Islanda in moto e 4x4
Programmare un itinerario in Islanda significa essere viaggiatori, non semplici turisti. In larga parte dell’isola, infatti, l’evoluzione paesaggistica e civile dell’Europa si trova a una distanza misurabile esclusivamente con il metro del tempo e della natura, non certo con le miglia marine che, in realtà, separano l’Islanda dal continente. Tante strade sono semplicemente piste, praticabili con moto enduro o con auto fuoristrada, e tutt'intorno c’è la terra primordiale, quell'affascinante miscuglio di acqua, ghiaccio, fuoco, vapori e fango che, nei millenni, ha dato origine al territorio che abitualmente conosciamo.
Testo e foto di Angelo Fanzini
In Islanda invece l’evoluzione si è presa un attimo di riflessione, per mostrare all'uomo la potenza dei suoi elementi primitivi, un fenomeno di assoluta bellezza che ha contribuito a costruire l'immagine dell’Islanda come terra di ghiaccio e fuoco. Il nostro percorso in terra d'Islanda parte proprio da qui: offrire idee di viaggio focalizzate sulle bellezze del paesaggio unitamente ad un itinerario, per percorrere strade e piste tra le più suggestive di quest’isola perduta nell'oceano.
Il Parco Nazionale di Thingvellir (Þingvellir) è un tempio della natura e della storia islandese. Qui, dove è evidentissima la frattura tra la zolla europea e quella nord americana, tra canyon, grotte, laghetti e foreste, gli antichi colonizzatori dell’isola istituirono, nel 930 d.C., il primo parlamento nazionale islandese (Alping), uno dei più antichi del mondo. La zona centrale del parco comprende i luoghi storici di maggiore importanza con i capanni (buoir) dei capi, la chiesa di Pingvallakirkja (nella sua versione ottocentesca) e antiche fattorie.
Il Grande Geysir, la cui attività geotermica è nota sin dal XIV secolo, e il suo vivace vicino Strokkur rappresentano, invece, suggestive opportunità per apprezzare la forza della natura che esplode in poderosi getti d’acqua che possono raggiungere, a intervalli regolari, i venti metri d’altezza. Nei dintorni è un susseguirsi di sorgenti termali, soffioni, rivoli d’acqua calda e depositi minerali. Non lontano dai campi geotermali di Geysir spicca Gullfoss, la “Cascata d’Oro”, oltre trenta metri di salto a due livelli che precipita nella profonda gola del fiume Hvítá.
La Kjolur Veg attraversa una suggestiva vallata tra i ghiacciai di Langjokull, a ovest, e di Hofsjokull a est. In quest’area si apre la zona geotermica di Hveravellir, caratterizzata da calde piscine, fumarole e il lago di Hvítárvatn da cui nasce il fiume Hvítá. Si torna poi alla civiltà incontrando la più bella città islandese: Akureyri, adagiata ai piedi di montagne perennemente innevate, che si specchiano nell’Eyjafjordur. Il fiordo di Akureyri, nella località di Dalvik, offre la straordinaria opportunità di osservare da vicino le balene. Attività di avvistamento che, nell’area nord-occidentale, è praticabile anche a Husavik, località attrezzata con un interessante “Centro delle Balene”, che ripercorre la storia dell’attività baleniera islandese.
Nel tragitto verso Husavik, si apre la spettacolare vista della cascata di Godafoss, la “Cascata degli Dei”, formata, oltre 8.000 anni fa dalle acque del fiume glaciale Skjálfandafljot. La tradizione vuole che proprio tra le sue impetuose acque, i governati dell’Islanda abbiano gettato i simulacri delle loro divinità pagane, all’atto di passare al cristianesimo.
La Riserva naturale del Myvatn, con il suo lago omonimo, i crateri, le solfatare e le sue innumerevoli possibilità di escursioni, è un vero paradiso per l’osservazione degli uccelli. Il Bird-watching conferisce un tocco di poesia a un’area fortemente incisa dall’attività vulcanica, che si è divertita a scolpire curiose formazioni di lava. Tra le zone di maggior interesse: il crepaccio di Stóragjá, con la sua sorgente termale che sgorga a 28° e una bella piscina naturale seminascosta; la sorgente termale di Grjótagjá con acque che superano i 40° di temperatura; i contorti spuntoni di pietra di Dimmuborgir, dalle bizzarre forme zoomorfe intervallate da archi e grotte; il bellissimo e impetuoso fiume Laxá.
