Rep. Baltiche: Lituania, Lettonia, Estonia
Lituania
Il nostro viaggio nei Paesi Baltici inizia con lo stato più antico - a quanto tramanda la storia il nome Lituania fu pronunciato in un testo latino per la prima volta nel 1009 - e la sua capitale Vilnius è la città dell’Europa orientale con il centro storico più grande e meglio conservato, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall'UNESCO dal 1994. Di risaputo c’è anche che la capitale si avvanta di uno stile architettonico unico, caratterizzato da un amalgama armonioso di più stili differenti che restituiscono a piazze e strade una inequivocabile eleganza.
Testo a cura della redazione - foto di Angelo Fanzini
Vilnius
Di fascino, per l’esattezza, Vilnius ne ha da vendere, tra atmosfere gotiche, barocche e neoclassiche, ambienti puliti e raffinati dove il traffico cittadino vi entra in punta di piedi o non vi entra affatto, edifici religiosi e musei che lasciano spazio a laboratori d’arte nei vicoli più nascosti o nei quartieri più egocentrici (Užupis su tutti, che si è dichiarato simbolicamente repubblica indipendente per la sua marcata espressività individuale).
Una città, non ultimo, al confine tra due mondi – occidente e oriente - e, dunque, se vogliamo, già avvezza a certo eclettismo culturale nonché ad uno spirito di tolleranza che trova felici integrazioni nella voglia di libertà ed emancipazione che il progresso degli ultimi tempi ha innescato senza dubbio in tutto il paese. Sì perché Vilnius è anche la città leader per quanto riguarda le iniziative politiche ed economiche degli Stati Baltici ed ha ospitato numerosi meeting di importanza internazionale. Il centro d’affari situato sulla sponda destra del fiume Neris è il simbolo dello sviluppo dinamico e accelerato della città.
Il cuore storico di Vilnius (la barocca Senamiestis, la Città Vecchia), è situato nella zona circostante la Piazza della Cattedrale nella quale convergono, come è facile prevedere, alcuni dei più significativi monumenti cittadini così come piccoli dettagli che fanno grande la magia di Vilnius. Ad esempio, una mattonella particolare si trova tra la Cattedrale e il Campanile: fu il punto esatto da cui nel 1989 ebbe inizio la cosiddetta Strada Baltica, ovvero una catena umana di abitanti dei Paesi Baltici che si estese fino a Riga e Tallin per ben 595 km, nel tentativo di smuovere le acque per una auspicabile battaglia per l’indipendenza. La Torre del Castello del Gran Duca Gediminas, fondatore di Vilnius, non può che essere il simbolo della città e si staglia superba nel cielo della Città Vecchia regalando a chi vi sale uno dei più bei panorami, insieme a quello godibile dalla collina di Užupis, soprannominata la Montmartre lituana, con lo speciale belvedere in Via Subačiaus.
La Cattedrale neoclassica di San Stanislao e San Vladislao (Basilica di Vilnius) è la chiesa più importante della Lituania, nella cui cripta sono sepolti molti nobili, vescovi e duchi che hanno fatto la storia del Gran Ducato di Lituania. Nel Mausoleo dei Sovrani situato sotto la Cappella di San Casimiro, si trovano le spoglie del Gran Duca di Lituania e Re di Polonia Alexander: è l’unico sovrano polacco e lituano a trovare sepoltura a Vilnius. Sono ancora ben conservate le antiche mura della chiesa risalenti al XIII-XIV secolo e il più antico affresco lituano, dipinto nel XIV secolo. Di fronte alla Cattedrale svetta la Torre Campanaria alta 57 metri il cui aspetto attuale risale alla ricostruzione avvenuta 200 anni fa e ad interventi successivi in tempi più recenti. Alle spalle della Cattedrale il Castello Inferiore, meglio conosciuto come Palazzo Reale, ostenta la magnificenza del periodo d'oro del Granducato di Lituania (XVI secolo). Completamente distrutto nell'Ottocento e mai più ricostruito sorge oggi a nuova vita dopo imponenti lavori iniziati nell’anno 2002.
