Francia: Parigi e la Reggia di Versailles
Parigi è la classica meta per un week-end in due. Città per inguaribili romantici, è anche una delle mete privilegiate per chi cerca divertimento, storia e arte. Capitale delle avanguardie nell'ultimo scampolo di secondo millennio, Parigi è una commistione di stili in cui lo slancio poderoso ed eterno del gotico si accosta alla fragilità artistica dei ritrattisti di strada; dove il fluire lento e maestoso della Senna si incrocia con i battelli turistici; dove il ferro, l’acciaio, il vetro e le resine plastiche si contrappongono, con le loro avveniristiche evoluzioni, alla solidità degli edifici che hanno segnato la storia.
Testo Cristiano Pinotti, foto di Fausto Mazza
Parigi è un crocevia di culture da conoscere con calma, una città indefinibile, che in alcune vie ricorda il “gusto metallico” delle ostriche di Hemingway, in altre profuma di “grandeur”, in altre ancora sprizza distillati di vita ben poco francese, frutto di un autentico cocktail cosmopolita. Parigi può essere visitata in pochi giorni, sufficienti per subirne il fascino e per conservarne il rimpianto nella coppa della vita; vi si può vivere per interi mesi e, ogni giorno, scoprire un nuovo angolo, uno scorcio inaspettato e di assoluta bellezza. Anche da qui nasce la scelta di descrivere un percorso tra le due rive della Senna che abbraccia elementi di storia e modernità, tratteggiando una città che tutti, anche quelli che non vi sono mai stati, conoscono nelle sue più classiche iconografie, ma che, anche nei tratti più famosi, riesce sempre a sorprendere.
Parigi
Notre Dame de Paris. Un nome che evoca letteratura, cinematografia, arte, armonia, proporzioni, equilibrio. Ancora una volta, e con i fatti, il medioevo rifila una bella spallata a tutti i suoi detrattori, rubando aggettivi che, solitamente, sono riservati all’epoca rinascimentale. Eccoli i “secoli bui”: archi in aggetto di quindici metri di luce slanciano l’abside, rosoni di infinite proporzioni magnificano l’arte vetraia, costoloni e contrafforti sublimano l’architettura, mentre l’intero complesso innalza una millenaria preghiera verso il cielo. Ovunque si guardi c’è qualcosa di eccezionale: in alto le maestose torri della facciata ovest, le vetrate, i doccioni (raggiungibili salendo la torre nord); al livello intermedio spettacolari portali scultorei; all’interno stalli del coro, pregevoli sculture, il tesoro della cattedrale; al di sotto del sagrato l’antica cripta della romana Lutetia.
Il Centre Pompidou è un grandioso complesso architettonico inaugurato nel 1977, opera del genio di Renzo Piano e Richard Rogers. Nel 2000, dopo oltre due anni di profonde ristrutturazioni e ampliamenti, lo spazio espositivo ha riaperto per divenire uno spettacolare luogo di cultura, in cui si intrecciano le diverse forme di arte contemporanea. Pittura, scultura, musica, fotografia, cinema, biblioteca, radio e televisione intersecano i loro percorsi e invitano le migliaia di visitatori giornalieri a perdersi tra suggestioni cromatiche di indubbio fascino.
A fare da contraltare sulla rive gauche, di fronte all'Ile de Sant Louis e non molto distante dalla prima moschea di Parigi risalente agli anni Venti, sorge l’Istituto del Mondo Arabo, una struttura architettonica moderna in vetro e alluminio, voluta dalla Francia e da ventidue Paesi islamici, al fine di favorire l’interscambio culturale tra paesi arabi e quelli occidentali. Di grande impatto estetico il sistema di diaframmi che regolano l'illuminazione naturale della facciata sud, quasi una sublimazione in chiave tecnologica dell’antica arte decorativa araba. E' sede di importanti esposizioni che abbracciano i temi dell'arte, della storia e della cultura dei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Una generosa porzione di storia dell’umanità. Questo è il Louvre. Antica residenza reale - fino al trasloco dell’intera corte a Versailles voluta da Luigi XIV – è un magnifico palazzo di origine rinascimentale, divenuto, nei secoli, palestra artistica per innumerevoli architetti. Per visitarlo interamente, lo diciamo subito, un giorno non basta. I capolavori del museo spaziano dall’antichità all’Ottocento, ma per non farsi mancare niente ecco un tocco, decisamente evidente, d’arte contemporanea: è la grande piramide in vetro e acciaio che ne costituisce l’entrata dal 1989. Se l’accostamento architettonico può sembrare forzato, senza dubbio è qualcosa che lascia esterefatti.
