UK: Cambridge, Oxford e Chatsworth
Immaginate una metropoli come Londra, tinteggiata dal rosso dei double bus e dalle fluorescenze di insegne a neon e cartelloni pubblicitari, eccitata da musicanti di strada, gruppi di avventori davanti ai pub e un numero sempre impressionante di turisti. Niente di tutto questo ha a che vedere con l'Inghilterra delle regioni prossime alla capitale: East England, South East e East Midlands, regioni per certi aspetti imprevedibili dove le più prestigiose città universitarie mantengono un fascino discreto che sfuma, fondendosi, con quello delle campagne attorno, fatto di colori sgargianti restituiti da un estro puramente naturale. Di queste caratteristiche countryside se ne percorrono un'infinità, spostandosi di contea in contea (shire), questa parte di Inghilterra, infatti, ricorda molto da vicino la verde Irlanda, così prodiga qual è di terrazze vellutate d'erba, di giardini e di dimore storiche, immerse in paradisi per gli amanti di botanica, capolavori di raffinatezza intrisi di storia e buon gusto.
Testo e foto a cura delle redazione
Sono i più prestigiosi centri universitari della Gran Bretagna e sono, inevitabilmente, rivali. Tra Cambridge e Oxford la competitività è di casa, pur mascherata dalle raffinate maniere che contraddistinguono queste due città simbolo di studio, disciplina e cultura accademica. Una rivalità che si manifesta più goliardicamente anche sul piano sportivo, sin dal 1829 quando uno studente di Cambridge volle sfidare un amico che studiava a Oxford in una gara di canottaggio sul Tamigi. Da allora, la corsa sul fiume divenne simbolo esplicito di sfida tra le due università e ancora oggi i due gruppi antagonisti gareggiano con passione in quello che è diventato uno degli eventi più seguiti del Regno Unito: 250 mila spettatori accorrono sulle rive del Tamigi e oltre 500 milioni di persone seguono le riprese televisive del The Boat Course. Se il gioco è un po’ la metafora della vita, nell'agonismo delle due squadre trapela molta eloquenza.
Cambridge e Oxford sono entrambe bellissime città, eleganti, colte ma anche giovani e giovanili perché tecnologiche, all'avanguardia e sempre molto vivaci. Due città, insomma, dove tradizione universitaria non equivale automaticamente a polverose antichità morte e sepolte, piuttosto ad uno spirito di scoperta, approfondimento e documentazione che avvicina, invece di allontanare, le nuove generazioni allo studio. Non è un caso che le due città anglosassoni siano mete predilette per vacanze-studio estive di molti giovani d’Europa che qui trovano l’humus ideale per coltivare una impeccabile lingua inglese, insieme al senso civico della vita e al divertimento necessario per sdrammatizzarla un po’.
Certo, le dimensioni a misura d’uomo dell’impianto urbanistico delle due città giocano un ruolo non indifferente nell'umanizzazione dei rapporti sociali e nell'alta qualità della vita che si sperimenta vivendo a Cambridge ed Oxford, ma l’aver saputo salvaguardare un patrimonio culturale fatto non solo di monumenti ma anche di idee, è la loro vera conquista, nonché premio per la fama di cui continuano a godere.
Cambridge
Capoluogo del Cambridgeshire, nell'Inghilterra dell’Est (East Anglia), ex città romana della Britannia con il nome di Duroliponte, Cambridge sorge lungo il fiume Cam a circa 80 km di distanza da Londra. I suoi famosi college ospitano oggi più di 17.000 studenti, dopo aver accolto tra le loro aule allievi quali Isaac Newton, Charles Darwin, Francis Bacon, William Wordsworth, John Milton, Bertrand Russell, tra gli altri. La concentrazione di importanti musei, gallerie, ampi spazi verdi e giardini, palazzi storici, edifici medievali e neogotici, in un’area tutto sommato ristretta qual è il tessuto urbano di Cambridge, rendono la città un vero scrigno di tesori ed eleganza.
I suoi 31 college sono sparsi un po’ ovunque ma la zona più affascinante è senz'altro quella lungo la King’s Parade, la strada parallela al fiume Cam dove si trovano alcuni dei più prestigiosi colleges della Cambridge University. Seconda solo all’Università di Oxford per antichità, questo tempio della ricerca scientifica e della cultura vanta ben 89 premi Nobel riconosciuti ai suoi ricercatori. Tra i più famosi collegi di Cambridge spiccano il King’s College, il St John’s College, il Corpus Christi College, il Queens’ College, il Christ’s College e il maestoso Trinity College, quest’ultimo voluto dal re Enrico VIII nel 1546 come ci ricorda la statua nella nicchia visibile sopra l’entrata. E’ questo il più grande college d’Inghilterra con una intramontabile tradizione accademica che annovera anche i nomi di Isaac Newton e Ludwig Wittgenstein tra gli illustri studiosi. Negli spazi del Trinity si trova il cortile più grande di Cambridge, la Great Court, prodigo di atmosfere grazie agli edifici quattrocenteschi che ospita al suo interno. A seguire, un cortile più piccolo, il Neville’s Court e la Wren Library, la stupenda biblioteca costruita alla fine del Seicento da Christopher Wren (l’architetto artefice della ricostruzione di Londra dopo il grande incendio del 600).
Una particolarità del Queens’ College, invece, è il ponte di legno sul fiume Cam, noto come Mathematical Bridge a causa della spiegazione matematica sottintesa alla disposizione dei legni che lo sostengono. I college e i loro splendidi giardini si possono ammirare anche dal lungofiume, il famoso miglio detto Backs. Tra i monumenti da non perdere, nonché uno dei più famosi e visitati a Cambridge, è la Cappella del King’s College (King’s College Chapel), iniziata nel 1446 sotto Enrico VII e completata durante il regno di Enrico VIII.
Il college più antico, tuttora esistente, è Peterhouse la cui fondazione risale al 1284 grazie ai buoni auspici del vescovo di Ely, Hugh de Balsham. L’istituzione dei primi college a Cambridge si deve proprio alla presenza, al tempo, di molti ordini religiosi provenienti da Ely e tutt’ora la giurisdizione ecclesiastica ricade sotto la stessa diocesi. Pur divenendo nel corso degli anni un centro sempre più importante, Cambridge non ottenne lo statuto di città fino agli anni ‘50 del secolo scorso. Tra gli edifici religiosi, il più particolare è senz’altro la minuscola Chiesa del Sacro Sepolcro (Round Church), all’angolo di Bridge Street, una delle quattro chiese a pianta circolare ancora presenti in Inghilterra, datata 1130.
