i musei dell'automobile
L'automobile da oltre un secolo svolge un importante ruolo nella storia industriale della Germania. A testimoniarne il lontano e recente passato frutto di tecnica, stile e design sono splendidi musei, veri e propri luoghi di culto per i viaggiatori appassionati di motori. Nomi come Porsche, Mercedes-Benz, Bmw, Audi, Volkswagen fanno da sfondo a questo itinerario alla scoperta del mondo dell’auto che conduce da Stoccarda a Monaco, da Wolfsburg a Dresda, e ancora da Zwickau a Ingolstadt, tutte città intimamente legate al mondo automobilistico. Era il 1886 quando l’ingegnere tedesco Carl Benz richiese il brevetto per un “autoveicolo azionato da motore a gas”, dall’aspetto simile a una carrozza a tre ruote. E negli stessi anni, Gottlieb Daimler costruì a Bad Cannstatt una carrozza con motore a benzina. Fu così che le prime due automobili al mondo nacquero in Germania.
A cura della redazione
Stoccarda
Stoccarda è la prima tappa di questo viaggio ispirato al mondo dei motori. Si trovano infatti nella capitale del Baden-Württemberg le sedi principali di Mercedes-Benz e Porsche, nonché i relativi musei, due capolavori dell’architettura contemporanea che ne raccontano la storia. Dal 1951 la stella della Mercedes ruota senza sosta sulla torre della Stazione centrale di Stoccarda, testimone e al tempo stesso emblema dello stretto legame esistente da sempre tra la città e l’auto.
Il Museo Mercedes-Benz che si trova alle porte dello stabilimento Daimler di Stoccarda e della Mercedes Arena, ovviamente in Mercedesstrasse al n. 100, è l’unico al mondo a ripercorrere fin dal primo giorno tutti i 125 anni di storia dell’industria automobilistica. Progettato dal team di architetti dell’olandese UN Studio, il museo ha una superficie espositiva di 16.500 metri quadrati suddivisa su nove piani, ospita 160 automobili, modelli che hanno creato il mito Mercedes, e oltre 1500 pezzi d’esposizione.
Dall’ultimo piano del museo, raggiungibile mediante un ascensore, si dipanano in forma di doppia elica due percorsi espositivi che si sviluppano attraverso la vasta collezione museale. Il primo è dedicato alle sette “sale dei miti” che narrano la storia del marchio secondo un ordine cronologico, mentre il secondo si concentra soprattutto sulle cinque “sale collezioni” indipendenti che radunano la varietà della gamma di prodotti del marchio tedesco.
La doppia elica idealmente disegnata dalla curva dei due percorsi di visita, che si ispira alla spirale del DNA, vuole simboleggiare il gene innovativo del marchio Mercedes-Benz e la sua costante evoluzione. Tra i tanti modelli che hanno contribuito a creare il mito di questo marchio automobilistico e che sono visibili al museo vi sono le leggendarie “frecce d’argento” che, in particolare, hanno scritto la storia delle gare automobilistiche.
Collocato presso la piazza che porta lo stesso nome del marchio (Porscheplatz) è il Museo Porsche, firmato dallo studio di architetti viennesi Delugan Meissl, altro luogo importante di Stoccarda che celebra la vocazione automobilistica della Germania. Inaugurato nel 2009 presso la fabbrica Porsche situata nel sobborgo di Zuffenhausen, il museo si presenta esternamente come una struttura avveniristica a monolite che quasi sembra galleggiare nell’aria.
La stessa idea di dinamismo si ritrova all’interno dove, in una superficie espositiva di circa 5600 metri quadrati, si possono ammirare 80 modelli di auto sportive dalla casa automobilistica, insieme a numerosi oggetti più piccoli in un allestimento continuamente cangiante in quanto molti di questi veicoli vengono utilizzati anche fuori dal museo e partecipano a gare per auto storiche. A fianco della leggendaria 356 Roadster, primo modello prodotto dalla casa fondata nel 1936 dal Professor Ferdinand Porsche, sfilano vere icone delle quattro ruote famose nel mondo come la 550, 911 e 917.