Particolarmente interessante la regione vulcanica del monte Krafla, una collinetta vulcanica di soli 800 metri, alimentata da un vasto bacino magmatico che erutta da una serie di spaccature del terreno e che, nei millenni, hanno originato uno straordinario campo lavico.
Foreste di betulle, formazioni rocciose lavorate dal tempo e dagli agenti atmosferici, cascate e canyon. Queste le meraviglie naturalistiche che regala il Parco Nazionale di Jokulsargljufur, area ideale anche per tutti gli amanti del trekking. Il parco deve il proprio nome al canyon (di 30 km) scavato dal fiume di origine glaciale, Jokulsa. Al suo interno molto interessante, benché di proporzioni più contenute, è il canyon di Abyrgi, uno splendido canalone di circa un chilometro di larghezza, che si apre a ferro di cavallo per oltre tremila metri. Attorno al canyon, una serie di sentieri permettono di scoprire le infinite bellezze che hanno ispirato ai primi coloni dell’isola la sua affascinante origine divina. L’antica mitologia scandinava spiega, infatti, la genesi del canyon con l’impronta impressa nel terreno dal cavallo alato di Odino.
Crateri, laghetti, spuntoni rocciosi, anfratti naturali e vaste distese erbose contraddistinguono la vallata di Vesturdalur, dove non si devono assolutamente perdere le emozionanti formazioni rocciose di Hljóðaklettar, le colline di Rauðhólar e i laghetti di Eyjan, anche se queste due ultime escursioni comportano parecchie ore di cammino. Una “fatica” che, se può farsi sentire dal punto di vista fisico, ripaga sotto il profilo spirituale. La visita del parco non può dirsi completa se non si sono ammirate le sue straordinarie cascate: la Hafragilfoss, alta 27 metri, che si trova in uno dei punti più profondi del Canyon; la Selfoss, un ampio salto d’acqua di soli 11 metri, ma di affascinante bellezza; infine la cascata più spettacolare e potente, Dettifoss, 44 metri di salto con una portata di 500 metri cubi d’acqua al secondo.
L'Askja route, o Oskjulejo, è uno sterrato che, seguendo per larghi tratti la sponda sinistra del fiume Jokulsa a Fjollum, si snoda attraverso il deserto islandese, composto da lava, cenere e pomice, sul quale si erge la sagoma del monte Herðubreið. A una trentina di chilometri di distanza da questa bizzarra montagna, formata da eruzioni vulcaniche sub-glaciali, si apre il canyon di Drekagil, il cosiddetto “burrone del Drago”.
La difficile pista di lava nera Oskjuvatn porta ai piedi del Vulcano di Askja, un’immensa caldera di 50 chilometri quadrati, autentico spettacolo della natura originatosi alla fine dell’Ottocento e al cui interno è ospitato il lago Oskjuvatn. Nei pressi del lago, le cui acque brillano di riflessi zaffiro, si apre il cratere di Viti che, a propria volta, custodisce al suo interno un lago di acqua temperata. Osservando l’intera area è agevole perdersi nella misteriosa forza della natura, nei suoi significati più reconditi, meravigliosi e, allo stesso tempo, tremendi.
Un mare di ghiaccio che in alcuni punti oltrepassa il chilometro di spessore: è il Vatnajokull, un ghiacciaio di proporzioni immense, nella cui area sono particolarmente interessanti la cascata di Systrafoss, il lago Systravatn e la Laguna di Jokulsarlon, punteggiata di piccoli iceberg. Verso l’oceano è inoltre da non perdere il Parco Nazionale di Skaftafell, in un tripudio di ghiaccio, acqua, flora, panorami mozzafiato, sorgenti e infinite possibilità di escursioni. Tra i pezzi forti del parco va annoverata la cascata di Svartifoss.
Il Lakagigar è un’area che ha vissuto, alla fine del Settecento, una delle più devastanti manifestazioni della forza della terra: un’attività vulcanica di colossali proporzioni e durata (10 mesi) caratterizzata da spettacolari e catastrofiche proiezioni di lava incandescente a oltre un chilometro di altezza. Un fenomeno che ci ha lasciato in eredità una fila di crateri, lunga circa 25 chilometri, che fanno la gioia di qualsiasi aspirante esploratore, che si può anche avventurare nella scalata del Laki, il vulcano creatore di questo meraviglioso paesaggio.