Un altro luogo assolutamente da non mancare è il vicino Fitzwilliam Museum (museo d’arte e antichità dell’Università) in Trumpington Street che custodisce una preziosa collezione di reperti dell’antico Egitto, di oggetti d’arte orientale, greca, etrusca e romana, monete, manoscritti e libri, nonché un’ampia sezione pittorica tra cui spiccano preziose collezioni d’arte italiana del tardo medioevo e rinascimento, e di scuola fiamminga, fino ad arrivare ad opere dell’impressionismo francese, dei paesaggisti inglesi e del XX secolo. Tra i tanti capolavori presenti basti citare la presenza di opere di Simone Martini, Fra Filippo Lippi, Ghirlandaio, Mantegna, Pinturicchio, Tiziano, Veronese, Van Dick, Rubens, Renoir, Monet, Cézanne, Picasso, John Constable, William Turner.
A Cambridge si possono visitare anche importanti musei universitari come il museo di Archeologia e Antropologia, di Archeologia classica, di Zoologia, di Geologia (Sedgwick Museum) di Storia della Scienza (Whipple Museum) e il museo delle ricerche Polari, per non dimenticare il Giardino Botanico che raccoglie oltre 8000 specie di piante da tutto il mondo, uno dei ritrovi più amati dagli studenti e abitanti della città, insieme ai Green e ai parchi pubblici che circondano il centro storico, per letture e camminate rilassanti immersi nella natura.
Oxford
Per visitare la più antica università del mondo anglosassone è a Oxford però che bisogna andare. La capitale dell’Oxfordshire è raggiungibile in un’ora e mezza circa da Londra sia in macchina che in treno o in pullman con la National Express. Attraversata dai due fiumi Cherwell e Tamigi che da queste parti è chiamato The Isis, la città deve la sua fondazione a coloni di origine sassone per poi essere conquistata dai Normanni durante l’invasione del 1066, ma è a partire dal secolo successivo che acquista importanza come centro di studi grazie all’impulso del re Enrico II.
L'Università Datata 1167 l’Università di Oxford ingloba attualmente una popolazione di circa 14.000 studenti divisi in 38 college che donano alla città il suo sognante skyline di guglie e torri cuspidate, come splendidamente annotava il poeta Matthew Arnold. E’ qui che gravita gran parte della vita studentesca benché sia sempre l’università ad organizzare corsi, esami e assegnazioni delle lauree. Alcune cerimonie accademiche che si perpetuano da secoli, sono veri e propri spettacoli a cui assistere. Basti pensare alla cerimonia di laurea dello Sheldonian che ancora oggi si svolge in latino.
Tra i più grandi e prestigiosi college di Oxford c’è il Christ Church, fondato nel 1524 dal Cardinale Wosley, sul preesistente monastero Agostiniano che comprendeva anche la chiesa in stile normanno (tardo romanico e gotico) dedicata alla Santa Frideswide, patrona della città. Quella che un tempo era la chiesa del monastero divenne cappella universitaria prima e poi anche Cattedrale della diocesi di Oxford: un doppio titolo che ha conservato fino ai giorni nostri. Dal sacro al profano, le suggestioni di questo edificio sono davvero molte e spaziano dalla letteratura al cinema: gli amanti di Harry Potter, infatti, non potranno ignorare la Great Hall dell’Università utilizzata come modello per l'ingresso di Hogwarts.
Altri college famosi sono il Merton, il St. John’s, il New College che mantiene un impianto gotico originale tra i meglio conservati e che a dispetto del nome, è tra i più antichi, risale infatti al 1379 ad opera del vescovo di Winchester, e il facoltoso Magdalene, fondato nel 1458 durante il regno di Enrico VI negli edifici dell’antico ospedale S. Giovanni Battista. Il suo campanile alto 46 metri è stato definito da Giacomo I “l’edificio più perfetto di Oxford”. Merita una menzione anche lo splendido parco dei daini “The Grove”, che si estende fino alle rive del fiume Cherwell.
La bellezza della città, come per Cambridge, scaturisce da un felice amalgama di elementi architettonici e ambientali a cui si aggiunge la particolare predisposizione alla socialità composta e gioviale dal tocco cosmopolita, ereditata plausibilmente della lunga tradizione accademica. A tingere la città d’oro sono gli edifici universitari di pietra, considerati tra i migliori esempi dell’architettura britannica, tra i quali spiccano lo Sheldonian Theatre di Sir Christopher Wren in Broad Street, sede di concerti, conferenze e lezioni universitarie e la Bodleian Library, capolavoro del gotico inglese, collegata con un corridoio sotterraneo alla Radcliffe Camera, la grande sala di lettura a forma circolare in stile palladiano. Principale biblioteca dell’Università, seconda solo alla British Library di Londra per dimensioni e numero di volumi, svolge un importante ruolo nell’ambito della ricerca e della conservazione libraria.
Una tappa d’arte imperdibile a Oxford è il Museo Ashmolean d’Arte e Archeologia in Beaumont Street, il più antico museo universitario del mondo (costruito tra il 1678 e il 1683) e riaperto di recente da Sua Maestà la Regina dopo un restauro costato 61 milioni di sterline. Al suo interno si ammirano prestigiose collezioni di reperti archeologici dell’antico Egitto, della civiltà Minoica cretese, dell’antica Grecia, oltre ad una sezione d’arte orientale e gallerie di dipinti dal Rinascimento ai giorni nostri con opere tra gli altri di Paolo Uccello, Michelangelo, Leonardo e Raffaello.
Anche i luoghi per il tempo libero sono impregnati di storia e di una certa impronta elitaria come l’elegante The Grand Café che sorge nello stesso luogo dove fu costruita nel 1651 la prima caffetteria inglese, oppure il bar e ristorante The Parsonage all’interno dell’Old Parsonage Hotel, intriso di riferimenti a Oscar Wilde, e anche il pub Eagle & Child che fu il luogo prescelto per i frequenti incontri tra JRR Tolkien e il suo gruppo letterario, gli Inklings. Altri luoghi caratteristici della città sono il Mercato Coperto creato nel 1772 dove oggi trovano spazio tanti piccoli negozi con i più svariati articoli sia alimentari che d’artigianato, e la pulsante High Street per una carrellata di boutique, librerie e antiquari, ma anche locali molto vivi la notte che spuntano tra gli immancabili edifici storici. Questa strada, insieme a St Aldate, Cornmarket Street e Queen Street delimita il cuore del centro cittadino chiamato Carfax.
Gli appassionati d’auto non potranno mancare una visita anche al sobborgo di Cowley, sede storica della Morris Motor Company, la casa automobilistica britannica produttrice della mitica Mini Minor. Dopo l'ingresso della casa madre nell'orbita della tedesca BMW, l’impianto di Cowley, completamente rinnovato e ribattezzato Oxford Plant, è oggi il principale sito di assemblaggio da cui escono i diversi modelli della fortunata serie del nuovo marchio Mini.