Il salone espositivo è composto di diverse isole tematiche che consentono di ripercorrere la storia dei modelli e l’evoluzione dello storico marchio nel campo dell’auto sportiva e dell’automobilismo da competizione, anche mediante rievocazioni di prestigiose gare automobilistiche. Senza soluzione di continuità si passa dal classico al nuovo: mentre nell’Officina di vetro (Workshop) si possono ammirare i meccanici intenti alla manutenzione e al restauro di auto vintage dell’archivio storico della casa e dei clienti privati, accanto al museo si trova il reparto consegna auto dove fanno bella mostra di sé le vetture appena uscite dalla fabbrica.
Ma oltre ai musei, Stoccarda ricorda la storia dell’auto tedesca anche in altri luoghi che, più che raccontare, testimoniano la presenza nella città dei protagonisti che hanno scritto le pagine di questa storia. Pensiamo, ad esempio, al monumento commemorativo di Gottlieb Daimler, nato a Schorndorf nel 1834 in una piccola casa a graticcio trasformata ora in un museo. Nell’ex serra della sua villa, Daimler sviluppò insieme a Wilhem Maybach il primo veicolo mosso da un motore a 4 tempi, una vera pietra miliare della tecnologia. Nel vecchio aeroporto Böblingen/Sindelfingen di Stoccarda, inoltre, si trova il Meilenwerk, vero e proprio tempio per le auto d’epoca dove si possono ammirare, restaurare, comprare e vendere i classici delle quattro ruote.
Monaco di Baviera
L’immersione nel mondo di un altro celebre marchio automobilistico tedesco è possibile a Monaco di Baviera dove sorgono il Museo Bmw e il Bmw Welt. Entrambi gli spazi si trovano proprio a fianco del grattacielo dirigenziale e degli stabilimenti produttivi BMW, non lontani dallo stadio e dal parco olimpico, sedi dei giochi del 1972. Il museo ripercorre i 90 anni di storia dell’azienda mediante appositi blocchi tematici, in tutto sette.
Il primo impatto visivo si ha subito con l’attrazione architettonica dell’impianto esterno del museo il cui edificio circolare risalente al 1973, detto “Schussel” che vuol dire insalatiera, è posto sotto tutela monumentale. Dopo i lavori di rinnovamento completati nel 2008, le nuove sale tematiche che accolgono i visitatori introducono in un mondo dove al mito dei motori si affianca il gusto del design. Così, ad esempio, nell’“Atelier” è rappresentato il processo di design nella creazione delle auto e la “Schatzkammer” custodisce una selezione delle più significative pietre miliari nel settore del design.
Altri blocchi tematici sono la “Haus der Technik” improntata sull’efficienza delle tecnologie BMW, la “Haus der Motorsports” dove vengono presentati i grandi successi del produttore come la vittoria della BMW 328 e tutta la storia delle competizioni delle moto e delle auto da rally. Di sala in sala è possibile imbattersi in modelli speciali come le BMW Art Cars dei famosi artisti degli anni Quaranta insieme a quelli che hanno calcato i set cinematografici di Hollywood, per un totale di oltre 400 tra auto, moto e motori testimoni della storia produttiva del marchio fino ad oggi.
L’altro luogo simbolo della BMW a Monaco è il Bmw Welt (Mondo Bmw) che ha aperto le sue porte nel 2007 di fronte al museo, proprio nel luogo dove, agli inizi del XX secolo, fondarono le loro aziende Gustav Otto e Karl Rapp, dalle quali nacque nel 1917 la “Bayerische Motoren Werke” conosciuta oggi a livello mondiale come BMW AG. Più che un museo, il BMW Welt è un laboratorio sempre attivo che vuole consegnare ai visitatori – appassionati e possibili clienti – stimoli sensoriali a tutto tondo legati alle prestazioni dei veicoli del marchio. Tra i vari ambienti dell’interno, si trova anche un Junior Campus dedicato ai visitatori dai sette ai tredici anni con l’obiettivo di trasmettere nozioni tecniche e curiosità anche ai giovanissimi.
