmente l’aspetto militare a quello signorile.
65 km separano invece Praga da Kutna Hora, ma il viaggio vale certamente la candela. La città deve il suo massimo sviluppo allo sfruttamento delle vicine miniere d’argento, e di questo prezioso metallo ha senza dubbio assunto il fascino prezioso. Da non perdere la Corte Italiana (Vlassky dvur), palazzo trecentesco adibito a zecca; il Castello (Hradek) del XV secolo; la chiesa di Santa Maria ma soprattutto la gotica Chiesa di Santa Barbara (Chràam Sv. Barbory) che rende unico il paesaggio della città con le sue affascinanti cupole.
Puntiamo decisamente a sud per entrare in Boemia meridionale. Ad accoglierci è il il castello di Cervena Lhota. Un’atmosfera fiabesca avvolge il luogo, magicamente sospeso sulle acque del lago che lo circonda. Residenza nobiliare a tutti gli effetti, più che baluardo difensivo, è un perfetto esempio di pregevole architettura splendidamente inserita nel proprio contesto naturale. Da non perdere.
Un nuovo castello di origine medioevale, ma con evidenti interventi seicenteschi, ci aspetta a Jindrichuv Hradec. Nella cappella di San Giorgio è conservato un pregevole ciclo di affreschi, risalente al 1338, che narra le vicende del santo uccisore del drago; la pinacoteca raccoglie numerose opere di maestri barocchi; mentre l’archivio custodisce un’originale, quanto ricca, collezione di autografi. Oltre al castello, degne di nota sono pure la chiesa prepositurale di Maria Vergine, Santa Maria Maddalena, la stamperia Landfras, nella quale vennero stampati i primi libri cechi, e il complesso dell’ex convento dei Minoriti.
Un presidio dell'UNESCO attende i visitatori nella piccola città di Telc, la cui piazza principale è contornata da edifici gotici e rinascimentali. Più importante attrattiva della città è però il castello rinascimentale, riccamente decorato in tutte le sue stanze interne e impreziosito da un parco in stile inglese. Questa cittadina di soli 7.000 abitanti, autentico gioiello architettonico delle alture boemo-morave, nei secoli fu di proprietà di differenti casati nobiliari e deve il suo attuale aspetto all'importante contributo dei Gesuiti che vi operarono tra il XVII e il XVIII secolo.
Prossima tappa del nostro itinerario è Slavonice, non lontano dal confine con l’Austria. La piccola città conserva due torri del XIII secolo, una bella chiesa gotica e numerosi edifici con frontoni decorati a graffiti e affreschi in stile tardogotico e rinascimentale. Mobili antichi, arazzi, armature, armi e dipinti costituiscono le sue collezioni di inestimabile valore. In un’area cinta tra boschi e laghi la cittadina di Trebon, famosa per il castello, accoglie i visitatori con una piacevole passeggiata tra le belle case rinascimentali.
I 70 metri della Torre Nera, originariamente campanile della chiesa di San Nicola e torre di guardia della città, annunciano Ceske Budejovice, il centro di maggiore importanza dell’intera regione. La piazza sottostante, nonostante le modifiche subite in epoche successive, mantiene inalterate le sue caratteristiche medioevali: dominata dall’edificio municipale di epoca settecentesca è ulteriormente impreziosita dalla Fontana del Sansone che si erge in tutta la sua monumentale imponenza. Tra gli altri edifici degni di nota il Magazzino del Sale (1531) e la Macelleria, attualmente la più apprezzata birreria della città. A circa 10 chilometri della città può essere interessante una visita al castello di Hluboka, risalente al XI secolo, ma largamente ristrutturato in epoca ottocentesca su imitazione del britannico castello di Windsor.
Un po’ più difficile da scovare, ma senza dubbio meritevole di una visita, è il villaggio di Holasovice, uno dei migliori esempi di barocco rurale dell’intera Boemia, anch'esso proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Le 22 case che formano la piazza del villaggio, risalenti alla prima metà del XIX secolo, rappresentano, infatti, uno dei più interessanti complessi di architettura popolare in cui l’abilità delle maestranze si è espressa attraverso un preciso ordinamento geometrico, scandito da un innato gusto estetico sviluppato attraverso la decorazione a stucco.