Il Castello Superiore fu costruito sulla collina per proteggere la città dai crociati i quali attaccarono la capitale lituana ben otto volte (l’ultima nel 1402) senza mai riuscire ad espugnare il Castello di Vilnius. In seguito distrutto durante la guerra con la Russia nel XVII secolo, l’edificio venne abbandonato per lungo tempo fino alla sua parziale ricostruzione che vede oggi spiccare la torre occidentale, meglio nota come Torre Gediminas, che attualmente ospita un museo. E’ possibile raggiungere la Torre Gediminas a bordo della funicolare che parte dal cortile interno del Museo Nazionale di Lituania, oppure a piedi lungo un sentiero acciottolato che parte dal Parco Sereikiškes. La eco del nome Gediminas risuona in molti monumenti di Vilnius, compresa la statua equestre omonima nella piazza della cattedrale, celebrativa del mitico personaggio della storia lituana. Oltre ad essere il fondatore di Vilnius e Trakai, Gediminas (vissuto tra il 1275 e il 1341), fu anche uno dei più celebri sovrani della Lituania la cui fama può essere paragonata solo a quella del nipote Vytautas il Grande.
Di questo nucleo storico più antico da dove si diramano viottoli densi di pittoreschi scorci, la strada più vecchia, da percorrere a piedi, è la colorata Via Pilies, un tempo arteria principale che collegava il Castello e, per questo, anche nota come la via del Castello. Vi sono transitati, nella loro marcia verso la fortezza, re, legati pontifici e rappresentanti di altri paesi, mentre oggi è il via vai di turisti e gente locale ad animarne tutte le diramazioni che oggi sono divenute traverse della via ricca di birrerie, caffè e locali. Ancora una volta è la commistione di stili ad attirare lo sguardo camminando lungo l’aristocratica via: il numero 12 e 14 sono, ad esempio, edifici gotici, il numero 4 è un edificio rinascimentale con una scala capitolare ed il frontone della Chiesa di San Giovanni è in stile barocco.
Un intero quartiere accanto alla via Pilies è stato occupato dall’Università di Vilnius, una delle più vecchie dell’Europa dell’Est, risalente al XVI secolo. Formatosi nel corso di molti secoli ad opera dei Gesuiti, il complesso universitario convoglia edifici in stile gotico, barocco e classico. La vivace atmosfera studentesca (sono circa 23mila gli studenti iscritti nelle 12 facoltà) contrasta con la severità dell’impianto medievale a cui si aggiungono, come contributo alla varietà architettonica tanto cara a Vilnius, i tredici cortili interni, i portici e le gallerie.
Interessante anche la biblioteca dell’Università, aperta nel 1570, che contiene più di 5 milioni di pubblicazioni e vecchi manoscritti, tra cui uno dei due esemplari conosciuti del primo libro lituano, la Catechesi di Martynas Mažvydas. Una delle parti più pittoresche del complesso dell’Università è la Chiesa di San Giovanni che, dopo 40 anni di costruzione, venne definitivamente completata nel 1426. Con i suoi 68 metri, il campanile della chiesa risulta essere tra gli edifici più alti della Città Vecchia.
Vera città nella città, almeno nelle intenzioni degli stessi abitanti, è la “repubblica” degli artisti con nome Užupis, ovvero la Montmartre lituana, come spesso viene definita. Con tanto di inno, di costituzione, di presidente, di un vescovo e due chiese e di uno dei più antichi cimiteri di Vilnius (il Cimitero Cistercense), sette ponti ed un originale patrono (l’angelo di bronzo), Užupis è davvero qualcosa a sé. Il più antico quartiere di Vilnius, anticamente la periferia più povera e pericolosa della città, dove in seguito vennero a stabilirsi in economiche case gli artisti, è oggi l’avamposto più originale del fermento creativo e innovatore della capitale, nonché uno dei quartieri più costosi e prestigiosi.