Il Mondo Bmw, opera del noto studio di architetti Coop Himmelb(L)au, è un'avveniristico edificio polifunzionale, un omaggio all'avanguardia tecnologica sfociata in sperimentazioni architettoniche di grande impatto. Già spettacolare all’esterno, richiama la forma di un marcato doppio cono in vetro e acciaio che pare tendere verso l’alto. Da qui si estende un tetto di nuvole sospese che dà l’idea di fluttuare, nonostante la dimensione di 16.000 metri quadrati, su una complessa struttura di vetrate trasparenti.
Zwickau
Un altro pioniere del mondo automobilistico tedesco è August Horch, personaggio cruciale per la storia dell’industria Audi (il cui nome è la traduzione latina del suo cognome “Horch” che in tedesco vuol dire “ascolta”). Nato nel 1868 a Winningen, vicino a Coblenza, lavorò come ingegnere meccanico per Carl Benz a Mannheim prima di fondare l’azienda automobilistica dove oggi sorge il museo che porta il suo nome, a Zwickau in Sassonia. Il Museo August Horch si distingue in quanto è il solo museo tecnico ad avere sede in quello che originariamente era il sito produttivo. Su una superficie espositiva di 3000 metri quadrati si possono ripercorrere le tappe dell’invenzione del marchio dall’esordio come Horch per arrivare ad Audi, Auto Union e Trabant. Sono visibili circa 70 grandi veicoli storici tra cui spiccano la Phaeton del 1911 e l’allora sensazionale utilitaria DKW F1 con la prima trazione anteriore di serie.
La storia delle mitiche Trabant, in particolare, è ricca di fascino. Un tempo macchina del popolo la “Trabi” è ora un veicolo cult simbolo di un’era ben precisa, quella delle due Germanie. Nel 1954 il gabinetto della RDT (Repubblica Democratica Tedesca), denominazione ufficiale della Germania dell’Est, decise di far sviluppare un’auto di piccole dimensioni che non pesasse più di 600 chili, che consumasse solo cinque litri e mezzo di benzina ogni 100 chilometri e non costasse più di 4000 marchi. Fu così che nacque la P50, primo modello di Trabant realizzato dalla VEB Sachsenring Automobilwerk Zwickau. Il nome vuol dire pressappoco “compagno” e voleva essere un omaggio al satellite russo Sputnik lanciato nello spazio nel 1957.
Dal 1991 con la riunificazione è stata sospesa la produzione delle Trabant e tuttavia in Germania risultano ancora immatricolati circa 52.000 di questi modelli divenuti veri e propri oggetti di culto per collezionisti ed appassionati che si ritrovano proprio a Zwickau in Platz der Völkerfreundschaft (Piazza dell'Amicizia tra i Popoli) per il loro raduno annuale (quest’anno il weekend della manifestazione cade dal 24 al 26 giugno). Tutt’ora ci sono società che offrono tour in Trabant attraverso la città di Berlino e i suoi dintorni
Ingolstadt
Con la successiva tappa del nostro viaggio nella memoria e nel futuro della tecnologia applicata alle quattro ruote torniamo in Baviera nella sede principale dell’Audi a Ingolstadt. E’ qui, fuori dei cancelli dello stabilimento, che ha sede infatti l’Audi Forum, un complesso di 77.000 metri quadri inaugurato nel dicembre 2002 che, oltre ad ospitare eventi, concerti e rassegne, ingloba diverse strutture architettoniche tra le quali il Centro clienti a forma di hangar e il cilindrico museum mobile che ripercorre la storia del marchi Audi, DKW, Wanderer e NSU con oltre 50 vetture e 40 tra motociclette e bici. Organizzato su quattro piani, di cui uno dedicato alle esibizioni temporanee, colpisce l’attenzione anche per la presenza del montacarichi a ciclo continuo che espone 14 vetture tra le quali alcune che hanno segnato i maggiori successi del reparto corse Audi Motorsport.