Punto finale del nostro itinerario è Cesky Krumlov. La città, dichiarata monumento mondiale dell'Unesco, pare giocare con le profonde anse create dal fluire della Moldava e, proprio in compagnia del fiume che tanto la caratterizza, ha segnato una parte importante della storia di tutta la regione. Antiche testimonianze documentali fanno risalire la nascita della città all'epoca medioevale e proprio a partire dal Trecento, sino al termine del dominio dei Rozmberk nel 1602, visse il suo periodo di maggiore splendore. In questo periodo divenne autentico crocevia di culture provenienti dall'Austria, dall'area bavarese e dall'Italia settentrionale, unico punto di contatto tra la Boemia e il resto dell’Europa. Proprio dal nostro paese la città ereditò il sentire rinascimentale che ingentilì l’importante impronta gotica che caratterizzava tutti i suoi monumenti.
Tra il XVII e il XVIII secolo Cesky Krumlov indossò poi il suo caratteristico “abito barocco”, adeguando il proprio gusto allo stile imperante in tutta Europa. Il castello, splendidamente conservato e arricchito da pregevoli collezioni d’arte, è la sintesi perfetta di queste profonde evoluzioni artistiche vissute dalla città boema. La torre, di fattura gotica medioevale, si contrappone alle trasformazioni rinascimentali volute da Vilem di Rozmbek, mentre la moda barocca esplode nel fantastico teatro dotato di palco girevole e di un’acustica eccezionale.
Dalla piazza centrale della città, dove spicca il municipio in chiaro stile rinascimentale, attraverso stretti vicoli di antica memoria, si possono raggiungere molti edifici storici estremamente interessanti quali la Casa di Zlata Koruna, l’ex seminario gesuitico, la Casa di Krcin decorata da temi alchimistici, l’albergo Ruze, la Cappellania in stile tardo gotico e la snella silhouette della chiesa di San Vito, in cui si trova la tomba di Vilem di Rozmbek, uno dei principali artefici della grandezza artistica del borgo.
Foto Gallery
Meta ideale per un week-end romantico, Praga è una città che profuma di cultura. Mollemente adagiata sulle sponde della Moldava, tra le sue vie si respirano atmosfere contrastanti: allucinate visioni kafkiane si miscelano con violente satire di Kundera, struggenti evocazioni di Skvorecky e implacabili analisi postcomuniste di Havel. Le affollate vie del centro hanno raccontato storie esaltanti e di infinita desolazione: chi non ricorda i carri armati del Patto di Varsavia che mettono fine alla “Primavera di Praga” e al “comunismo dal volto umano” di Alexander Dubcek. Sotto un fuorviante aspetto “iperoccidentalizzato”, Praga vive infatti la sua storia intensa, fatta di magnificenza e decadenza, di suggestioni terribili e affascinanti, da cogliere sotto forma di soffi di vita emanati dalle pietre dei suoi monumenti e dalle note di Dvorak o Smetana.
Gran parte del fascino di Praga risiede nelle sue strette e tortuose vie del centro, per questo offrire un itinerario troppo dettagliato rischia di far perdere molte suggestioni che, da sole, trapelano da queste antiche stradine e dai suoi abitanti, i quali, lungi dall’assuefarsi allo stereotipo comportamentale attribuito ai popoli dell’est, traboccano di vita. Segnaliamo i luoghi di maggiore interesse artistico-culturale: la Citta Vecchia (Staré Mesto), il Quartiere del Castello (Hradcany), la Città Piccola (Malà Strana) e la Città Nuova (Nové Mesto).
La Staromestské namestì è il cuore di Stare Mesto, la Città Vecchia. Dominata dall’imponente statua dedicata al riformista religioso Jan Hus, conserva alcuni dei più importanti monumenti cittadini: il municipio (Staromestskà radnice), con il suo celebre orologio astronomico risalente al Quattrocento; la Casa Kriz; la neorinascimentale Casa Mikes; la straordinaria Casa del minuto (Dum U minuti), decorata con scene bibliche e di ispirazione classica; e la Taverna U Bindru. Autentico gioiello gotico trecentesco è poi la Chiesa di Santa Maria di Tyn (Tynsky chràm) a tre navate, caratterizzata da una curiosa copertura a torricelle e sovrastata dalla mole delle due alte torri che raggiungono gli 80 metri di altezza. Sempre nella Città Vecchia spiccano la Celetnà ulice, breve via ricca di palazzi settecenteschi, e la Piazza Piccola (Malé namestì), con al centro un caratteristico pozzo in ferro battuto.