Oggi in questo vivace spazio di frontiera, che letteralmente vuol dire “luogo oltre il fiume”, sono organizzati festival della moda alternativa, concerti, mostre, serate di poesia ed esibizioni varie. Come ogni città che si rispetti, anche Užupis ha il suo specifico simbolo, una sirena di bronzo ad emblema del legame con l’acqua del fiume Vilnia e del pericoloso fascino ammaliatore che Užupis eserciterebbe su chiunque la visiti. Allo stesso scultore della sirena, Romas Vilčiauskas, si deve l’angelo di bronzo che risiede nella piazza centrale di Užupis.
Palazzi antichi e chiese completano e arricchiscono il patrimonio culturale di Vilnius. A quanto dicono gli abitanti, da ogni vicolo della città vecchia si possono vedere almeno due chiese. Effettivamente i profili dei tanti edifici religiosi (almeno 40) si distinguono da lontano e spiccano per la varietà dei loro stili architettonici. Vi si possono trovare persino tracce della paganità lituana. Capolavoro tardo-gotico in mattoni rossi è la chiesa di Sant’Anna, intessuta oltre che di prodigiosi virtuosismi architettonici, anche di leggende popolari. La più famosa vuole che Napoleone Bonaparte fosse rimasto talmente affascinato dall’eleganza della chiesa, da volersela portare a Parigi. La versione meno romantica della leggenda, è la cronaca storica: la chiesa venne consegnata alla cavalleria francese durante la marcia dell’esercito napoleonico attraverso la Lituania. Oggi la chiesa, che non è cambiata per oltre 500 anni, è un altro dei simboli di Vilnius.
Ma chiesa che vai, primato che trovi. La chiesa di San Casimiro, ad esempio, è la prima chiesa in stile barocco della Lituania, costruita dai monaci Gesuiti per onorare il patrono protettore del paese. Nonostante le sue alterne e movimentate vicende, la chiesa si è mantenuta preservata sino ad oggi. La chiesa di Santa Teresa, invece, è uno degli edifici del primo periodo barocco della Lituania con uno stupefacente altare principale. La chiesa ortodossa dello Spirito Santo rimane la più importante chiesa ortodossa della Lituania, insieme al monastero ed al convento che sorgono accanto. A contraddistinguere gli interni della chiesa, sono decorazioni in stucco e sculture che utilizzano una miscela di intonaco e marmo di alta qualità. La chiesa più antica della Lituania rimane quella di San Nicola, con caratteristiche gotiche ben visibili rimaste intatte, mentre la chiesa di Santa Caterina è stata la prima di Vilnius ad essere sottoposta ad un restauro completo dopo il ripristino dell’indipendenza lituana.
Un altro simbolo di Vilnius è la Porta dell’Aurora (Ausros Vartai) oggi luogo di culto e di pellegrinaggio (al suo interno è stata ricavata una cappella che custodisce l'immagine della Madonna della Misericordia), ben diversamente dai tempi antichi quando la sua immagine era legata immediatamente ad eventi bellici. Delle dieci porte che collegavano le mura difensive della città, quella dell’Aurora è l’unica pervenuta intatta fino ai giorni nostri. Il dipinto della “Madonna di Vilnius”, come viene chiamato, è uno dei più importanti dipinti rinascimentali della Lituania, conosciuto in tutto il mondo (alcune copie sono conservate nelle chiese di molti paesi, tra cui la chiesa di San Severino a Parigi). Fu realizzato specificatamente per questa cappella nel XVII secolo seguendo l’esempio dell’artista fiammingo Marten de Vos.