L’interno è un percorso museale di valore assoluto. Da non perdere, per il periodo egizio, i ritratti di El-Fayum, lo Scriba accovacciato, il busto di Amenofis IV, i sarcofagi; tra le antichità orientali spiccano gli Arcieri di Dario, i vasi di Susa, il codice di Hammurabi; ricca la collezione greco-romana che conserva la celebre Venere di Milo, la Nike di Samotracia, parti del fregio del Partenone, il gladiatore Borghese, i ritratti di Adriano e di Erode Attico; per continuare con l’infinita pinacoteca che, lungi dal limitarsi alla Gioconda di Leonardo, spazia da Giotto a Paolo Uccello, da Durer a Van Eyck, dal Veronese a David. In questo turbinio di capolavori non vanno infine dimenticati i reperti etruschi, quelli islamici e le collezioni africane, dell’Asia, dell’Oceania e delle Americhe.
Se il Louvre copre la storia della civiltà fino all'Ottocento e il Beaubourg la contemporaneità, il Museo d'Orsay è dedicato all'arte visiva moderna. Negli immensa spazi riconvertiti a museo della Gare d'Orsay, stazione ferroviaria edificata in occasione dell'Esposizione Universale del 1900, trovano posto opere delle scuole artistiche dell'Ottocento e degli inizi del Novecento, dagli impressionisti all'art nouveau, con capolavori di Gauguin, Manet, Renoir, Monet, Cézanne, Pissarro, Degas, Klimt.
Luigi XIV non è certo famoso per le sue doti di spiccata umanità, eppure proprio al Re Sole si deve invece la costruzione dell’Hotel des Invalides, un ospedale militare creato per l’assistenza dei soldati e degli ufficiali non più in grado di servire il regio esercito. L'imponente complesso ospita il Musée de l’Armée, un museo di storia militare impressionante per la ricca collezione di stendardi, armi e corazze dalla preistoria alla seconda guerra mondiale. La struttura è completata dalla chiesa di St-Louis des Invalides e dal Dôme, la monumentale costruzione dalla cupola dorata che contiene le ceneri di Napoleone, racchiuse in una sequela di sei sarcofagi che celebrano, ancora una volta, la grandezza dell’imperatore corso.
Ritornati sulla rive droite si esplica il senso della continuità storica della grandeur francese in quella retta geometrica che parte idealmente dalla piramide del Louvre, attraversa Place de la Concorde e gli Champs Elysée fino all'Arco di Trionfo, prosegue per Champs de Gaulles fino al quartiere della Defense, cuore dirigenziale e tecnologico della Parigi contemporanea. L’esplanade della Defense è una visione architettonica incredibile. Oltre un chilometro di piattaforma, esclusivamente pedonale, che fluisce tra torri, centri commerciali, fontane e creazioni artistiche realizzate, dalla fine degli anni '50 agli anni '90, dagli eredi dell’ideologia urbanisticaa del genio di Le Corbusier. L’originale scenografia è chiusa dalla spettacolare Grande Arche, dell'architetto danese Johan von Spreckelsen.