Wolfsburg
La prossima tappa conduce nel cuore dei classici dell’automobile di tutti i tempi, e si presenta programmaticamente già nel nome: Autostadt, ovvero città dell’automobile. Si trova a Wolfsburg in Bassa Sassonia, adiacente allo stabilimento della Volkswagen, collocato in un grande parco di 25 ettari con bacini d’acqua ed è il museo dell’auto più visitato al mondo. Si presenta come un vero e proprio parco tematico dedicato all’esperienza della mobilità sulle quattro ruote, composto da sette padiglioni accolti in un’area di 250.000 metri quadrati che è già di per sé un’attrazione. Qui si trovano esposte le marche del gruppo Volkswagen tra cui Audi, Lamborghini, Porsche, Skoda, Bentley, Bugatti, ma non solo. Tra le aree più interessanti del parco, spicca la ZeitHaus (casa del tempo), ovvero il museo dedicato alla storia dell’auto, dove trovano posto quattro livelli espositivi e oltre 100 esemplari di auto nel loro stato originale, restaurati con cura o fedelmente ricostruiti.
Si possono ammirare anche collezioni plurimarca di vere e proprie pietre miliari della storia dell’automobilismo, visto l’intento originario dell’Autostadt di racchiudere in un’unica struttura le creazioni più importanti e le testimonianze di chi ha scritto le pagine di questa storia. Gli appassionati d’auto storiche e moderne hanno l’opportunità di visionare in modo ravvicinato alcuni gioielli del lontano e recente passato con l’esposizione “Design ICONS” dedicata ai modelli che sono diventati punti di riferimento dello stile e del design automobilistico.
Tra i pezzi forti del museo e autentiche rarità sono da segnalare l’antesignano dell’automobile, il tre ruote a motore inventato da Karl Benz nel 1886, la prima Voiturette A Laurin & Klement del 1899, una Rolls Royce Silver Ghost dei primi del ‘900, la Bugatti 57 SC Atlantic, il prototipo del Maggiolino progettato da Ferdinand Porsche, una Bentley del 1935 con carrozzeria aerodinamica, l’Auto Union Grand Prix C (la freccia d’argento plurivittoriosa nelle competizioni della stagione 1936), una delle prime Porsche 356, il pulmino Volkswagen (Bulli) icona hippy degli anni ‘60, la leggendaria Lamborghini Miura, e poi ancora Horch, Wanderer, DKW, NSU Cadillac, Audi. Molte auto d’epoca ospitate nel museo, inoltre, non sono solo oggetti da esposizione ma vengono utilizzate regolarmente in occasione di manifestazioni speciali, dai rally ai raduni indetti dalle riviste specializzate.
Sempre a Wolfsburg, proprio di fronte al bacino d’acqua che delimita l’Autostadt, si trova anche il nuovo museo scientifico Phaeno. Il modernissimo polo espositivo, disegnato dall’archistar Zaha Hadid, merita una visita per l’approccio didattico e interattivo ai fenomeni naturali e scientifici che si possono osservare e sperimentare dal vivo.
Dresda
Per rimanere in tema di Volkswagen, un’altra attrazione aperta al pubblico è la spettacolare “Fabbrica trasparente” di Dresda in Sassonia, una vera e propria opera d’arte al posto del classico stabilimento. Sede di produzione della berlina di alta gamma Phaeton, dal 2017 è stata riconvertita alle tecnologie elettriche della casa. E' questa la fabbrica dove oggi i visitatori possono seguire dal vivo i singoli passaggi della costruzione della nuova Golf elettrica e visionare i concept ID. Dal punto di vista architettonico l’elemento più sensazionale è la torre circolare di vetro che si innalza per 40 metri e che ospita fino a 280 macchine pronte per la consegna. Il vetro è il materiale predominante anche negli interni dove grandi superfici restituiscono un’atmosfera luminosa e rilassata. La visita per gli esterni inizia in un forum esteso su due piani dell’edificio dove videoterminali interattivi forniscono informazioni sui singoli passaggi per assemblare le vetture. La fabbrica si trova a soli 20 minuti a piedi dal famoso complesso barocco dello Zwinger ed è divenuta, dalla sua apertura nel 2002 un nuovo emblema della città sulle sponde del fiume Elba.