Quanto ai palazzi, i più interessanti sono quello Presidenziale, chiamato comunemente “Prezidentura” (Ufficio del Presidente), che domina la piazza Daukanto con il suo stile neoclassico risalente alla fine del XVIII secolo – inizio del XIX. Davanti al palazzo presidenziale, ogni giorno alle 18.00 si può assistere al cambio della guardia. Altro importante palazzo storico di Vilnius è quello del Vecchio Municipio nell’omonima piazza. Teatro cittadino dal XIX secolo, ospitò la prima opera del compositore polacco Stanislav Moniuszko il quale può essere considerato, tra i compositori polacchi, il più celebre solo dopo Chopin. Il frontone del Palazzo del Municipio è ornato con lo stemma di Vilnius: San Cristoforo che porta sulle spalle Gesù Bambino. In ogni caso è la città nuova ottocentesca (Naujamiestis) che sorge ad ovest della piazza della Cattedrale a vantare magnifici palazzi restaurati che spiccano altisonanti lungo il viale Gedimino Prospektas, alcuni in stile jugendstil, alternandosi con alberghi, negozi e sedi di organismi politici come il Governo e il Parlamento.
Trakai, l'antica capitale
Negli immediati dintorni di Vilnius, è facile continuare la fiaba che le atmosfere di questa capitale baltica evocano. Basta giungere, ad esempio, a Trakai per imbattersi in un paesaggio che sembra uscito dal quadro di qualche pittore naturista e particolarmente accorto nell’uso dei colori. Ad ovest di Vilnius (25 km circa), la vecchia cittadina di Trakai è circondata da colline, foreste e laghi ed è famosa soprattutto per il suo irreale Castello in pietra e mattoni rossi sul lago Galvès.
Antica capitale del regno lituano ai tempi del re Vytautas Didyis il Grande è oggi l'unico castello medioevale sull’acqua dell’Europa dell’Est nonché sede di un interessante museo storico. Passeggiate tranquille e gite in barca sono all’ordine del giorno in questo piccolo angolo di paradiso lontano dall’intensa vita cittadina dove è possibile venire a contatto con l’autenticità dei Karaimes o Caraiti, un popolo di origine turca che vive qui sin dal XIV secolo e che conserva tutt’ora le proprie tradizioni. In città ci si può imbattere nella Kinese, la casa di preghiera dei caraiti, in un interessante museo della vita quotidiana ed in un invitante ristorantino (Karaime) che offre specialità tipiche caraitiche.
Neringa, la penisola di Curlandia
Di paesaggi insoliti la Lituania ne ha da vendere. Dal fiabesco vagamente retrò di Trakai agli intercalari di lagune e dune di sabbia della Penisola Curlandese (o di Neringa). E’ questa una stretta striscia di terra lunga circa 100 km affacciata sul Mar Baltico, divisa a metà tra Lituania e l'enclave russa di Kaliningrad. Il colpo d’occhio che conduce quasi all’inverosimile dalle alte dune di sabbia al mare del Baltico è spiazzante. L’Unesco nel 2000 ha inserito l’istmo di Curlandia nella lista dei suoi patrimoni da tutelare, come uno dei panorami più belli e singolari d’Europa. Fragilità e bellezza, al confine tra acqua e aria, rendono questo tratto di costa lituana una sorta di unicum per il Nord Europa, ora in gran parte area protetta del Parco Nazionale Kursiu Nerijos. Tra scenari di boschi di pino, mare e cielo, spuntano località di villeggiatura e pittoreschi villaggi di pescatori come la suggestiva Nida. Quest’ultima si trova a ridosso del confine russo e con le sue case in legno decorate con colori sgargianti si capisce come sia potuta piacere allo scrittore Thomas Mann che qui vi trascorreva le sue estati. Oggi a Nida amano riposare anche i velisti, gli amanti del canottaggio, degli aquiloni, del birdwatching e del trekking in biciclettta.
La penisola di Neringa si trova sulla Via Baltica dell'Ambra che da Kaliningrad prosegue lungo la costa lituana fino in Lettonia. La resina fossile dell'ambra ha costituito fin dall'antichità una delle merci di scambio più preziose con Greci e Romani e, in epoche successive, con l'Impero Russo, l’area del Bosforo, e i regni d'Europa. Nella città balneare di Palanga (il centro più affollato del litorale lituano a nord di Neringa) pullulano caffè, ristoranti, taverne, bar, locali notturni e spiagge di sabbia bianchissima. Qui si trovano anche il Parco Botanico progettato da Eduardo André, che va ad incorniciare il bellissimo Palazzo Tiškevičiai, sede del Museo dell’Ambra, pietra simbolo della Lituania. Al suo interno è possibile ammirare la più grande collezione a livello mondiale di ambra con insetti fossili incastonati all'interno.