Un luogo denso di significati è il Quartiere Ebraico (Josefov), che testimonia la presenza in città della comunità ebrea fin dal IX secolo. La Staronovà skola è la sinagoga più antica dell’intero continente europeo, costruita in forme protogotiche risale al tardo medioevo. Di tutto rispetto sono anche la Sinagoga Maiselova, quella Spanelskà, la Pinkasova e la Klausova, tutte, ad esclusione di quella spagnola di epoca ottocentesca, risalenti al 1500. Un così alto numero di edifici di culto permette di farsi un’idea dell’importanza, nei secoli, di questa comunità.
Prima dell’avvento dei nazisti, in Boemia risiedevano circa 90.000 ebrei, attualmente sono 18.000. Proprio le truppe del Reich hanno permesso di accumulare un immenso tesoro storico-artistico in quello che è il Museo Ebraico (Statnì zidovské muzeum), che conserva la più imponente collezione di oggetti della civiltà e della cultura ebraica dell’intera Europa. Provenienti dalle case e dalle sinagoghe distrutte dalla furia nazionalsocialista, questo immenso patrimonio artistico, che oggi ci aiuta a comprendere il profondo valore di questa cultura, era stato accumulato esclusivamente con fini predatori e non artistici. La visita al quartiere ebraico può concludersi con il Cimitero (Beth-Hachajim) che, fondato nel XV secolo, comprende migliaia di tombe caratterizzate dagli emblemi delle varie famiglie.
Le torri del Ponte Carlo (Karluv most) ci portano nella Città Piccola (Mala Strana) e ad un autentico capolavoro del barocco praghese: la chiesa di San Nicola (Sv. Mikulas), il cui interno è uno scenografico susseguirsi di cappelle e balconate. Il Palazzo Waldstein (Valdstejnsky palàc), con la sua facciata a tre ordini di finestre, è invece un elogio del barocco italiano. In splendida posizione elevata, sorge il Monastero di Strahov (Strhovsky klaster) uno dei maggiori complessi religiosi dell’Europa dell’est. Fondato nel 1140, vive ora di forme barocche derivanti da molteplici successivi adattamenti. Custodisce una splendida biblioteca costituita da due grandi sale: la prima, seicentesca, è detta Sala teologica, la seconda, settecentesca, è detta Sala filosofica. La biblioteca, nel suo complesso, annovera oltre 130.000 volumi.
Il Quartiere del Castello (Hradcany) è l’area che offre i monumenti di maggiore impatto visivo. Il Palazzo Cernin, edificato tra il Sei e il Settecento, è probabilmente la più importante opera del barocco boemo, il vertice dell’architettura eroico-trionfale. È fronteggiato dal Santuario di Loreto, che completa questo accorato inno al barocco. Nel loggiato superiore del chiostro merita una visita il Tesoro. Gli amanti delle arti visive troveranno il loro paradiso nella Narodnì galerie in cui sono contenuti quadri, disegni, opere grafiche e sculture di tutte le più importanti scuole europee. L’intero quartiere, ovviamente, prende però il nome dal suo Castello (Hrad), un monumento da “Guinness dei primati”, testimonianza dell’arte di Praga e di tutta la Boemia.
Di immense proporzioni, affonda le proprie fondamenta nella storia della Boemia e percorre, nell’incredibile mescolanza di stili, un intero millennio, dalla sua primitiva costruzione nel IX secolo, sino alla ristrutturazione avvenuta nel primo Novecento. Il susseguirsi dei cortili è un rincorrersi di emozioni e viste che lasciano senza fiato. Tra le sue tante meraviglie citiamo la Galleria (Obrazàrna), con opere di Tintoretto, Rubens, Tiziano, Veronese…; i Giardini Reali (Kralovska zahrada); il Palazzo del Belvedere, realizzato in stile rinascimentale italiano; la Cattedrale di San Vito (Chràam Sv. Vìta) risalente al 1344 e più volte rimaneggiata nel corso dei secoli; il Palazzo Reale, in cui spiccano la tardo gotica Sala di Vladislao (Vladislavsky Sal), la Sala della Dieta e la Scala dei Cavalieri.