Stoccarda è la prima tappa di questo viaggio ispirato al mondo dei motori. Si trovano infatti nella capitale del Baden-Württemberg le sedi principali di Mercedes-Benz e Porsche, nonché i relativi musei, due capolavori dell’architettura contemporanea che ne raccontano la storia. Dal 1951 la stella della Mercedes ruota senza sosta sulla torre della Stazione centrale di Stoccarda, testimone e al tempo stesso emblema dello stretto legame esistente da sempre tra la città e l’auto.
Il Museo Mercedes-Benz che si trova alle porte dello stabilimento Daimler di Stoccarda e della Mercedes Arena, ovviamente in Mercedesstrasse al n. 100, è l’unico al mondo a ripercorrere fin dal primo giorno tutti i 125 anni di storia dell’industria automobilistica. Progettato dal team di architetti dell’olandese UN Studio, il museo ha una superficie espositiva di 16.500 metri quadrati suddivisa su nove piani, ospita 160 automobili, modelli che hanno creato il mito Mercedes, e oltre 1500 pezzi d’esposizione.
Dall’ultimo piano del museo, raggiungibile mediante un ascensore, si dipanano in forma di doppia elica due percorsi espositivi che si sviluppano attraverso la vasta collezione museale. Il primo è dedicato alle sette “sale dei miti” che narrano la storia del marchio secondo un ordine cronologico, mentre il secondo si concentra soprattutto sulle cinque “sale collezioni” indipendenti che radunano la varietà della gamma di prodotti del marchio tedesco.
La doppia elica idealmente disegnata dalla curva dei due percorsi di visita, che si ispira alla spirale del DNA, vuole simboleggiare il gene innovativo del marchio Mercedes-Benz e la sua costante evoluzione. Tra i tanti modelli che hanno contribuito a creare il mito di questo marchio automobilistico e che sono visibili al museo vi sono le leggendarie “frecce d’argento” che, in particolare, hanno scritto la storia delle gare automobilistiche.
Collocato presso la piazza che porta lo stesso nome del marchio (Porscheplatz) è il Museo Porsche, firmato dallo studio di architetti viennesi Delugan Meissl, altro luogo importante di Stoccarda che celebra la vocazione automobilistica della Germania. Inaugurato nel 2009 presso la fabbrica Porsche situata nel sobborgo di Zuffenhausen, il museo si presenta esternamente come una struttura avveniristica a monolite che quasi sembra galleggiare nell’aria.
La stessa idea di dinamismo si ritrova all’interno dove, in una superficie espositiva di circa 5600 metri quadrati, si possono ammirare 80 modelli di auto sportive dalla casa automobilistica, insieme a numerosi oggetti più piccoli in un allestimento continuamente cangiante in quanto molti di questi veicoli vengono utilizzati anche fuori dal museo e partecipano a gare per auto storiche. A fianco della leggendaria 356 Roadster, primo modello prodotto dalla casa fondata nel 1936 dal Professor Ferdinand Porsche, sfilano vere icone delle quattro ruote famose nel mondo come la 550, 911 e 917.
Il salone espositivo è composto di diverse isole tematiche che consentono di ripercorrere la storia dei modelli e l’evoluzione dello storico marchio nel campo dell’auto sportiva e dell’automobilismo da competizione, anche mediante rievocazioni di prestigiose gare automobilistiche. Senza soluzione di continuità si passa dal classico al nuovo: mentre nell’Officina di vetro (Workshop) si possono ammirare i meccanici intenti alla manutenzione e al restauro di auto vintage dell’archivio storico della casa e dei clienti privati, accanto al museo si trova il reparto consegna auto dove fanno bella mostra di sé le vetture appena uscite dalla fabbrica.