Passando da questi luoghi si ha letterale la percezione della massiva presenza della natura in Lituania: un terzo del paese è ricoperto da grandi boschi in cui scorrono centinaia di fiumi e brillano migliaia di laghi. E in cui la Penisola di Curlandia appare come la perla più preziosa e fragile di un diadema che merita l’attenzione “sostenibile” dei viaggiatori e dei cittadini europei, nella speranza che le Bandiere Blu continuino a sventolare anche in futuro da queste parti.
Lettonia
Il Palazzo Rundale
Passato il confine tra Lituania e Lettonia, 70 km circa a sud di Riga, vale la pena fare una sosta nei pressi di Bauska nella pianura di Zemgale per scoprire uno dei tesori più opulenti di tutta la Lettonia: il Palazzo Rundale (Rundales Pils), la residenza estiva dei duchi di Curlandia, circondata da un magnifico parco con giardino alla francese. Basta fare un nome per capacitarsi del capolavoro architettonico che si ha di fronte, ed è quello di Bartolomeo Rastrelli, lo stesso architetto che ha reso magnifica San Pietroburgo, per intendersi. Quello che ad oggi è il maggiore esempio di arte barocca e rococò in tutti i Paesi Baltici, venne costruito tra il 1736 e il 1740 come residenza estiva del duca di Curlandia Ernst Johann Biron.
La sua sontuosità si dipana in ben 138 stanze sparse su soli due piani ed ha richiesto il lavoro d’equipe di oltre 1000 operai e artigiani. Per accedervi bisogna percorrere un grande viale fiancheggiato dalle scuderie semicircolari. All’ingresso si ha immediatamente sentore della ricchezza contenuta nel palazzo trovandosi a tu per tu con le sculture in legno eseguite da Nicolas Soeffrens, artista al servizio della corte dello Zar Pietro I. Il palazzo è un vero scrigno di opere d’arte, di quadri, sculture e arredi tra scale, gallerie, pianerottoli fastosamente decorati. Di particolare suggestione le sale del primo piano che custodiscono quadri fiamminghi e spagnoli del Seicento e del Settecento.
Riga
Quella che oggi è una meta emergente per viaggi low cost in Europa, è stata per secoli il fulcro strategico di traffici dall'est all'ovest. Riga e la sua storia, nella quale confluiscono non pochi eventi drammatici a colpi di guerre, assedi ed armistizi, sono in grado di far ricordare e al tempo stesso dimenticare al visitatore di quanta sofferenza è fatta la voce di un popolo che ha avuto nelle sue corde il timbro delle dominazioni straniere. Capitale della Lettonia, un tempo città anseatica, poi svedese e russa, Riga non si riassume facilmente e agli occhi di qualsiasi viaggiatore un po’ più scaltro può di certo apparire uno strano mix di etnie e culture dove convergono anche i culti luterano, cattolico e ortodosso, un amalgama che alla fine però convince e stupisce.
Perché dentro questo mosaico di fedi e linguaggi differenti ci finiscono opere d’arte che trovano spazio in ben 150 e oltre monumenti architettonici, e un centro storico che si è guadagnato l’iscrizione alla lista dei patrimoni mondiali UNESCO; e ci finiscono anche espressioni culturali di una vivacità impareggiabile, come è facile intuire, e che sfociano in eventi interculturali in grado di radunare migliaia di partecipanti da ogni parte del mondo (pensiamo all'evento del Festival della canzone e del ballo popolari, ad esempio, che si tiene ogni 4 anni sin dal 1873). Del suo passato conviene ricordare anche che tra il XVII e XVIII secolo, periodo in cui la Livonia (l’attuale Lettonia settentrionale) apparteneva al Regno di Svezia, Riga era la città svedese più grande, persino della capitale Stoccolma e che più tardi, nel XIX secolo durante il dominio russo, la città svolgeva il ruolo cruciale di “finestra ad ovest” per l’impero russo.