Merita infine una visita il cosiddetto Vicolo d’oro (Zlatà ulicka), la più piccola e celebre strada di Praga, che deve il suo nome al fatto di essere stata scelta come residenza da alcuni orafi scampati all’incendio del 1541 e per via delle dicerie popolari che la volevano abitata da misteriosi alchimisti. In realtà si tratta di 16 casupole risalenti al tempo di Maria Teresa d’Austria, bellissime per la loro assoluta modestia quotidiana, che si raffronta alla magnificenza del castello e dei suoi tesori.
Anche Nove Mesto, la Città Nuova, regala scorci suggestivi e monumenti di assoluto valore artistico. Su tutti spicca l’animatissima Piazza Venceslao (Vàclavské namestì). Il suo perimetro, decisamente allungato, è un pullulare di alberghi, ristoranti, bar, grandi magazzini ed è dominato dalla statua equestre di San Venceslao. Da non perdere il Museo Nazionale (Nàrodnì muzeum), autentico sacrario della cultura scientifica ceca. Sempre nella Città Nuova meritano una visita la Casa Faust che, tradizionalmente abitata da alchimisti, deve il proprio altisonante nome alla celebre opera di Goethe, e il Vysehrad, la collina che la leggenda vuole primo nucleo fortificato di Praga.
La Boemia
Con gli occhi ancora pieni delle meraviglie di Praga, iniziamo il nostro percorso in terra Boema con due escursioni davvero notevoli al Castello di Karlstejn e nella città d’arte di Kutna Hora. A una trentina di chilometri dalla capitale, Karlstejn è il più bello tra tutti i castelli dell’attuale Repubblica Ceca. Voluto dall’imperatore Carlo IV, è un complesso gotico-rinascimentale che unisce mirabilmente l’aspetto militare a quello signorile.
65 km separano invece Praga da Kutna Hora, ma il viaggio vale certamente la candela. La città deve il suo massimo sviluppo allo sfruttamento delle vicine miniere d’argento, e di questo prezioso metallo ha senza dubbio assunto il fascino prezioso. Da non perdere la Corte Italiana (Vlassky dvur), palazzo trecentesco adibito a zecca; il Castello (Hradek) del XV secolo; la chiesa di Santa Maria ma soprattutto la gotica Chiesa di Santa Barbara (Chràam Sv. Barbory) che rende unico il paesaggio della città con le sue affascinanti cupole.
Puntiamo decisamente a sud per entrare in Boemia meridionale. Ad accoglierci è il il castello di Cervena Lhota. Un’atmosfera fiabesca avvolge il luogo, magicamente sospeso sulle acque del lago che lo circonda. Residenza nobiliare a tutti gli effetti, più che baluardo difensivo, è un perfetto esempio di pregevole architettura splendidamente inserita nel proprio contesto naturale. Da non perdere.
Un nuovo castello di origine medioevale, ma con evidenti interventi seicenteschi, ci aspetta a Jindrichuv Hradec. Nella cappella di San Giorgio è conservato un pregevole ciclo di affreschi, risalente al 1338, che narra le vicende del santo uccisore del drago; la pinacoteca raccoglie numerose opere di maestri barocchi; mentre l’archivio custodisce un’originale, quanto ricca, collezione di autografi. Oltre al castello, degne di nota sono pure la chiesa prepositurale di Maria Vergine, Santa Maria Maddalena, la stamperia Landfras, nella quale vennero stampati i primi libri cechi, e il complesso dell’ex convento dei Minoriti.
Un presidio dell'UNESCO attende i visitatori nella piccola città di Telc, la cui piazza principale è contornata da edifici gotici e rinascimentali. Più importante attrattiva della città è però il castello rinascimentale, riccamente decorato in tutte le sue stanze interne e impreziosito da un parco in stile inglese. Questa cittadina di soli 7.000 abitanti, autentico gioiello architettonico delle alture boemo-morave, nei secoli fu di proprietà di differenti casati nobiliari e deve il suo attuale aspetto all'importante contributo dei Gesuiti che vi operarono tra il XVII e il XVIII secolo.