Ma oltre ai musei, Stoccarda ricorda la storia dell’auto tedesca anche in altri luoghi che, più che raccontare, testimoniano la presenza nella città dei protagonisti che hanno scritto le pagine di questa storia. Pensiamo, ad esempio, al monumento commemorativo di Gottlieb Daimler, nato a Schorndorf nel 1834 in una piccola casa a graticcio trasformata ora in un museo. Nell’ex serra della sua villa, Daimler sviluppò insieme a Wilhem Maybach il primo veicolo mosso da un motore a 4 tempi, una vera pietra miliare della tecnologia. Nel vecchio aeroporto Böblingen/Sindelfingen di Stoccarda, inoltre, si trova il Meilenwerk, vero e proprio tempio per le auto d’epoca dove si possono ammirare, restaurare, comprare e vendere i classici delle quattro ruote.
Monaco di Baviera
L’immersione nel mondo di un altro celebre marchio automobilistico tedesco è possibile a Monaco di Baviera dove sorgono il Museo Bmw e il Bmw Welt. Entrambi gli spazi si trovano proprio a fianco del grattacielo dirigenziale e degli stabilimenti produttivi BMW, non lontani dallo stadio e dal parco olimpico, sedi dei giochi del 1972. Il museo ripercorre i 90 anni di storia dell’azienda mediante appositi blocchi tematici, in tutto sette.
Il primo impatto visivo si ha subito con l’attrazione architettonica dell’impianto esterno del museo il cui edificio circolare risalente al 1973, detto “Schussel” che vuol dire insalatiera, è posto sotto tutela monumentale. Dopo i lavori di rinnovamento completati nel 2008, le nuove sale tematiche che accolgono i visitatori introducono in un mondo dove al mito dei motori si affianca il gusto del design. Così, ad esempio, nell’“Atelier” è rappresentato il processo di design nella creazione delle auto e la “Schatzkammer” custodisce una selezione delle più significative pietre miliari nel settore del design.
Altri blocchi tematici sono la “Haus der Technik” improntata sull’efficienza delle tecnologie BMW, la “Haus der Motorsports” dove vengono presentati i grandi successi del produttore come la vittoria della BMW 328 e tutta la storia delle competizioni delle moto e delle auto da rally. Di sala in sala è possibile imbattersi in modelli speciali come le BMW Art Cars dei famosi artisti degli anni Quaranta insieme a quelli che hanno calcato i set cinematografici di Hollywood, per un totale di oltre 400 tra auto, moto e motori testimoni della storia produttiva del marchio fino ad oggi.
L’altro luogo simbolo della BMW a Monaco è il Bmw Welt (Mondo Bmw) che ha aperto le sue porte nel 2007 di fronte al museo, proprio nel luogo dove, agli inizi del XX secolo, fondarono le loro aziende Gustav Otto e Karl Rapp, dalle quali nacque nel 1917 la “Bayerische Motoren Werke” conosciuta oggi a livello mondiale come BMW AG. Più che un museo, il BMW Welt è un laboratorio sempre attivo che vuole consegnare ai visitatori – appassionati e possibili clienti – stimoli sensoriali a tutto tondo legati alle prestazioni dei veicoli del marchio. Tra i vari ambienti dell’interno, si trova anche un Junior Campus dedicato ai visitatori dai sette ai tredici anni con l’obiettivo di trasmettere nozioni tecniche e curiosità anche ai giovanissimi.