Versailles, il castello di Luigi XIV
L’ancien régime è un magma istituzionale, una sorta di “idea di Stato” formatasi, nei secoli, attraverso successive stratificazioni, che hanno sovrapposto elementi a elementi, vecchio a nuovo, in una continua, e apparentemente infinita, somma. Secoli di storia che hanno sviluppato ordini, poteri, tradizioni, usi e costumi, governati da una monarchia avvinghiata in una concezione patrimoniale dello Stato, in cui la linea di demarcazione tra i possedimenti personali e quelli nazionali è labile e confusa. Patrimonio storico di molte grandi monarchie europee, l’ancien régime caratterizza in modo particolare il regno di Francia. Attorno al re gravitano innumerevoli consigli, ministri dai poteri pressoché assoluti, cortigiani…
La Francia di metà Seicento è un paese di quasi venti milioni di abitanti, la cui struttura sociale è classicamente suddivisa in nobiltà, clero e terzo stato. Una divisione artificiosa, che sottovaluta le molte sfaccettature che compongono la più estesa fetta di popolazione; una divisione formale che, in sintesi, non rispecchia affatto la realtà. La Francia di Mazarino, il Paese sostanzialmente è nelle mani del cardinale italiano, è una nazione egemone. Vittoriosa nella guerra dei trent'anni, si trova però a dover controbattere il fenomeno de “la fronda”, una sorta di movimento insurrezionale a carattere parlamentare e poi principesco, in cui vengono sollevate tematiche di sovvertimento sociale. La fronda è il più eclatante segno di ribellione sociale del XVII secolo, un movimento ancora troppo debole, che in pochi anni viene sconfitto politicamente e militarmente.
Questo enorme paese agricolo che è la Francia del seicento, ammutolisce nel 1661, anno della morte dell’onnipotente cardinal Mazarino. Da questo momento la storia francese subisce una svolta determinante. Il ventiduenne Luigi XIV, re dall'età di 5 anni, prende in mano le redini dello stato, determinato a instaurare una monarchia assoluta, che ben si riassume nell'affermazione, a lui attribuita, “lo Stato sono io”. La volontà dello Stato, infatti, per i suoi successivi 54 anni di regno, coinciderà totalmente con la volontà di Luigi XIV, avvolta in un assolutismo senza fine, coniugato alla riaffermazione del proprio ruolo di origine divina. Un re, che sceglie un sole dardeggiante come emblema, e diviene astro attorno al quale ruota un’intera nazione. Un re che promuove il culto della sua persona, un re che diviene un semidio.
In questa faraonica visione della funzione monarchica, la corte diviene un raffinato strumento per annichilire l’aristocrazia, per togliere ai nobili qualsiasi importanza politica. Quest’entità “pericolosa” per l’assoluto potere monarchico, deve essere sempre sotto controllo e al contempo valorizzata. È l’elite sociale del paese, per la quale va costruita un’apposita città. Versailles è, quindi, la materializzazione della potenza del re e l’apoteosi del suo disegno politico, in cui i cortigiani sono allontanati dai frequenti fermenti parigini. Versailles è il fulcro di un’intera nazione staccato dalla nazione stessa, una testa spaccata dal corpo, che ordina, comanda e vive un’esistenza irreale, dispendiosa e segregata.
Un’emarginazione politica nobiliare accettata con rassegnazione, ma anche con sollievo: il re, la corte, la reggia sono i depositari di privilegi ai quali la società aristocratica dell'ancien régime non è ancora pronta a rinunciare e che verranno decapitati dalla Rivoluzione francese. Dietro il palazzo c’è la filosofia personale e politica di Luigi XIV, ma c’è anche il gusto per il bello, l’imponente, il sorprendente. Questa famosa e celebrata reggia ha però un’origine alquanto umile: un semplice padiglione di caccia. Con l’avvento al potere di Luigi XIV, già nel 1661, cominciano i lavori di trasformazione che continueranno, quasi ininterrotti, per l’intero regno del Re sole.