Testo e foto a cura delle redazione
Sono i più prestigiosi centri universitari della Gran Bretagna e sono, inevitabilmente, rivali. Tra Cambridge e Oxford la competitività è di casa, pur mascherata dalle raffinate maniere che contraddistinguono queste due città simbolo di studio, disciplina e cultura accademica. Una rivalità che si manifesta più goliardicamente anche sul piano sportivo, sin dal 1829 quando uno studente di Cambridge volle sfidare un amico che studiava a Oxford in una gara di canottaggio sul Tamigi. Da allora, la corsa sul fiume divenne simbolo esplicito di sfida tra le due università e ancora oggi i due gruppi antagonisti gareggiano con passione in quello che è diventato uno degli eventi più seguiti del Regno Unito: 250 mila spettatori accorrono sulle rive del Tamigi e oltre 500 milioni di persone seguono le riprese televisive del The Boat Course. Se il gioco è un po’ la metafora della vita, nell'agonismo delle due squadre trapela molta eloquenza.
Cambridge e Oxford sono entrambe bellissime città, eleganti, colte ma anche giovani e giovanili perché tecnologiche, all'avanguardia e sempre molto vivaci. Due città, insomma, dove tradizione universitaria non equivale automaticamente a polverose antichità morte e sepolte, piuttosto ad uno spirito di scoperta, approfondimento e documentazione che avvicina, invece di allontanare, le nuove generazioni allo studio. Non è un caso che le due città anglosassoni siano mete predilette per vacanze-studio estive di molti giovani d’Europa che qui trovano l’humus ideale per coltivare una impeccabile lingua inglese, insieme al senso civico della vita e al divertimento necessario per sdrammatizzarla un po’.
Certo, le dimensioni a misura d’uomo dell’impianto urbanistico delle due città giocano un ruolo non indifferente nell'umanizzazione dei rapporti sociali e nell'alta qualità della vita che si sperimenta vivendo a Cambridge ed Oxford, ma l’aver saputo salvaguardare un patrimonio culturale fatto non solo di monumenti ma anche di idee, è la loro vera conquista, nonché premio per la fama di cui continuano a godere.
Cambridge
Capoluogo del Cambridgeshire, nell'Inghilterra dell’Est (East Anglia), ex città romana della Britannia con il nome di Duroliponte, Cambridge sorge lungo il fiume Cam a circa 80 km di distanza da Londra. I suoi famosi college ospitano oggi più di 17.000 studenti, dopo aver accolto tra le loro aule allievi quali Isaac Newton, Charles Darwin, Francis Bacon, William Wordsworth, John Milton, Bertrand Russell, tra gli altri. La concentrazione di importanti musei, gallerie, ampi spazi verdi e giardini, palazzi storici, edifici medievali e neogotici, in un’area tutto sommato ristretta qual è il tessuto urbano di Cambridge, rendono la città un vero scrigno di tesori ed eleganza.
I suoi 31 college sono sparsi un po’ ovunque ma la zona più affascinante è senz'altro quella lungo la King’s Parade, la strada parallela al fiume Cam dove si trovano alcuni dei più prestigiosi colleges della Cambridge University. Seconda solo all’Università di Oxford per antichità, questo tempio della ricerca scientifica e della cultura vanta ben 89 premi Nobel riconosciuti ai suoi ricercatori. Tra i più famosi collegi di Cambridge spiccano il King’s College, il St John’s College, il Corpus Christi College, il Queens’ College, il Christ’s College e il maestoso Trinity College, quest’ultimo voluto dal re Enrico VIII nel 1546 come ci ricorda la statua nella nicchia visibile sopra l’entrata. E’ questo il più grande college d’Inghilterra con una intramontabile tradizione accademica che annovera anche i nomi di Isaac Newton e Ludwig Wittgenstein tra gli illustri studiosi. Negli spazi del Trinity si trova il cortile più grande di Cambridge, la Great Court, prodigo di atmosfere grazie agli edifici quattrocenteschi che ospita al suo interno. A seguire, un cortile più piccolo, il Neville’s Court e la Wren Library, la stupenda biblioteca costruita alla fine del Seicento da Christopher Wren (l’architetto artefice della ricostruzione di Londra dopo il grande incendio del 600).
Una particolarità del Queens’ College, invece, è il ponte di legno sul fiume Cam, noto come Mathematical Bridge a causa della spiegazione matematica sottintesa alla disposizione dei legni che lo sostengono. I college e i loro splendidi giardini si possono ammirare anche dal lungofiume, il famoso miglio detto Backs. Tra i monumenti da non perdere, nonché uno dei più famosi e visitati a Cambridge, è la Cappella del King’s College (King’s College Chapel), iniziata nel 1446 sotto Enrico VII e completata durante il regno di Enrico VIII.
Il college più antico, tuttora esistente, è Peterhouse la cui fondazione risale al 1284 grazie ai buoni auspici del vescovo di Ely, Hugh de Balsham. L’istituzione dei primi college a Cambridge si deve proprio alla presenza, al tempo, di molti ordini religiosi provenienti da Ely e tutt’ora la giurisdizione ecclesiastica ricade sotto la stessa diocesi. Pur divenendo nel corso degli anni un centro sempre più importante, Cambridge non ottenne lo statuto di città fino agli anni ‘50 del secolo scorso. Tra gli edifici religiosi, il più particolare è senz’altro la minuscola Chiesa del Sacro Sepolcro (Round Church), all’angolo di Bridge Street, una delle quattro chiese a pianta circolare ancora presenti in Inghilterra, datata 1130.
Un altro luogo assolutamente da non mancare è il vicino Fitzwilliam Museum (museo d’arte e antichità dell’Università) in Trumpington Street che custodisce una preziosa collezione di reperti dell’antico Egitto, di oggetti d’arte orientale, greca, etrusca e romana, monete, manoscritti e libri, nonché un’ampia sezione pittorica tra cui spiccano preziose collezioni d’arte italiana del tardo medioevo e rinascimento, e di scuola fiamminga, fino ad arrivare ad opere dell’impressionismo francese, dei paesaggisti inglesi e del XX secolo. Tra i tanti capolavori presenti basti citare la presenza di opere di Simone Martini, Fra Filippo Lippi, Ghirlandaio, Mantegna, Pinturicchio, Tiziano, Veronese, Van Dick, Rubens, Renoir, Monet, Cézanne, Picasso, John Constable, William Turner.