Il Mondo Bmw, opera del noto studio di architetti Coop Himmelb(L)au, è un'avveniristico edificio polifunzionale, un omaggio all'avanguardia tecnologica sfociata in sperimentazioni architettoniche di grande impatto. Già spettacolare all’esterno, richiama la forma di un marcato doppio cono in vetro e acciaio che pare tendere verso l’alto. Da qui si estende un tetto di nuvole sospese che dà l’idea di fluttuare, nonostante la dimensione di 16.000 metri quadrati, su una complessa struttura di vetrate trasparenti.
Zwickau
Un altro pioniere del mondo automobilistico tedesco è August Horch, personaggio cruciale per la storia dell’industria Audi (il cui nome è la traduzione latina del suo cognome “Horch” che in tedesco vuol dire “ascolta”). Nato nel 1868 a Winningen, vicino a Coblenza, lavorò come ingegnere meccanico per Carl Benz a Mannheim prima di fondare l’azienda automobilistica dove oggi sorge il museo che porta il suo nome, a Zwickau in Sassonia. Il Museo August Horch si distingue in quanto è il solo museo tecnico ad avere sede in quello che originariamente era il sito produttivo. Su una superficie espositiva di 3000 metri quadrati si possono ripercorrere le tappe dell’invenzione del marchio dall’esordio come Horch per arrivare ad Audi, Auto Union e Trabant. Sono visibili circa 70 grandi veicoli storici tra cui spiccano la Phaeton del 1911 e l’allora sensazionale utilitaria DKW F1 con la prima trazione anteriore di serie.
La storia delle mitiche Trabant, in particolare, è ricca di fascino. Un tempo macchina del popolo la “Trabi” è ora un veicolo cult simbolo di un’era ben precisa, quella delle due Germanie. Nel 1954 il gabinetto della RDT (Repubblica Democratica Tedesca), denominazione ufficiale della Germania dell’Est, decise di far sviluppare un’auto di piccole dimensioni che non pesasse più di 600 chili, che consumasse solo cinque litri e mezzo di benzina ogni 100 chilometri e non costasse più di 4000 marchi. Fu così che nacque la P50, primo modello di Trabant realizzato dalla VEB Sachsenring Automobilwerk Zwickau. Il nome vuol dire pressappoco “compagno” e voleva essere un omaggio al satellite russo Sputnik lanciato nello spazio nel 1957.
Dal 1991 con la riunificazione è stata sospesa la produzione delle Trabant e tuttavia in Germania risultano ancora immatricolati circa 52.000 di questi modelli divenuti veri e propri oggetti di culto per collezionisti ed appassionati che si ritrovano proprio a Zwickau in Platz der Völkerfreundschaft (Piazza dell'Amicizia tra i Popoli) per il loro raduno annuale (quest’anno il weekend della manifestazione cade dal 24 al 26 giugno). Tutt’ora ci sono società che offrono tour in Trabant attraverso la città di Berlino e i suoi dintorni
Ingolstadt
Con la successiva tappa del nostro viaggio nella memoria e nel futuro della tecnologia applicata alle quattro ruote torniamo in Baviera nella sede principale dell’Audi a Ingolstadt. E’ qui, fuori dei cancelli dello stabilimento, che ha sede infatti l’Audi Forum, un complesso di 77.000 metri quadri inaugurato nel dicembre 2002 che, oltre ad ospitare eventi, concerti e rassegne, ingloba diverse strutture architettoniche tra le quali il Centro clienti a forma di hangar e il cilindrico museum mobile che ripercorre la storia del marchi Audi, DKW, Wanderer e NSU con oltre 50 vetture e 40 tra motociclette e bici. Organizzato su quattro piani, di cui uno dedicato alle esibizioni temporanee, colpisce l’attenzione anche per la presenza del montacarichi a ciclo continuo che espone 14 vetture tra le quali alcune che hanno segnato i maggiori successi del reparto corse Audi Motorsport.