L’omonima pista, decisamente impegnativa, offre la possibilità di ammirare il canyon di Fjarðrargljufur, la riserva naturale di Holtsborg e le cascate del Geirlandsa. La strada panoramica di Fjallaback attraversa la riserva omonima caratterizzata da altipiani, colate laviche, laghetti di montagna e sorgenti calde concentrate in special modo nell’area geotermica di Landmannalaugar. Le sorgenti offrono la gradevolissima possibilità di fare un bagno in una rilassante piscina naturale.
Il Grande Geysir, la cui attività geotermica è nota sin dal XIV secolo, e il suo vivace vicino Strokkur rappresentano, invece, suggestive opportunità per apprezzare la forza della natura che esplode in poderosi getti d’acqua che possono raggiungere, a intervalli regolari, i venti metri d’altezza. Nei dintorni è un susseguirsi di sorgenti termali, soffioni, rivoli d’acqua calda e depositi minerali. Non lontano dai campi geotermali di Geysir spicca Gullfoss, la “Cascata d’Oro”, oltre trenta metri di salto a due livelli che precipita nella profonda gola del fiume Hvítá.
La Kjolur Veg attraversa una suggestiva vallata tra i ghiacciai di Langjokull, a ovest, e di Hofsjokull a est. In quest’area si apre la zona geotermica di Hveravellir, caratterizzata da calde piscine, fumarole e il lago di Hvítárvatn da cui nasce il fiume Hvítá. Si torna poi alla civiltà incontrando la più bella città islandese: Akureyri, adagiata ai piedi di montagne perennemente innevate, che si specchiano nell’Eyjafjordur. Il fiordo di Akureyri, nella località di Dalvik, offre la straordinaria opportunità di osservare da vicino le balene. Attività di avvistamento che, nell’area nord-occidentale, è praticabile anche a Husavik, località attrezzata con un interessante “Centro delle Balene”, che ripercorre la storia dell’attività baleniera islandese.
Nel tragitto verso Husavik, si apre la spettacolare vista della cascata di Godafoss, la “Cascata degli Dei”, formata, oltre 8.000 anni fa dalle acque del fiume glaciale Skjálfandafljot. La tradizione vuole che proprio tra le sue impetuose acque, i governati dell’Islanda abbiano gettato i simulacri delle loro divinità pagane, all’atto di passare al cristianesimo.
La Riserva naturale del Myvatn, con il suo lago omonimo, i crateri, le solfatare e le sue innumerevoli possibilità di escursioni, è un vero paradiso per l’osservazione degli uccelli. Il Bird-watching conferisce un tocco di poesia a un’area fortemente incisa dall’attività vulcanica, che si è divertita a scolpire curiose formazioni di lava. Tra le zone di maggior interesse: il crepaccio di Stóragjá, con la sua sorgente termale che sgorga a 28° e una bella piscina naturale seminascosta; la sorgente termale di Grjótagjá con acque che superano i 40° di temperatura; i contorti spuntoni di pietra di Dimmuborgir, dalle bizzarre forme zoomorfe intervallate da archi e grotte; il bellissimo e impetuoso fiume Laxá.
Particolarmente interessante la regione vulcanica del monte Krafla, una collinetta vulcanica di soli 800 metri, alimentata da un vasto bacino magmatico che erutta da una serie di spaccature del terreno e che, nei millenni, hanno originato uno straordinario campo lavico.
Foreste di betulle, formazioni rocciose lavorate dal tempo e dagli agenti atmosferici, cascate e canyon. Queste le meraviglie naturalistiche che regala il Parco Nazionale di Jokulsargljufur, area ideale anche per tutti gli amanti del trekking. Il parco deve il proprio nome al canyon (di 30 km) scavato dal fiume di origine glaciale, Jokulsa. Al suo interno molto interessante, benché di proporzioni più contenute, è il canyon di Abyrgi, uno splendido canalone di circa un chilometro di larghezza, che si apre a ferro di cavallo per oltre tremila metri. Attorno al canyon, una serie di sentieri permettono di scoprire le infinite bellezze che hanno ispirato ai primi coloni dell’isola la sua affascinante origine divina. L’antica mitologia scandinava spiega, infatti, la genesi del canyon con l’impronta impressa nel terreno dal cavallo alato di Odino.
