Mantova e Sabbioneta
L’Italia è una nazione con un patrimonio artistico infinito. Le città d’arte si rincorrono a ogni latitudine: non c’è regione, provincia o area geografica che non annoveri tesori, scrigni d’arte e cultura, in cui ritrovare atmosfere che, quasi magicamente, riportano indietro nel tempo. In quella parte di Lombardia protesa nella pianura padana e solcata dallo scorrere del Mincio, ecco una di queste realtà: Mantova, la città simbolo dei Gonzaga, il cui mecenatismo ha contribuito alla creazione di un gioiello artistico, aristocraticamente avulso da gran parte della realtà regionale in cui, attualmente, si trova calata.
Testo di Cristiano Pinotti, fotografie di Angelo Fanzini
Il Palazzo Ducale è un immenso complesso di edifici, piazze, porticati e giardini che costituiscono l’emblema stesso della signoria dei Gonzaga. La sua complessa edificazione abbraccia un periodo storico e artistico lunghissimo di quasi cinquecento anni: si va dalle parti più antiche, databili XIII secolo e opera degli antichi signori di Mantova, i Bonacolsi, fino ai rimaneggiamenti dell’ultimo periodo di indipendenza dall’Austria (XVIII sec.). La visita offre ricchi motivi di interesse. Il cosiddetto Palazzo del Capitano, una delle aree più antiche dell’intera struttura, ospita dipinti, sculture e, nel corridoio del Passerino, uno splendido soffitto policromo trecentesco. Da qui si accede alla spettacolare Sala del Pisanello, affrescata con un meraviglioso ciclo cavalleresco (in parte allo stato di sinopia).
È poi la volta della Magna Domus in cui spicca l’Appartamento degli Arazzi, la Camera delle Zodiaco, la Sala dei Fiumi, l’Appartamento dell’Imperatrice. Tra giardini pensili, loggiati e chioschi, ecco la Domus Nova sede degli Appartamenti Ducali (bellissimo il Salone degli Arcieri). Da qui si raggiunge l’Appartamento del Paradiso e quello delle Metamorfosi che si affaccia sul Giardino dei Semplici. Il rivestimento a bugnato caratterizza, invece, la cosiddetta Corte Rustica, di epoca cinquecentesca, con le sue sale sontuosamente decorate, collegate alla Corte Nuova dove spiccano l’Appartamento di Troia, la Camera dei Cavalli e l’Appartamento Grande di Castello. L’itinerario all’interno del palazzo ducale si conclude con il Castello di San Giorgio (da non perdere la spettacolare Camera degli Sposi affrescata dal Mantegna) e con l’Appartamento di Isabella d’Este in cui ammirare lo studiolo dal soffitto in legno intagliato.
A poche decine di metri dal simbolo del potere temporale, ecco il baluardo della fede mantovana: il Duomo di San Pietro, la cui struttura originaria risale al secolo XI ma che, nei secoli seguenti, ha subito non pochi rimaneggiamenti e trasformazioni, eccezion fatta per il massiccio campanile di evidente stile medievale. La facciata, manieristica e baroccheggiante, non deve trarre in inganno: l’interno della cattedrale, a cinque navate, è di austera solennità e racchiude notevoli opere d’arte che ripercorrono buona parte della storia dell’arte sacra (da un sarcofago paleo-cristiano risalente al IV-V secolo si passa alla cappella battesimale intrisa di arte romanica e gotica, fino alla cappella del Sacramento della seconda metà del Seicento).
Decisamente più interessante, almeno dal punto di vista artistico, è la quattrocentesca Basilica di S. Andrea, edificata su progetto di Leon Battista Alberti. Di chiara impronta rinascimentale, la sua edificazione interessò circa tre secoli di storia con la cupola terminata nella seconda metà del settecento. Bellissima la facciata ad “arco trionfale” che anticipa i maestosi interni di ispirazione classica: una semplice croce latina a una sola navata chiusa da una volta a botte. La grandiosa cupola, di 80 metri d’altezza, contribuisce a riempire di luce il transetto, sotto il quale si trova la cripta che cela, secondo la tradizione, la reliquia del Preziosissimo Sangue, tradotta a Mantova dal centurione Longino che, proprio nella città sul Mincio, subì il martirio. Molti i capolavori pittorici all’interno di S. Andrea attribuiti al Correggio e alla scuola del Mantegna quali la Sacra Famiglia, la Deposizione e l’Ascensione. Tra le opere scultoree vanno segnalate la tomba di Andrea Mantegna e il busto bronzeo sempre dedicato al grande artista.
Una visita di Mantova non può dirsi conclusa senza dedicare il giusto tempo a passeggiare tra le vie cittadine soffermandosi tra i begli edifici di Piazza Broletto e di Piazza delle Erbe, ammirare il Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione, o quello dell’Accademia Virgiliana che, con la caratteristica facciata in forme neoclassiche, ospita il cosiddetto Teatro Scientifico, opera barocca di Antonio Galli Bibiena. Altri edifici di interesse: la Rotonda di S. Lorenzo, chiesa romanica dell'XI secolo costruita per volontà di Matilde di Canossa, la Torre dell’orologio, la gotica chiesa di S. Francesco, la Casa del Mantegna, S. Sebastiano e il tardo settecentesco Palazzo dell’Arco.
Da non perdere la visita alla meravigliosa villa cinquecentesca detta Palazzo Te, con il suo vasto giardino interno e con le sue sale ricche di affreschi e di stucchi che costringono il visitatore a trascorrere gran parte della visita con il naso all’insù. Tra gli ambienti più interessanti: il Cortile d’Onore, la Sala di Ovidio, quella dei Cavalli, la Sala di Psiche, quella dei Venti, delle Aquile, degli Stucchi, degli Imperatori e dei Giganti.