A Cambridge si possono visitare anche importanti musei universitari come il museo di Archeologia e Antropologia, di Archeologia classica, di Zoologia, di Geologia (Sedgwick Museum) di Storia della Scienza (Whipple Museum) e il museo delle ricerche Polari, per non dimenticare il Giardino Botanico che raccoglie oltre 8000 specie di piante da tutto il mondo, uno dei ritrovi più amati dagli studenti e abitanti della città, insieme ai Green e ai parchi pubblici che circondano il centro storico, per letture e camminate rilassanti immersi nella natura.
Oxford
Per visitare la più antica università del mondo anglosassone è a Oxford però che bisogna andare. La capitale dell’Oxfordshire è raggiungibile in un’ora e mezza circa da Londra sia in macchina che in treno o in pullman con la National Express. Attraversata dai due fiumi Cherwell e Tamigi che da queste parti è chiamato The Isis, la città deve la sua fondazione a coloni di origine sassone per poi essere conquistata dai Normanni durante l’invasione del 1066, ma è a partire dal secolo successivo che acquista importanza come centro di studi grazie all’impulso del re Enrico II.
L'Università Datata 1167 l’Università di Oxford ingloba attualmente una popolazione di circa 14.000 studenti divisi in 38 college che donano alla città il suo sognante skyline di guglie e torri cuspidate, come splendidamente annotava il poeta Matthew Arnold. E’ qui che gravita gran parte della vita studentesca benché sia sempre l’università ad organizzare corsi, esami e assegnazioni delle lauree. Alcune cerimonie accademiche che si perpetuano da secoli, sono veri e propri spettacoli a cui assistere. Basti pensare alla cerimonia di laurea dello Sheldonian che ancora oggi si svolge in latino.
Tra i più grandi e prestigiosi college di Oxford c’è il Christ Church, fondato nel 1524 dal Cardinale Wosley, sul preesistente monastero Agostiniano che comprendeva anche la chiesa in stile normanno (tardo romanico e gotico) dedicata alla Santa Frideswide, patrona della città. Quella che un tempo era la chiesa del monastero divenne cappella universitaria prima e poi anche Cattedrale della diocesi di Oxford: un doppio titolo che ha conservato fino ai giorni nostri. Dal sacro al profano, le suggestioni di questo edificio sono davvero molte e spaziano dalla letteratura al cinema: gli amanti di Harry Potter, infatti, non potranno ignorare la Great Hall dell’Università utilizzata come modello per l'ingresso di Hogwarts.
Altri college famosi sono il Merton, il St. John’s, il New College che mantiene un impianto gotico originale tra i meglio conservati e che a dispetto del nome, è tra i più antichi, risale infatti al 1379 ad opera del vescovo di Winchester, e il facoltoso Magdalene, fondato nel 1458 durante il regno di Enrico VI negli edifici dell’antico ospedale S. Giovanni Battista. Il suo campanile alto 46 metri è stato definito da Giacomo I “l’edificio più perfetto di Oxford”. Merita una menzione anche lo splendido parco dei daini “The Grove”, che si estende fino alle rive del fiume Cherwell.
La bellezza della città, come per Cambridge, scaturisce da un felice amalgama di elementi architettonici e ambientali a cui si aggiunge la particolare predisposizione alla socialità composta e gioviale dal tocco cosmopolita, ereditata plausibilmente della lunga tradizione accademica. A tingere la città d’oro sono gli edifici universitari di pietra, considerati tra i migliori esempi dell’architettura britannica, tra i quali spiccano lo Sheldonian Theatre di Sir Christopher Wren in Broad Street, sede di concerti, conferenze e lezioni universitarie e la Bodleian Library, capolavoro del gotico inglese, collegata con un corridoio sotterraneo alla Radcliffe Camera, la grande sala di lettura a forma circolare in stile palladiano. Principale biblioteca dell’Università, seconda solo alla British Library di Londra per dimensioni e numero di volumi, svolge un importante ruolo nell’ambito della ricerca e della conservazione libraria.
Una tappa d’arte imperdibile a Oxford è il Museo Ashmolean d’Arte e Archeologia in Beaumont Street, il più antico museo universitario del mondo (costruito tra il 1678 e il 1683) e riaperto di recente da Sua Maestà la Regina dopo un restauro costato 61 milioni di sterline. Al suo interno si ammirano prestigiose collezioni di reperti archeologici dell’antico Egitto, della civiltà Minoica cretese, dell’antica Grecia, oltre ad una sezione d’arte orientale e gallerie di dipinti dal Rinascimento ai giorni nostri con opere tra gli altri di Paolo Uccello, Michelangelo, Leonardo e Raffaello.
Anche i luoghi per il tempo libero sono impregnati di storia e di una certa impronta elitaria come l’elegante The Grand Café che sorge nello stesso luogo dove fu costruita nel 1651 la prima caffetteria inglese, oppure il bar e ristorante The Parsonage all’interno dell’Old Parsonage Hotel, intriso di riferimenti a Oscar Wilde, e anche il pub Eagle & Child che fu il luogo prescelto per i frequenti incontri tra JRR Tolkien e il suo gruppo letterario, gli Inklings. Altri luoghi caratteristici della città sono il Mercato Coperto creato nel 1772 dove oggi trovano spazio tanti piccoli negozi con i più svariati articoli sia alimentari che d’artigianato, e la pulsante High Street per una carrellata di boutique, librerie e antiquari, ma anche locali molto vivi la notte che spuntano tra gli immancabili edifici storici. Questa strada, insieme a St Aldate, Cornmarket Street e Queen Street delimita il cuore del centro cittadino chiamato Carfax.
Gli appassionati d’auto non potranno mancare una visita anche al sobborgo di Cowley, sede storica della Morris Motor Company, la casa automobilistica britannica produttrice della mitica Mini Minor. Dopo l'ingresso della casa madre nell'orbita della tedesca BMW, l’impianto di Cowley, completamente rinnovato e ribattezzato Oxford Plant, è oggi il principale sito di assemblaggio da cui escono i diversi modelli della fortunata serie del nuovo marchio Mini.
La dimora di Chatsworth
A comporre il mosaico degli East Midlands sono le cinque contee di Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Northamptonshire e Leicesterschire. E' nel Derbyshire che si perpetua la leggenda di Chatsworth, la dimora del duca e della duchessa del Devonshire, utilizzata come location per il remake cinematografico del famoso romanzo di Jane Austen, "Orgoglio e Pregiudizio". Leggenda che ha inizio nel XVII secolo, all'epoca del primo duca del Devonshire (1694) il quale inaugura la longeva storia del casato e della famiglia Cavendish.