Crateri, laghetti, spuntoni rocciosi, anfratti naturali e vaste distese erbose contraddistinguono la vallata di Vesturdalur, dove non si devono assolutamente perdere le emozionanti formazioni rocciose di Hljóðaklettar, le colline di Rauðhólar e i laghetti di Eyjan, anche se queste due ultime escursioni comportano parecchie ore di cammino. Una “fatica” che, se può farsi sentire dal punto di vista fisico, ripaga sotto il profilo spirituale. La visita del parco non può dirsi completa se non si sono ammirate le sue straordinarie cascate: la Hafragilfoss, alta 27 metri, che si trova in uno dei punti più profondi del Canyon; la Selfoss, un ampio salto d’acqua di soli 11 metri, ma di affascinante bellezza; infine la cascata più spettacolare e potente, Dettifoss, 44 metri di salto con una portata di 500 metri cubi d’acqua al secondo.
L'Askja route, o Oskjulejo, è uno sterrato che, seguendo per larghi tratti la sponda sinistra del fiume Jokulsa a Fjollum, si snoda attraverso il deserto islandese, composto da lava, cenere e pomice, sul quale si erge la sagoma del monte Herðubreið. A una trentina di chilometri di distanza da questa bizzarra montagna, formata da eruzioni vulcaniche sub-glaciali, si apre il canyon di Drekagil, il cosiddetto “burrone del Drago”.
La difficile pista di lava nera Oskjuvatn porta ai piedi del Vulcano di Askja, un’immensa caldera di 50 chilometri quadrati, autentico spettacolo della natura originatosi alla fine dell’Ottocento e al cui interno è ospitato il lago Oskjuvatn. Nei pressi del lago, le cui acque brillano di riflessi zaffiro, si apre il cratere di Viti che, a propria volta, custodisce al suo interno un lago di acqua temperata. Osservando l’intera area è agevole perdersi nella misteriosa forza della natura, nei suoi significati più reconditi, meravigliosi e, allo stesso tempo, tremendi.
Un mare di ghiaccio che in alcuni punti oltrepassa il chilometro di spessore: è il Vatnajokull, un ghiacciaio di proporzioni immense, nella cui area sono particolarmente interessanti la cascata di Systrafoss, il lago Systravatn e la Laguna di Jokulsarlon, punteggiata di piccoli iceberg. Verso l’oceano è inoltre da non perdere il Parco Nazionale di Skaftafell, in un tripudio di ghiaccio, acqua, flora, panorami mozzafiato, sorgenti e infinite possibilità di escursioni. Tra i pezzi forti del parco va annoverata la cascata di Svartifoss.
Il Lakagigar è un’area che ha vissuto, alla fine del Settecento, una delle più devastanti manifestazioni della forza della terra: un’attività vulcanica di colossali proporzioni e durata (10 mesi) caratterizzata da spettacolari e catastrofiche proiezioni di lava incandescente a oltre un chilometro di altezza. Un fenomeno che ci ha lasciato in eredità una fila di crateri, lunga circa 25 chilometri, che fanno la gioia di qualsiasi aspirante esploratore, che si può anche avventurare nella scalata del Laki, il vulcano creatore di questo meraviglioso paesaggio.
L’omonima pista, decisamente impegnativa, offre la possibilità di ammirare il canyon di Fjarðrargljufur, la riserva naturale di Holtsborg e le cascate del Geirlandsa. La strada panoramica di Fjallaback attraversa la riserva omonima caratterizzata da altipiani, colate laviche, laghetti di montagna e sorgenti calde concentrate in special modo nell’area geotermica di Landmannalaugar. Le sorgenti offrono la gradevolissima possibilità di fare un bagno in una rilassante piscina naturale.
L'itinerario
Città di partenza e arrivo Reykjavik. L'itinerario, per larga parte, segue il circuito del Ring Road, praticabile nei mesi estivi anche con auto a due ruote motrici. I lunghi tragitti in sterrato e le piste dell'interno (strade di Kjolur, Askja, Laki, Fjallaback) sono, però, percorribili in sicurezza solo con moto enduro e suv/fuoristrada 4x4. Nonostante gli sterrati siano ben segnalati, per i rischi legati alle condizioni climatiche mutevoli, al fondo del terreno e all'attraversamento di guadi, si consiglia sempre la massima prudenza ed è preferibile viaggiare non con un solo veicolo, ma in coppia, o in gruppo.