Oggi Versailles è una delle principali attrattive turistiche dell’Ile-de-France, un meraviglioso palazzo reale che si affaccia su giardini di incommensurabile bellezza, tra canali, piscine, fontane, laghetti. Versailles non è un semplice palazzo reale, è una sorta di città cortigiana, pertanto è opportuno che il visitatore si prepari a trascorrere un’intera giornata a contatto di meraviglie architettoniche e artistiche e si armi, almeno in alta stagione, di una buona dose di pazienza nell'affrontare le file che si formano ai vari ingressi. In ogni caso ne vale la pena. Gli spunti di interessi sono davvero tantissimi. Nel Palazzo: la chapelle St-Louis, capolavoro di Mansart; l’Opéra a pianta ovoidale; le magnifiche stanze del Grand Appartement. Assolutamente impedibili i magnifici giardini abbelliti da statue di bronzo o piombo dorato e sculture marmoree; il Grand Trianon e il Petit Trianon.
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Parigi
Notre Dame de Paris. Un nome che evoca letteratura, cinematografia, arte, armonia, proporzioni, equilibrio. Ancora una volta, e con i fatti, il medioevo rifila una bella spallata a tutti i suoi detrattori, rubando aggettivi che, solitamente, sono riservati all’epoca rinascimentale. Eccoli i “secoli bui”: archi in aggetto di quindici metri di luce slanciano l’abside, rosoni di infinite proporzioni magnificano l’arte vetraia, costoloni e contrafforti sublimano l’architettura, mentre l’intero complesso innalza una millenaria preghiera verso il cielo. Ovunque si guardi c’è qualcosa di eccezionale: in alto le maestose torri della facciata ovest, le vetrate, i doccioni (raggiungibili salendo la torre nord); al livello intermedio spettacolari portali scultorei; all’interno stalli del coro, pregevoli sculture, il tesoro della cattedrale; al di sotto del sagrato l’antica cripta della romana Lutetia.
Il Centre Pompidou è un grandioso complesso architettonico inaugurato nel 1977, opera del genio di Renzo Piano e Richard Rogers. Nel 2000, dopo oltre due anni di profonde ristrutturazioni e ampliamenti, lo spazio espositivo ha riaperto per divenire uno spettacolare luogo di cultura, in cui si intrecciano le diverse forme di arte contemporanea. Pittura, scultura, musica, fotografia, cinema, biblioteca, radio e televisione intersecano i loro percorsi e invitano le migliaia di visitatori giornalieri a perdersi tra suggestioni cromatiche di indubbio fascino.
A fare da contraltare sulla rive gauche, di fronte all'Ile de Sant Louis e non molto distante dalla prima moschea di Parigi risalente agli anni Venti, sorge l’Istituto del Mondo Arabo, una struttura architettonica moderna in vetro e alluminio, voluta dalla Francia e da ventidue Paesi islamici, al fine di favorire l’interscambio culturale tra paesi arabi e quelli occidentali. Di grande impatto estetico il sistema di diaframmi che regolano l'illuminazione naturale della facciata sud, quasi una sublimazione in chiave tecnologica dell’antica arte decorativa araba. E' sede di importanti esposizioni che abbracciano i temi dell'arte, della storia e della cultura dei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Una generosa porzione di storia dell’umanità. Questo è il Louvre. Antica residenza reale - fino al trasloco dell’intera corte a Versailles voluta da Luigi XIV – è un magnifico palazzo di origine rinascimentale, divenuto, nei secoli, palestra artistica per innumerevoli architetti. Per visitarlo interamente, lo diciamo subito, un giorno non basta. I capolavori del museo spaziano dall’antichità all’Ottocento, ma per non farsi mancare niente ecco un tocco, decisamente evidente, d’arte contemporanea: è la grande piramide in vetro e acciaio che ne costituisce l’entrata dal 1989. Se l’accostamento architettonico può sembrare forzato, senza dubbio è qualcosa che lascia esterefatti.