Oggi a colpire maggiormente chi visita la città (che è la più grande città dei Paesi Baltici tra l’altro), oltre la sua fin troppo nota vivacità notturna, è la preziosa architettura che risplende nella città vecchia (Vecrīga), ovvero il centro storico adagiato sulla destra del fiume Daugava. Le tracce delle origini medievali di Riga si compiacciono di condividere lo spazio con alcune delle migliori espressioni di stile liberty in Europa che rispecchiano le influenze dell’architettura tedesca, austriaca e finlandese assorbite dalla città lettone. La zona medievale vera e propria si sviluppa intorno alla Chiesa luterana di San Pietro, uno dei più antichi esempi di chiesa medievale del Baltico con un campanile di 123 metri. Un ascensore consente di salire sulla guglia della chiesa e di godere di una bella vista sul Daugava e sui quartieri limitrofi. Ai suoi piedi si estendono file di tetti ocra e le vestigia di antiche mura: è la via Torna iela a seguire il tracciato delle mura, con il vecchio arsenale e le caserme trasformate in case private, di fronte alla Porta svedese, l’unica porta rimasta della città antica.
L'altra importante area del centro medievale della città è quella attorno al Duomo di Riga (Doma baznīca) dedicato a Santa Maria, nell'omonima piazza (Doma Laukums) che, durante la bella stagione, accoglie sedie e tavolini per favorire piacevoli soste davanti al via vai cittadino tra i tanti caffè, bar e terrazze aperte che ben si addicono a questa “Parigi del Baltico”. Il Duomo è la più grande chiesa della Lettonia e, al suo interno, conserva due vanti nazionali: il chiostro e il famoso organo costruito tra il 1882 e il 1883 dalla fabbrica tedesca E. F. Walcker & Sons, inaugurato il 31 gennaio del 1884 e divenuto all'epoca il più grande e moderno organo al mondo. L’edificio della cattedrale ostenta diversi stili che vanno dal gotico al barocco. Imboccando la via Pils Iela da piazza del Duomo si raggiunge il Castello, altro simbolo della capitale lettone, in passato sede dei Cavalieri Portaspada dell’Ordine Teutonico e ora sede della Presidenza della Repubblica nonché cornice ospitante tre musei. La fortificazione trecentesca, distrutta intorno alla metà del Seicento durante le irruzioni degli svedesi, è stata interamente ricostruita.
Nella città vecchia convergono altri monumenti di notevole interesse, visibili camminando a piedi, a poca distanza l’uno dall'altro, alcuni davvero singolari per poter passare inosservati, come, ad esempio, la ex chiesa di San Giorgio (1204), il più vecchio edificio in pietra della città, denominata il palazzo della pietra bianca, nonché la Chiesa luterana di San Giovanni e l’edificio al numero 17 di Maza Pils iela, che insieme alle due case adiacenti è conosciuto come i Tre Fratelli.
E a proposito di “case”, un’altra interessante struttura in stile gotico con facciata rinascimentale/barocca è quella che si trova tra la piazza della Chiesa di San Pietro e quella del Municipio (Rātslaukums), nota ora come la Casa delle Teste Nere (Melngalvju nams), un tempo come la Nuova Casa della Grande Corporazione. La corporazione in questione era quella di mercanti e capitani di navi della città della lega Anseatica che avevano scelto il moro San Maurizio (da cui il nome “teste nere”) come loro patrono.
Il volto più moderno di Riga, quella che è conosciuta anche come la “metropoli del liberty” lo si può scoprire passeggiando lungo la Alberta Iela, la via del vescovo Albert, o la Elizabetes iela, nel cuore del quartiere delle ambasciate, pieno di palazzi quasi tutti progettati da Mikhail Eisenstein, padre del famoso cineasta russo, nonché caposcuola del gusto Art Nouveau (Jugendstil in tedesco). Qui, tra balconcini finemente rifiniti, sculture femminili e figure grottesche, intrecci decorativi avvinghiati su facciate e ringhiere, è l’esplosione del gusto floreale ad avere la meglio. Il punto di riferimento principale in questa zona è il monumento alla Libertà (Brīvības piemineklis) che si trova sulla strada principale Brīvības iela. Eretto nel 1935 è il simbolo dell’indipendenza della Lettonia con le sue tre stelle ben visibili a grande distanza.