Prossima tappa del nostro itinerario è Slavonice, non lontano dal confine con l’Austria. La piccola città conserva due torri del XIII secolo, una bella chiesa gotica e numerosi edifici con frontoni decorati a graffiti e affreschi in stile tardogotico e rinascimentale. Mobili antichi, arazzi, armature, armi e dipinti costituiscono le sue collezioni di inestimabile valore. In un’area cinta tra boschi e laghi la cittadina di Trebon, famosa per il castello, accoglie i visitatori con una piacevole passeggiata tra le belle case rinascimentali.
I 70 metri della Torre Nera, originariamente campanile della chiesa di San Nicola e torre di guardia della città, annunciano Ceske Budejovice, il centro di maggiore importanza dell’intera regione. La piazza sottostante, nonostante le modifiche subite in epoche successive, mantiene inalterate le sue caratteristiche medioevali: dominata dall’edificio municipale di epoca settecentesca è ulteriormente impreziosita dalla Fontana del Sansone che si erge in tutta la sua monumentale imponenza. Tra gli altri edifici degni di nota il Magazzino del Sale (1531) e la Macelleria, attualmente la più apprezzata birreria della città. A circa 10 chilometri della città può essere interessante una visita al castello di Hluboka, risalente al XI secolo, ma largamente ristrutturato in epoca ottocentesca su imitazione del britannico castello di Windsor.
Un po’ più difficile da scovare, ma senza dubbio meritevole di una visita, è il villaggio di Holasovice, uno dei migliori esempi di barocco rurale dell’intera Boemia, anch'esso proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Le 22 case che formano la piazza del villaggio, risalenti alla prima metà del XIX secolo, rappresentano, infatti, uno dei più interessanti complessi di architettura popolare in cui l’abilità delle maestranze si è espressa attraverso un preciso ordinamento geometrico, scandito da un innato gusto estetico sviluppato attraverso la decorazione a stucco.
Punto finale del nostro itinerario è Cesky Krumlov. La città, dichiarata monumento mondiale dell'Unesco, pare giocare con le profonde anse create dal fluire della Moldava e, proprio in compagnia del fiume che tanto la caratterizza, ha segnato una parte importante della storia di tutta la regione. Antiche testimonianze documentali fanno risalire la nascita della città all'epoca medioevale e proprio a partire dal Trecento, sino al termine del dominio dei Rozmberk nel 1602, visse il suo periodo di maggiore splendore. In questo periodo divenne autentico crocevia di culture provenienti dall'Austria, dall'area bavarese e dall'Italia settentrionale, unico punto di contatto tra la Boemia e il resto dell’Europa. Proprio dal nostro paese la città ereditò il sentire rinascimentale che ingentilì l’importante impronta gotica che caratterizzava tutti i suoi monumenti.
Tra il XVII e il XVIII secolo Cesky Krumlov indossò poi il suo caratteristico “abito barocco”, adeguando il proprio gusto allo stile imperante in tutta Europa. Il castello, splendidamente conservato e arricchito da pregevoli collezioni d’arte, è la sintesi perfetta di queste profonde evoluzioni artistiche vissute dalla città boema. La torre, di fattura gotica medioevale, si contrappone alle trasformazioni rinascimentali volute da Vilem di Rozmbek, mentre la moda barocca esplode nel fantastico teatro dotato di palco girevole e di un’acustica eccezionale.
Dalla piazza centrale della città, dove spicca il municipio in chiaro stile rinascimentale, attraverso stretti vicoli di antica memoria, si possono raggiungere molti edifici storici estremamente interessanti quali la Casa di Zlata Koruna, l’ex seminario gesuitico, la Casa di Krcin decorata da temi alchimistici, l’albergo Ruze, la Cappellania in stile tardo gotico e la snella silhouette della chiesa di San Vito, in cui si trova la tomba di Vilem di Rozmbek, uno dei principali artefici della grandezza artistica del borgo.
Foto Gallery