L’interno è un percorso museale di valore assoluto. Da non perdere, per il periodo egizio, i ritratti di El-Fayum, lo Scriba accovacciato, il busto di Amenofis IV, i sarcofagi; tra le antichità orientali spiccano gli Arcieri di Dario, i vasi di Susa, il codice di Hammurabi; ricca la collezione greco-romana che conserva la celebre Venere di Milo, la Nike di Samotracia, parti del fregio del Partenone, il gladiatore Borghese, i ritratti di Adriano e di Erode Attico; per continuare con l’infinita pinacoteca che, lungi dal limitarsi alla Gioconda di Leonardo, spazia da Giotto a Paolo Uccello, da Durer a Van Eyck, dal Veronese a David. In questo turbinio di capolavori non vanno infine dimenticati i reperti etruschi, quelli islamici e le collezioni africane, dell’Asia, dell’Oceania e delle Americhe.
Se il Louvre copre la storia della civiltà fino all'Ottocento e il Beaubourg la contemporaneità, il Museo d'Orsay è dedicato all'arte visiva moderna. Negli immensa spazi riconvertiti a museo della Gare d'Orsay, stazione ferroviaria edificata in occasione dell'Esposizione Universale del 1900, trovano posto opere delle scuole artistiche dell'Ottocento e degli inizi del Novecento, dagli impressionisti all'art nouveau, con capolavori di Gauguin, Manet, Renoir, Monet, Cézanne, Pissarro, Degas, Klimt.
Luigi XIV non è certo famoso per le sue doti di spiccata umanità, eppure proprio al Re Sole si deve invece la costruzione dell’Hotel des Invalides, un ospedale militare creato per l’assistenza dei soldati e degli ufficiali non più in grado di servire il regio esercito. L'imponente complesso ospita il Musée de l’Armée, un museo di storia militare impressionante per la ricca collezione di stendardi, armi e corazze dalla preistoria alla seconda guerra mondiale. La struttura è completata dalla chiesa di St-Louis des Invalides e dal Dôme, la monumentale costruzione dalla cupola dorata che contiene le ceneri di Napoleone, racchiuse in una sequela di sei sarcofagi che celebrano, ancora una volta, la grandezza dell’imperatore corso.
Ritornati sulla rive droite si esplica il senso della continuità storica della grandeur francese in quella retta geometrica che parte idealmente dalla piramide del Louvre, attraversa Place de la Concorde e gli Champs Elysée fino all'Arco di Trionfo, prosegue per Champs de Gaulles fino al quartiere della Defense, cuore dirigenziale e tecnologico della Parigi contemporanea. L’esplanade della Defense è una visione architettonica incredibile. Oltre un chilometro di piattaforma, esclusivamente pedonale, che fluisce tra torri, centri commerciali, fontane e creazioni artistiche realizzate, dalla fine degli anni '50 agli anni '90, dagli eredi dell’ideologia urbanisticaa del genio di Le Corbusier. L’originale scenografia è chiusa dalla spettacolare Grande Arche, dell'architetto danese Johan von Spreckelsen.
Versailles, il castello di Luigi XIV
L’ancien régime è un magma istituzionale, una sorta di “idea di Stato” formatasi, nei secoli, attraverso successive stratificazioni, che hanno sovrapposto elementi a elementi, vecchio a nuovo, in una continua, e apparentemente infinita, somma. Secoli di storia che hanno sviluppato ordini, poteri, tradizioni, usi e costumi, governati da una monarchia avvinghiata in una concezione patrimoniale dello Stato, in cui la linea di demarcazione tra i possedimenti personali e quelli nazionali è labile e confusa. Patrimonio storico di molte grandi monarchie europee, l’ancien régime caratterizza in modo particolare il regno di Francia. Attorno al re gravitano innumerevoli consigli, ministri dai poteri pressoché assoluti, cortigiani…
La Francia di metà Seicento è un paese di quasi venti milioni di abitanti, la cui struttura sociale è classicamente suddivisa in nobiltà, clero e terzo stato. Una divisione artificiosa, che sottovaluta le molte sfaccettature che compongono la più estesa fetta di popolazione; una divisione formale che, in sintesi, non rispecchia affatto la realtà. La Francia di Mazarino, il Paese sostanzialmente è nelle mani del cardinale italiano, è una nazione egemone. Vittoriosa nella guerra dei trent'anni, si trova però a dover controbattere il fenomeno de “la fronda”, una sorta di movimento insurrezionale a carattere parlamentare e poi principesco, in cui vengono sollevate tematiche di sovvertimento sociale. La fronda è il più eclatante segno di ribellione sociale del XVII secolo, un movimento ancora troppo debole, che in pochi anni viene sconfitto politicamente e militarmente.