Wolfsburg
La prossima tappa conduce nel cuore dei classici dell’automobile di tutti i tempi, e si presenta programmaticamente già nel nome: Autostadt, ovvero città dell’automobile. Si trova a Wolfsburg in Bassa Sassonia, adiacente allo stabilimento della Volkswagen, collocato in un grande parco di 25 ettari con bacini d’acqua ed è il museo dell’auto più visitato al mondo. Si presenta come un vero e proprio parco tematico dedicato all’esperienza della mobilità sulle quattro ruote, composto da sette padiglioni accolti in un’area di 250.000 metri quadrati che è già di per sé un’attrazione. Qui si trovano esposte le marche del gruppo Volkswagen tra cui Audi, Lamborghini, Porsche, Skoda, Bentley, Bugatti, ma non solo. Tra le aree più interessanti del parco, spicca la ZeitHaus (casa del tempo), ovvero il museo dedicato alla storia dell’auto, dove trovano posto quattro livelli espositivi e oltre 100 esemplari di auto nel loro stato originale, restaurati con cura o fedelmente ricostruiti.
Si possono ammirare anche collezioni plurimarca di vere e proprie pietre miliari della storia dell’automobilismo, visto l’intento originario dell’Autostadt di racchiudere in un’unica struttura le creazioni più importanti e le testimonianze di chi ha scritto le pagine di questa storia. Gli appassionati d’auto storiche e moderne hanno l’opportunità di visionare in modo ravvicinato alcuni gioielli del lontano e recente passato con l’esposizione “Design ICONS” dedicata ai modelli che sono diventati punti di riferimento dello stile e del design automobilistico.
Tra i pezzi forti del museo e autentiche rarità sono da segnalare l’antesignano dell’automobile, il tre ruote a motore inventato da Karl Benz nel 1886, la prima Voiturette A Laurin & Klement del 1899, una Rolls Royce Silver Ghost dei primi del ‘900, la Bugatti 57 SC Atlantic, il prototipo del Maggiolino progettato da Ferdinand Porsche, una Bentley del 1935 con carrozzeria aerodinamica, l’Auto Union Grand Prix C (la freccia d’argento plurivittoriosa nelle competizioni della stagione 1936), una delle prime Porsche 356, il pulmino Volkswagen (Bulli) icona hippy degli anni ‘60, la leggendaria Lamborghini Miura, e poi ancora Horch, Wanderer, DKW, NSU Cadillac, Audi. Molte auto d’epoca ospitate nel museo, inoltre, non sono solo oggetti da esposizione ma vengono utilizzate regolarmente in occasione di manifestazioni speciali, dai rally ai raduni indetti dalle riviste specializzate.
Sempre a Wolfsburg, proprio di fronte al bacino d’acqua che delimita l’Autostadt, si trova anche il nuovo museo scientifico Phaeno. Il modernissimo polo espositivo, disegnato dall’archistar Zaha Hadid, merita una visita per l’approccio didattico e interattivo ai fenomeni naturali e scientifici che si possono osservare e sperimentare dal vivo.
Dresda
Per rimanere in tema di Volkswagen, un’altra attrazione aperta al pubblico è la spettacolare “Fabbrica trasparente” di Dresda in Sassonia, una vera e propria opera d’arte al posto del classico stabilimento. Sede di produzione della berlina di alta gamma Phaeton, dal 2017 è stata riconvertita alle tecnologie elettriche della casa. E' questa la fabbrica dove oggi i visitatori possono seguire dal vivo i singoli passaggi della costruzione della nuova Golf elettrica e visionare i concept ID. Dal punto di vista architettonico l’elemento più sensazionale è la torre circolare di vetro che si innalza per 40 metri e che ospita fino a 280 macchine pronte per la consegna. Il vetro è il materiale predominante anche negli interni dove grandi superfici restituiscono un’atmosfera luminosa e rilassata. La visita per gli esterni inizia in un forum esteso su due piani dell’edificio dove videoterminali interattivi forniscono informazioni sui singoli passaggi per assemblare le vetture. La fabbrica si trova a soli 20 minuti a piedi dal famoso complesso barocco dello Zwinger ed è divenuta, dalla sua apertura nel 2002 un nuovo emblema della città sulle sponde del fiume Elba.