Reykjavik - Circuito o Triangolo d'Oro
L'aeroporto internazionale di Keflavik dista circa 35 km dalla capitale Reykjavik. Le principali compagnie di noleggio auto e fuoristrada forniscono il servizio di ritiro e consegna del mezzo direttamente in aeroporto. Da Reykyavik seguire la strada 36 per il Parco Nazionale di Pingvellir, poi la n. 365 per Geysir e 9 km dopo sulla F37 si incontra la cascata di Gullfoss. (c.a. 110 km)
Gulfoss – Akureyri
Da Gullfoss ha inizio la pista sterrata F37 poi 35 (Strada di Kjolur o Kjolur veg) che attraversa verso nord la vallata stretta tra i ghiacciai di Langjokull a ovest e di Hofsjokull a est. Dopo 93 km si raggiunge l'area geotermica di Hveravellir. Si prosegue per circa altri 100 km per raggiungere, a nord, la Ring road n 1, che si segue per altri 120 km in direzione est, fino a Akureyri. (c.a. 313 km)
Akureyri – Husavik
Si segue verso est la strada n 1 e dopo circa 50 km si incontra la cascata di Godafoss. La statale taglia verso l'interno fino alla Riserva naturale del Myvatn costeggiando dal lato sud il Lago Myvatn. Dal Myvatn si risale la F 87 fino a Husavik. (c.a.160 km)
Husavik – Parco Nazionale di Jokulsargljufur
Seguendo la costa verso nord est e poi tagliando nell'entroterra lungo la F 85 si raggiunge, dopo 70 km circa, il Parco Nazionale di Jokulsargljufur. Da nord a sud la profonda vallata è costeggiata sul lato est dalla pista F 864 con eccezionali punti panoramici: canyon di Asbyrgi, vallata Vesturdalur, il grand canyon scavato dal corso del fiume Jokulsa, cascate di Hafragilfoss e di Selfoss, e al margine meridionale la cascata Dettifoss. Dopo circa 53 km la pista si ricongiunge con la Ring Road nei pressi della fattoria Grimsstadir. (c.a.123 km).
Jokulsargljufur – Askja
Dal bivio si segue la direzione per Myvatn, si supera il ponte e, dopo 7 km, si svolta a sud sulla pista F88 (Askja route o Oskjulejo). Lo sterrato segue la sponda sinistra del fiume Jokulsa a Fjollum. Dopo circa 60 km di deserto (Geitasandur) si incontra il monte Herdubreid. Ancora 35 km per raggiungere il rifugio di Dreki, il canyon di Drekagil e gli ultimi 9 km della difficile pista di lava nera Oskjuvatn che porta ai piedi del Vulcano Askja. Si ritorna all'incrocio del rifugio Dreki, e sulla F88 per poi deviare sulle piste F902, 910 e 905 (Kverkfjoll Route) che, dopo circa 90 km, si ricongiunge al Ring Road all'altezza della fattoria di Modrudalur. (c.a. 185 km)
Modrudalur - Djupivogur
Si segue il Ring Road per Egilstadir e si prosegue sempre sulla circolare lungo la costa orientale dell'isola tra panoramici fiordi tra i quali il Berufjordur. (c.a. 303 km)
Djupivogur - Skaftafell
Si prosegue lungo la costa sud orientale dell'isola fino al Grande Ghiacciaio Vatnajokull. Alle propaggini del ghiacciaio si incontrano la Laguna di Jokulsarlon (escursione in battello). Si prosegue verso ovest sempre ai limiti del ghiacciaio per entrare nel Parco Nazionale di Skaftafell, con possibilità di escursioni alla cascata di Svartifoss e sul ghiacciaio. (c.a. 231 km)
Skaftafell - Kirkjubaejarklaustur
Dopo il Vatnajokull si prosegue a ovest attraversando il Sandur, fino ad incontrare, 6 km dopo Kirkjubaejarklaustur, il bivio per l'impegnativa pista F206 (Lakagigar) per Laki (40 + 40 km a/r), l'ampia fenditura nella crosta terrestre provocata dal vulcano omonimo. Si rientra con lo stesso tragitto sul Ring Road fino a Kirkjubaejarklaustur. (c.a. 164 km)
Kirkjubaejarklaustur - Hella
Seguendo la statale n. 1 in direzione Reykjavik dopo circa 24 km, si devia sulla F208 che prende decisamente verso l'interno. Le Strade di Fjallaback e Landmannaleið attraversano la riserva omonima e gli altipiani e sorgenti calde di Landmannalaugar. Dopo circa 116 km si svolta a sinistra sulla strada F26 Sprengisandur che si ricongiunge con la n. 1 dopo 50 km. Si tine la n. 1 in direzione est per 8 chilometri fino ad Hella. (c.a. 196 km)
Hella - Reykjavik
Si segue l'ultimo tratto della Ring Road per rientrare nella capitale. (c.a. 92 km).
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