Questo enorme paese agricolo che è la Francia del seicento, ammutolisce nel 1661, anno della morte dell’onnipotente cardinal Mazarino. Da questo momento la storia francese subisce una svolta determinante. Il ventiduenne Luigi XIV, re dall'età di 5 anni, prende in mano le redini dello stato, determinato a instaurare una monarchia assoluta, che ben si riassume nell'affermazione, a lui attribuita, “lo Stato sono io”. La volontà dello Stato, infatti, per i suoi successivi 54 anni di regno, coinciderà totalmente con la volontà di Luigi XIV, avvolta in un assolutismo senza fine, coniugato alla riaffermazione del proprio ruolo di origine divina. Un re, che sceglie un sole dardeggiante come emblema, e diviene astro attorno al quale ruota un’intera nazione. Un re che promuove il culto della sua persona, un re che diviene un semidio.
In questa faraonica visione della funzione monarchica, la corte diviene un raffinato strumento per annichilire l’aristocrazia, per togliere ai nobili qualsiasi importanza politica. Quest’entità “pericolosa” per l’assoluto potere monarchico, deve essere sempre sotto controllo e al contempo valorizzata. È l’elite sociale del paese, per la quale va costruita un’apposita città. Versailles è, quindi, la materializzazione della potenza del re e l’apoteosi del suo disegno politico, in cui i cortigiani sono allontanati dai frequenti fermenti parigini. Versailles è il fulcro di un’intera nazione staccato dalla nazione stessa, una testa spaccata dal corpo, che ordina, comanda e vive un’esistenza irreale, dispendiosa e segregata.
Un’emarginazione politica nobiliare accettata con rassegnazione, ma anche con sollievo: il re, la corte, la reggia sono i depositari di privilegi ai quali la società aristocratica dell'ancien régime non è ancora pronta a rinunciare e che verranno decapitati dalla Rivoluzione francese. Dietro il palazzo c’è la filosofia personale e politica di Luigi XIV, ma c’è anche il gusto per il bello, l’imponente, il sorprendente. Questa famosa e celebrata reggia ha però un’origine alquanto umile: un semplice padiglione di caccia. Con l’avvento al potere di Luigi XIV, già nel 1661, cominciano i lavori di trasformazione che continueranno, quasi ininterrotti, per l’intero regno del Re sole.
Oggi Versailles è una delle principali attrattive turistiche dell’Ile-de-France, un meraviglioso palazzo reale che si affaccia su giardini di incommensurabile bellezza, tra canali, piscine, fontane, laghetti. Versailles non è un semplice palazzo reale, è una sorta di città cortigiana, pertanto è opportuno che il visitatore si prepari a trascorrere un’intera giornata a contatto di meraviglie architettoniche e artistiche e si armi, almeno in alta stagione, di una buona dose di pazienza nell'affrontare le file che si formano ai vari ingressi. In ogni caso ne vale la pena. Gli spunti di interessi sono davvero tantissimi. Nel Palazzo: la chapelle St-Louis, capolavoro di Mansart; l’Opéra a pianta ovoidale; le magnifiche stanze del Grand Appartement. Assolutamente impedibili i magnifici giardini abbelliti da statue di bronzo o piombo dorato e sculture marmoree; il Grand Trianon e il Petit Trianon.
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