La prima dimora di Chatsworth fu costruita da “Bess of Hardwick” (1527-1608 circa) e dal suo secondo marito Sir William Cavendish (1505-57). Bess ebbe quattro mariti, ma solo figli da Sir William. Il loro secondo figlio, William, divenne l'erede e fu nominato conte del Devonshire nel 1618. Questo l'antefatto che dà origine alla storia degli 11 duchi di Chatsworth, un sipario aperto su un palcoscenico di memoria shakespeariana, fatto di matrimoni, intrighi e prosperità. Gli attuali proprietari, l'XI duca Andrew Cavendish (1920) e la moglie Deborah Mitford (1920), detengono il titolo per il periodo più lungo rispetto ai loro predecessori e a loro si deve gran parte dell'attuale configurazione della residenza, un museo di valore costantemente rinnovato sì che un visitatore che vi torni due volte difficilmente potrà vedere le stesse cose.
Solo la Cappella e la Sala da Pranzo di rappresentanza del 1690, la Grande Sala da Pranzo e la Galleria delle Sculture del 1830 sono rimaste virtualmente inalterate dal momento della loro costruzione. Tanto per avere un'idea di cosa è Chatsworth e il suo giardino diamo qualche numero: dietro a 1,3 acri vi sono 175 stanze, 17 scale e 359 porte, il tutto illuminato da 2084 lampadine. Circa 160 persone provvedono al mantenimento della dimora, tra guardiani, elettricisti, idraulici, guardie di sicurezza, restauratori, falegnami, sarte, cuoche, cameriere, telefoniste, imbianchini, parcheggiatori, guide turistiche e via dicendo. Completano la scenografia di questo angolo nobile di Derbyshire, la Tenuta di Chatsworth – 35 mila acri di terreni che comprendono fattorie, boschi, paludi, villaggi e miniere – e lo splendido Giardino attorno alla residenza familiare, un mondo a parte definibile come uno dei più prestigiosi esempi di design botanico Europeo.
Oltre le porte dell'Aranceto si schiude il meraviglioso mondo del Giardino con oltre 100 acri e una rete incredibile di sentieri da esplorare. Un capolavoro di design naturale passato per 450 anni di evoluzione, che nel progetto originario doveva riprodurre in terra un biblico Eden, fatto di serpentine, labirinti, fontane, cascate e giochi d'acqua, sculture moderne alternate a statue in bronzo celebrative dei duchi e, ovviamente, giardini su giardini, un tripudio di colori e arte botanica. Ci vogliono non meno di un paio d'ore per seguire il percorso suggerito dalle guide per non perdere nessuna delle meraviglie nascoste in questo labirinto dove anche la natura ha un aspetto regale. I grandi viali alberati, estesi per chilometri tanto da non vedere mai la fine e adornati da statue che rievocano la superba arte scultorea dei Greci, sembrano usciti da un disegno divino di simmetria e armonia.
Con la complicità della meteorologia si possono godere scorci emozionanti come tavolozze d'autore, e spiazzali spettacolari come The Canal Pond (1702) che agli occhi di Daniel Defoe, in visita a Chatsworth, dovette risultare “perfectly carried away”. A dominare la prospettiva del Canal Pond è quella che nello schema originario voluto dal I duca doveva essere la Great Fountain, oggi alla storia come Emperor Fountain (1843). La fontana imperiale riesce a sparare in aria uno spettacolare getto d'acqua di 90 metri. Tra gli ambienti più scenografici del giardino delle meraviglie c'è sicuramente The Maze, il “giovane” labirinto circolare datato 1962 che porta la firma di Dennis Fisher. Come accennato, la storia del giardino segue le vicissitudini della lunga casata Cavendish.
Fu il quarto duca (1720-1764) ad assumere Sir William Loraine, detto “Capability” per la sua notevole esperienza di giardiniere al servizio di reali, per ridefinire il giardino geometrico. Il sesto duca (1811-58) assunse, invece, come capo giardiniere il famoso Joseph Paxton (1803-65) che infoltì i giardini. Il genio di Paxton era al tempo abbastanza noto negli ambienti della Horticultural Society dove lavorava come giardiniere-designer usando un termine moderno ma certo più appropriato per definire l'attività di Paxton presso Chatsworth. Attività destinata a rimanere nella storia soprattutto per l'ideazione del Great Conservatory (1840) e del suo Crystal Palace costruito in occasione della Grande Esibizione del 1851 che inaugura, nel campo del design botanico, la rivoluzione del vetro come materia.
Un viale di tulipifere introduce alla palazzina d'ingresso della dimora dove inizia l'itinerario turistico predisposto per i visitatori, illustrato da una guida che esordirà con il gettare luce sulla dinastia dei Cavendish. La magniloquenza degli ambienti è immediatamente percepibile non appena si varca la soglia dell'ingresso e ci si trova a un passo dal Salone dei Dipinti, con pavimento in marmo e, sul soffitto, affreschi della vita di Giulio Cesare, opera di Luigi Laguerre (1663-1721). Una scalinata dominata dalla statua in bronzo di Mercurio, a imitazione del Giambalogna (1529-1608), introduce al pianerottolo del primo piano dove attirano l'attenzione due carrozze per neonati del XVIII secolo e una slitta per bambini del XIX secolo.
Sul piano superiore si trovano le stanze più imponenti del I duca, le cinque Stanze di Rappresentanza (spogliatoio, camera da letto, sala da musica, salotto e sala da pranzo), destinate al ricevimento dei reali e costruite così bene che è possibile sedere nelle stanze familiari al piano inferiore senza accorgersi che vi è una folla di visitatori al piano superiore. Questi ambienti risultano visibilmente poco illuminati il che è congeniale affinché la luce del sole non raggiunga i mobili, gli arazzi, i quadri e le pareti rivestite in pelle che compongono il mosaico intarsiato di questa parte della dimora. Nel Salotto spiccano arazzi di grande pregio tra cui uno, L'incarico a San Pietro, datato 1635 circa, che ricorda da vicino gli schizzi di Raffaello delle scene tratte dagli Atti degli Apostoli.
Di sala in sala, l'occhio non si riposa mai tanto lo sguardo viene monitorato da dettagli sempre più raffinati come, ad esempio, quel trompe l'oeil nella Sala della Musica che ritrae un violino appeso alla parete. Difficile resistere alla tentazione di toccarlo per accertarsi che non sia reale. Si arriva, infine, nella Camera da Letto, uno scrigno di pelle stampata e dorata con soffitto completamente affrescato da Laguerre. Qui dormirono il re Giorgio V e la regina Maria in occasione del loro soggiorno a Chatsworth per lo Show Reale di Derby nel 1933. Anche lo Spogliatoio riserva una sorpresa che farebbe sobbalzare qualsiasi appassionato di antiquariato. In questa stanza, infatti, si trova uno dei pochi oggetti d'arredamento in argento rimasti in questo paese: un lampadario risalente al 1694 circa. Ognuno dei cherubini più piccoli sostiene uno scudo con la cifra di Cavendish sormontata da una corona da conte. Al termine della visita delle Sale di Rappresentanza, si passa attraverso una vetrina che espone un servizio di porcellana bianca di oltre 200 pezzi, decorato con uccelli, farfalle e lepidotteri, prodotto a Berlino intorno al 1780.