A poca distanza da Mantova, oltre alle molto pubblicizzate gite sul Mincio, merita un’escursione Sabbioneta, “esperimento di città ideale” voluto da Vespasiano Gonzaga a metà del Cinquecento che, in pochi decenni, fece edificare un complesso urbanistico racchiuso da una cinta muraria esagonale a sei baluardi. Le mura, in larga parte intatte, custodiscono un’interessante serie di edifici tutti risalenti alla seconda metà del Cinquecento. Su tutti spiccano il Palazzo Ducale (sala delle Guardie, galleria degli Antenati), la chiesa dell’Incoronata a pianta ottagonale, il Palazzo del Giardino (galleria degli Antichi) e il Teatro Olimpico.
È poi la volta della Magna Domus in cui spicca l’Appartamento degli Arazzi, la Camera delle Zodiaco, la Sala dei Fiumi, l’Appartamento dell’Imperatrice. Tra giardini pensili, loggiati e chioschi, ecco la Domus Nova sede degli Appartamenti Ducali (bellissimo il Salone degli Arcieri). Da qui si raggiunge l’Appartamento del Paradiso e quello delle Metamorfosi che si affaccia sul Giardino dei Semplici. Il rivestimento a bugnato caratterizza, invece, la cosiddetta Corte Rustica, di epoca cinquecentesca, con le sue sale sontuosamente decorate, collegate alla Corte Nuova dove spiccano l’Appartamento di Troia, la Camera dei Cavalli e l’Appartamento Grande di Castello. L’itinerario all’interno del palazzo ducale si conclude con il Castello di San Giorgio (da non perdere la spettacolare Camera degli Sposi affrescata dal Mantegna) e con l’Appartamento di Isabella d’Este in cui ammirare lo studiolo dal soffitto in legno intagliato.
A poche decine di metri dal simbolo del potere temporale, ecco il baluardo della fede mantovana: il Duomo di San Pietro, la cui struttura originaria risale al secolo XI ma che, nei secoli seguenti, ha subito non pochi rimaneggiamenti e trasformazioni, eccezion fatta per il massiccio campanile di evidente stile medievale. La facciata, manieristica e baroccheggiante, non deve trarre in inganno: l’interno della cattedrale, a cinque navate, è di austera solennità e racchiude notevoli opere d’arte che ripercorrono buona parte della storia dell’arte sacra (da un sarcofago paleo-cristiano risalente al IV-V secolo si passa alla cappella battesimale intrisa di arte romanica e gotica, fino alla cappella del Sacramento della seconda metà del Seicento).
Decisamente più interessante, almeno dal punto di vista artistico, è la quattrocentesca Basilica di S. Andrea, edificata su progetto di Leon Battista Alberti. Di chiara impronta rinascimentale, la sua edificazione interessò circa tre secoli di storia con la cupola terminata nella seconda metà del settecento. Bellissima la facciata ad “arco trionfale” che anticipa i maestosi interni di ispirazione classica: una semplice croce latina a una sola navata chiusa da una volta a botte. La grandiosa cupola, di 80 metri d’altezza, contribuisce a riempire di luce il transetto, sotto il quale si trova la cripta che cela, secondo la tradizione, la reliquia del Preziosissimo Sangue, tradotta a Mantova dal centurione Longino che, proprio nella città sul Mincio, subì il martirio. Molti i capolavori pittorici all’interno di S. Andrea attribuiti al Correggio e alla scuola del Mantegna quali la Sacra Famiglia, la Deposizione e l’Ascensione. Tra le opere scultoree vanno segnalate la tomba di Andrea Mantegna e il busto bronzeo sempre dedicato al grande artista.
Una visita di Mantova non può dirsi conclusa senza dedicare il giusto tempo a passeggiare tra le vie cittadine soffermandosi tra i begli edifici di Piazza Broletto e di Piazza delle Erbe, ammirare il Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione, o quello dell’Accademia Virgiliana che, con la caratteristica facciata in forme neoclassiche, ospita il cosiddetto Teatro Scientifico, opera barocca di Antonio Galli Bibiena. Altri edifici di interesse: la Rotonda di S. Lorenzo, chiesa romanica dell'XI secolo costruita per volontà di Matilde di Canossa, la Torre dell’orologio, la gotica chiesa di S. Francesco, la Casa del Mantegna, S. Sebastiano e il tardo settecentesco Palazzo dell’Arco.
Da non perdere la visita alla meravigliosa villa cinquecentesca detta Palazzo Te, con il suo vasto giardino interno e con le sue sale ricche di affreschi e di stucchi che costringono il visitatore a trascorrere gran parte della visita con il naso all’insù. Tra gli ambienti più interessanti: il Cortile d’Onore, la Sala di Ovidio, quella dei Cavalli, la Sala di Psiche, quella dei Venti, delle Aquile, degli Stucchi, degli Imperatori e dei Giganti.
A poca distanza da Mantova, oltre alle molto pubblicizzate gite sul Mincio, merita un’escursione Sabbioneta, “esperimento di città ideale” voluto da Vespasiano Gonzaga a metà del Cinquecento che, in pochi decenni, fece edificare un complesso urbanistico racchiuso da una cinta muraria esagonale a sei baluardi. Le mura, in larga parte intatte, custodiscono un’interessante serie di edifici tutti risalenti alla seconda metà del Cinquecento. Su tutti spiccano il Palazzo Ducale (sala delle Guardie, galleria degli Antenati), la chiesa dell’Incoronata a pianta ottagonale, il Palazzo del Giardino (galleria degli Antichi) e il Teatro Olimpico.