Attraversando ancora gallerie, scale e corridoi, il percorso turistico giunge alla visita della Cappella, costruita tra il 1688 e il 1693, al tempo del I duca. Da allora è rimasta praticamente inalterata. Una qualche essenza di incenso sembra rivestire l'aria ma si tratta invece dell'odore emanato dal rivestimento in legno di cedro che domina la piccola cripta affrescata con scene della vita di Cristo. Siamo appena a metà percorso e ancora la visita riserva molte altre lusinghe per la vista. Si passa da una massiccia Stanza in legno di quercia, tra le più singolari del palazzo, per attraversare poi il corridoio della Cappella con le sue “estrosità regali” (un barcone turco, due statue egizie della dea Sekhmet, un piede colossale dell'epoca greca, una collezione di chiavi del palazzo, il dipinto L'Adorazione dei Magi di Paolo Veronese del 1528-88 circa).
Calpestando una imponente scala di quercia sormontata da dipinti di duchi e reali – costruita nel 1823-24 per consentire l'accesso alla nuova ala del palazzo, iniziata nel 1818 – si arriva finalmente ad una delle più impressionanti sale della dimora, non foss'altro per lo sfarzo trasbordante che imperla ogni angolo. Si tratta della Biblioteca, la sala che al tempo del I duca costituiva la Galleria Lunga, e il soffitto di stucco dorato risale infatti a quel periodo. Fu il VI duca ad adibire nel 1815 la sala a biblioteca acquistando libri per un totale di oltre 17mila volumi. Dipinti e dorature, manoscritti miniati, sedie di velluto e tappeti intessuti completano il capolavoro. Con la Sala della Cupola termina la casa del I duca e inizia l'ala del VI duca, grande appassionato della pietra come si evince dai vasi in marmo raro (occhio di paone), la scacchiera d'avorio indiana con scacchi a forma di elefanti, jagannath e pagode e colonne in marmo.
Rimangono altri due ambienti da visitare (la Grande Sala da Pranzo e la Galleria delle Sculture) prima di sbucare nel Negozio dell'Aranceto dove sbizzarrirsi nella scelta del souvenir migliore di Chatsworth. La Grande Sala da Pranzo fu terminata nel 1832 con grande soddisfazione del VI duca che ebbe a dire “ è come pranzare in un grande baule e ci si aspetta che il coperchio si apra”. A comporre l'armonia esuberante del “grande baule” sono quattro pesanti consolle dorate, lampade di vetro alle pareti, caminetti in marmo e figure orgiastiche incise da Sir Richard Westmacott il Giovane (1799-1872) e Robert Siever (1794-1865) che però lasciarono insoddisfatto il duca che, a quanto pare, avrebbe desiderato un “maggiore abbandono ed espressione gioiosa”.
Infine, la Galleria delle Sculture ospitante, nelle intenzioni del duca, la collezione di arte “moderna” con opere del tempo (XVIII e XIX secolo). Qui è difficile non rimare ipnotizzati dalla grazia marmorea di Antonio Canova (1757-1822), scolpita nell'Endimione dormiente e il suo cane, in Ebe, Coppiera degli Dei, nel Busto di Napoleone e ne La Madre di Napoleone. Le pareti in arenaria della galleria, decorate di velluto rosso e verde, danno ulteriore risalto al trionfo del bianco marmoreo che invade questa ultima meraviglia del palazzo in cui spicca, tra gli altri, anche il pregevole Ritratto di un Orientale di Rembrandt (1606-69), acquistato per 78 sterline e 15 scellini dal III duca nel 1742. Non rimane che indugiare nel Negozio dell'Aranceto per lo shopping, consci di aver camminato oltre 500 metri, percorso 100 gradini verso l'alto e 60 verso il basso!
Chatswort fa parte del Peak District, il primo Parco della Britannia, la storica zona di confine dove la città incontra la campagna. E' il cuore mite dell'Inghilterra, leggiadro come le gentili ondulate valli che si amalgamano alle distese di granito, garbato come i villaggi silenziosi che spuntano attorno a valli e serpeggianti fiumi. L'area è un crocevia a cui si accede facilmente dall'autostrada M1, e racchiude il patrimonio di una parte d'Europa intrisa di storia e di leggenda: l'antica Normandia. Di questo patrimonio fa parte anche Renishaw Hall e i suoi giardini all'italiana, a metà strada tra Sheffield e Chesterfield, sempre nel Derbyshire. La dimora appare come un'oasi d'arte e di bellezza in una zona altrimenti dominata dall'industria e dalle miniere.
Tra i sentieri da percorrere all'interno dei giardini geometrici (1890), quello di Lady Ida è una breve passeggiata tra splendidi tassi, mentre sul lato opposto, un sentiero boscoso porta ai tre laghi. Fuori dal giardino si trova l'Old Stable Block che ospita la Cafè Gallery e altre tre gallerie, nonché il Sitwell Museum che celebra la vita e le opere del disegnatore e creatore dei giardini di Renishaw Hall, Sir George Sitwell. Il palazzo non è usualmente aperto al pubblico, tuttavia vengono organizzate visite private nei piani inferiori per gruppi di 25 persone.
Il fatto che a poca distanza da queste riappacificanti isole felici di verde si trovino gradevoli città a misura d'uomo dove soggiornare rimanendo circondati dalla storia, è un'altra cortesia degli East Midlands. Lincoln con la sua Cattedrale gotica visitata ogni anno da più di 200mila visitatori, Nottingham con la sua eco favolistica legata alle vicende di Robin Hood, e ancora Chesterfield, il punto di sosta più vicino al parco, con quella anomalia architettonica della “guglia storta” che attira intorno alla chiesa principale della città migliaia di obiettivi fotografici, sono solo alcune delle chicche a portata di mano del viaggiatore che, con la complicità delle low cost che oggi arrivano dappertutto, giunga fin qui.
A comporre il mosaico degli East Midlands sono le cinque contee di Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Northamptonshire e Leicesterschire. E' nel Derbyshire che si perpetua la leggenda di Chatsworth, la dimora del duca e della duchessa del Devonshire, utilizzata come location per il remake cinematografico del famoso romanzo di Jane Austen, "Orgoglio e Pregiudizio". Leggenda che ha inizio nel XVII secolo, all'epoca del primo duca del Devonshire (1694) il quale inaugura la longeva storia del casato e della famiglia Cavendish.
La prima dimora di Chatsworth fu costruita da “Bess of Hardwick” (1527-1608 circa) e dal suo secondo marito Sir William Cavendish (1505-57). Bess ebbe quattro mariti, ma solo figli da Sir William. Il loro secondo figlio, William, divenne l'erede e fu nominato conte del Devonshire nel 1618. Questo l'antefatto che dà origine alla storia degli 11 duchi di Chatsworth, un sipario aperto su un palcoscenico di memoria shakespeariana, fatto di matrimoni, intrighi e prosperità. Gli attuali proprietari, l'XI duca Andrew Cavendish (1920) e la moglie Deborah Mitford (1920), detengono il titolo per il periodo più lungo rispetto ai loro predecessori e a loro si deve gran parte dell'attuale configurazione della residenza, un museo di valore costantemente rinnovato sì che un visitatore che vi torni due volte difficilmente potrà vedere le stesse cose.
Solo la Cappella e la Sala da Pranzo di rappresentanza del 1690, la Grande Sala da Pranzo e la Galleria delle Sculture del 1830 sono rimaste virtualmente inalterate dal momento della loro costruzione. Tanto per avere un'idea di cosa è Chatsworth e il suo giardino diamo qualche numero: dietro a 1,3 acri vi sono 175 stanze, 17 scale e 359 porte, il tutto illuminato da 2084 lampadine. Circa 160 persone provvedono al mantenimento della dimora, tra guardiani, elettricisti, idraulici, guardie di sicurezza, restauratori, falegnami, sarte, cuoche, cameriere, telefoniste, imbianchini, parcheggiatori, guide turistiche e via dicendo. Completano la scenografia di questo angolo nobile di Derbyshire, la Tenuta di Chatsworth – 35 mila acri di terreni che comprendono fattorie, boschi, paludi, villaggi e miniere – e lo splendido Giardino attorno alla residenza familiare, un mondo a parte definibile come uno dei più prestigiosi esempi di design botanico Europeo.
Oltre le porte dell'Aranceto si schiude il meraviglioso mondo del Giardino con oltre 100 acri e una rete incredibile di sentieri da esplorare. Un capolavoro di design naturale passato per 450 anni di evoluzione, che nel progetto originario doveva riprodurre in terra un biblico Eden, fatto di serpentine, labirinti, fontane, cascate e giochi d'acqua, sculture moderne alternate a statue in bronzo celebrative dei duchi e, ovviamente, giardini su giardini, un tripudio di colori e arte botanica. Ci vogliono non meno di un paio d'ore per seguire il percorso suggerito dalle guide per non perdere nessuna delle meraviglie nascoste in questo labirinto dove anche la natura ha un aspetto regale. I grandi viali alberati, estesi per chilometri tanto da non vedere mai la fine e adornati da statue che rievocano la superba arte scultorea dei Greci, sembrano usciti da un disegno divino di simmetria e armonia.
Con la complicità della meteorologia si possono godere scorci emozionanti come tavolozze d'autore, e spiazzali spettacolari come The Canal Pond (1702) che agli occhi di Daniel Defoe, in visita a Chatsworth, dovette risultare “perfectly carried away”. A dominare la prospettiva del Canal Pond è quella che nello schema originario voluto dal I duca doveva essere la Great Fountain, oggi alla storia come Emperor Fountain (1843). La fontana imperiale riesce a sparare in aria uno spettacolare getto d'acqua di 90 metri. Tra gli ambienti più scenografici del giardino delle meraviglie c'è sicuramente The Maze, il “giovane” labirinto circolare datato 1962 che porta la firma di Dennis Fisher. Come accennato, la storia del giardino segue le vicissitudini della lunga casata Cavendish.
Fu il quarto duca (1720-1764) ad assumere Sir William Loraine, detto “Capability” per la sua notevole esperienza di giardiniere al servizio di reali, per ridefinire il giardino geometrico. Il sesto duca (1811-58) assunse, invece, come capo giardiniere il famoso Joseph Paxton (1803-65) che infoltì i giardini. Il genio di Paxton era al tempo abbastanza noto negli ambienti della Horticultural Society dove lavorava come giardiniere-designer usando un termine moderno ma certo più appropriato per definire l'attività di Paxton presso Chatsworth. Attività destinata a rimanere nella storia soprattutto per l'ideazione del Great Conservatory (1840) e del suo Crystal Palace costruito in occasione della Grande Esibizione del 1851 che inaugura, nel campo del design botanico, la rivoluzione del vetro come materia.
Un viale di tulipifere introduce alla palazzina d'ingresso della dimora dove inizia l'itinerario turistico predisposto per i visitatori, illustrato da una guida che esordirà con il gettare luce sulla dinastia dei Cavendish. La magniloquenza degli ambienti è immediatamente percepibile non appena si varca la soglia dell'ingresso e ci si trova a un passo dal Salone dei Dipinti, con pavimento in marmo e, sul soffitto, affreschi della vita di Giulio Cesare, opera di Luigi Laguerre (1663-1721). Una scalinata dominata dalla statua in bronzo di Mercurio, a imitazione del Giambalogna (1529-1608), introduce al pianerottolo del primo piano dove attirano l'attenzione due carrozze per neonati del XVIII secolo e una slitta per bambini del XIX secolo.
Sul piano superiore si trovano le stanze più imponenti del I duca, le cinque Stanze di Rappresentanza (spogliatoio, camera da letto, sala da musica, salotto e sala da pranzo), destinate al ricevimento dei reali e costruite così bene che è possibile sedere nelle stanze familiari al piano inferiore senza accorgersi che vi è una folla di visitatori al piano superiore. Questi ambienti risultano visibilmente poco illuminati il che è congeniale affinché la luce del sole non raggiunga i mobili, gli arazzi, i quadri e le pareti rivestite in pelle che compongono il mosaico intarsiato di questa parte della dimora. Nel Salotto spiccano arazzi di grande pregio tra cui uno, L'incarico a San Pietro, datato 1635 circa, che ricorda da vicino gli schizzi di Raffaello delle scene tratte dagli Atti degli Apostoli.
Di sala in sala, l'occhio non si riposa mai tanto lo sguardo viene monitorato da dettagli sempre più raffinati come, ad esempio, quel trompe l'oeil nella Sala della Musica che ritrae un violino appeso alla parete. Difficile resistere alla tentazione di toccarlo per accertarsi che non sia reale. Si arriva, infine, nella Camera da Letto, uno scrigno di pelle stampata e dorata con soffitto completamente affrescato da Laguerre. Qui dormirono il re Giorgio V e la regina Maria in occasione del loro soggiorno a Chatsworth per lo Show Reale di Derby nel 1933. Anche lo Spogliatoio riserva una sorpresa che farebbe sobbalzare qualsiasi appassionato di antiquariato. In questa stanza, infatti, si trova uno dei pochi oggetti d'arredamento in argento rimasti in questo paese: un lampadario risalente al 1694 circa. Ognuno dei cherubini più piccoli sostiene uno scudo con la cifra di Cavendish sormontata da una corona da conte. Al termine della visita delle Sale di Rappresentanza, si passa attraverso una vetrina che espone un servizio di porcellana bianca di oltre 200 pezzi, decorato con uccelli, farfalle e lepidotteri, prodotto a Berlino intorno al 1780.
Attraversando ancora gallerie, scale e corridoi, il percorso turistico giunge alla visita della Cappella, costruita tra il 1688 e il 1693, al tempo del I duca. Da allora è rimasta praticamente inalterata. Una qualche essenza di incenso sembra rivestire l'aria ma si tratta invece dell'odore emanato dal rivestimento in legno di cedro che domina la piccola cripta affrescata con scene della vita di Cristo. Siamo appena a metà percorso e ancora la visita riserva molte altre lusinghe per la vista. Si passa da una massiccia Stanza in legno di quercia, tra le più singolari del palazzo, per attraversare poi il corridoio della Cappella con le sue “estrosità regali” (un barcone turco, due statue egizie della dea Sekhmet, un piede colossale dell'epoca greca, una collezione di chiavi del palazzo, il dipinto L'Adorazione dei Magi di Paolo Veronese del 1528-88 circa).
Calpestando una imponente scala di quercia sormontata da dipinti di duchi e reali – costruita nel 1823-24 per consentire l'accesso alla nuova ala del palazzo, iniziata nel 1818 – si arriva finalmente ad una delle più impressionanti sale della dimora, non foss'altro per lo sfarzo trasbordante che imperla ogni angolo. Si tratta della Biblioteca, la sala che al tempo del I duca costituiva la Galleria Lunga, e il soffitto di stucco dorato risale infatti a quel periodo. Fu il VI duca ad adibire nel 1815 la sala a biblioteca acquistando libri per un totale di oltre 17mila volumi. Dipinti e dorature, manoscritti miniati, sedie di velluto e tappeti intessuti completano il capolavoro. Con la Sala della Cupola termina la casa del I duca e inizia l'ala del VI duca, grande appassionato della pietra come si evince dai vasi in marmo raro (occhio di paone), la scacchiera d'avorio indiana con scacchi a forma di elefanti, jagannath e pagode e colonne in marmo.
Rimangono altri due ambienti da visitare (la Grande Sala da Pranzo e la Galleria delle Sculture) prima di sbucare nel Negozio dell'Aranceto dove sbizzarrirsi nella scelta del souvenir migliore di Chatsworth. La Grande Sala da Pranzo fu terminata nel 1832 con grande soddisfazione del VI duca che ebbe a dire “ è come pranzare in un grande baule e ci si aspetta che il coperchio si apra”. A comporre l'armonia esuberante del “grande baule” sono quattro pesanti consolle dorate, lampade di vetro alle pareti, caminetti in marmo e figure orgiastiche incise da Sir Richard Westmacott il Giovane (1799-1872) e Robert Siever (1794-1865) che però lasciarono insoddisfatto il duca che, a quanto pare, avrebbe desiderato un “maggiore abbandono ed espressione gioiosa”.
Infine, la Galleria delle Sculture ospitante, nelle intenzioni del duca, la collezione di arte “moderna” con opere del tempo (XVIII e XIX secolo). Qui è difficile non rimare ipnotizzati dalla grazia marmorea di Antonio Canova (1757-1822), scolpita nell'Endimione dormiente e il suo cane, in Ebe, Coppiera degli Dei, nel Busto di Napoleone e ne La Madre di Napoleone. Le pareti in arenaria della galleria, decorate di velluto rosso e verde, danno ulteriore risalto al trionfo del bianco marmoreo che invade questa ultima meraviglia del palazzo in cui spicca, tra gli altri, anche il pregevole Ritratto di un Orientale di Rembrandt (1606-69), acquistato per 78 sterline e 15 scellini dal III duca nel 1742. Non rimane che indugiare nel Negozio dell'Aranceto per lo shopping, consci di aver camminato oltre 500 metri, percorso 100 gradini verso l'alto e 60 verso il basso!
Chatswort fa parte del Peak District, il primo Parco della Britannia, la storica zona di confine dove la città incontra la campagna. E' il cuore mite dell'Inghilterra, leggiadro come le gentili ondulate valli che si amalgamano alle distese di granito, garbato come i villaggi silenziosi che spuntano attorno a valli e serpeggianti fiumi. L'area è un crocevia a cui si accede facilmente dall'autostrada M1, e racchiude il patrimonio di una parte d'Europa intrisa di storia e di leggenda: l'antica Normandia. Di questo patrimonio fa parte anche Renishaw Hall e i suoi giardini all'italiana, a metà strada tra Sheffield e Chesterfield, sempre nel Derbyshire. La dimora appare come un'oasi d'arte e di bellezza in una zona altrimenti dominata dall'industria e dalle miniere.
Tra i sentieri da percorrere all'interno dei giardini geometrici (1890), quello di Lady Ida è una breve passeggiata tra splendidi tassi, mentre sul lato opposto, un sentiero boscoso porta ai tre laghi. Fuori dal giardino si trova l'Old Stable Block che ospita la Cafè Gallery e altre tre gallerie, nonché il Sitwell Museum che celebra la vita e le opere del disegnatore e creatore dei giardini di Renishaw Hall, Sir George Sitwell. Il palazzo non è usualmente aperto al pubblico, tuttavia vengono organizzate visite private nei piani inferiori per gruppi di 25 persone.
Il fatto che a poca distanza da queste riappacificanti isole felici di verde si trovino gradevoli città a misura d'uomo dove soggiornare rimanendo circondati dalla storia, è un'altra cortesia degli East Midlands. Lincoln con la sua Cattedrale gotica visitata ogni anno da più di 200mila visitatori, Nottingham con la sua eco favolistica legata alle vicende di Robin Hood, e ancora Chesterfield, il punto di sosta più vicino al parco, con quella anomalia architettonica della “guglia storta” che attira intorno alla chiesa principale della città migliaia di obiettivi fotografici, sono solo alcune delle chicche a portata di mano del viaggiatore che, con la complicità delle low cost che oggi arrivano dappertutto, giunga fin qui.