La Riga moderna che pulsa con i ritmi di una metropoli che vive oltre e nonostante il turismo, è ben visibile avventurandosi senza fretta nel mercato centrale coperto ricavato dai cinque vecchi hangar dei dirigibili tedeschi Zeppelin rimontati qui negli anni Trenta, vicino alla stazione degli autobus e a quella ferroviaria. E’ questo un luogo ancora poco turistico, che vale la pena scoprire per mimetizzarsi con la gente del posto e magari fare spese alimentari di prodotti tipici: dal pane di segale al miele, semi e spezie vendute a peso come richiede la più autentica ritualità dei bazar alimentari “di strada”.
Estonia
Tallinn
Soprannominata la Praga del Nord, Tallinn è la città anseatica più settentrionale d’Europa e, malgrado le poche attenzioni fin’ora riservatele, la splendida città baltica sta diventando una capitale del turismo e del divertimento giovanile con accenti da non sottovalutare, perché non ha proprio nulla da invidiare a città di conclamata fama come Amsterdam o Londra, ad esempio.
Il collage architettonico di varie epoche spicca non meno della “modernizzazione” frenetica che imperversa a colpi di Internet e cellulari: la tecnologia non fa parte della storia di qualcun altro, nemmeno qui, in Estonia, il paese che ha vissuto per anni e anni ai bordi della Scandinavia, in attesa del Risveglio nazionale (che ha avuto inizio solo a metà del XIX secolo) e di una indipendenza che ha tardato ad arrivare, se si pensa che è datata 1991. Recuperare il tempo perduto, viene spontaneo pensare, e forse nel suo intimo Tallin non si sottrae a questa interpretazione, perché è una città che continua a correre, a trasformarsi, senza tregua e con pochi limiti. La nuova city, il volto più schietto della Tallinn anni Novanta, sorge appena fuori del centro storico, con i grattacieli, gli uffici e i centri commerciali che dettano le regole dell’assetto urbanistico.
Il nucleo antico, quello della Lega Anseatica per intenderci (1248), sopravvive altero a tanto spasmo metamorfico, arroccato tra mura, palazzi d’epoca e chiese, a formare quel patrimonio architettonico che ha nome Città Vecchia (Vanalinn) e che compare nell'elenco del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco come la città meglio conservata del nord Europa. La cittadella della storia tiene il passo alla metropoli dell’avanguardia tecnologica e i 700 punti Internet pubblici convivono con scorci medievali e altrettanti musei e gallerie d’arte, meritevoli di essere conosciuti.
Percorrendo i vicoli acciottolati della città vecchia si sale fino in cima alla collina di Toompea, uno dei punti panoramici più apprezzati della città, con vista sui tetti aguzzi e viottoli sottostanti, ma anche, in un bel colpo d’occhio, sui grattacieli della città nuova e sul mare. Passeggiando tra i vicoli del centro storico, ci si imbatte nei principali punti di interesse: dalla Piazza del Municipio (Raekoja Plats) con il Palazzo comunale gotico, alle chiese dello Spirito Santo, di Sant’Olaf e di San Nicola, dalla via Pikk (via lunga) con i palazzi dei mercanti, delle confraternite e delle Gilde (le corporazioni medievali), alle mura, bastioni e torri che disegnano un quadro alquanto eloquente della Tallin vecchio stampo.
Da Toompea alla città bassa (altro nome della Vanalinn) o viceversa, si può scegliere il tragitto preferito senza perdere di vista nulla del ricco patrimonio che sopravvive nella città vecchia. La collina di Toompea si trova a circa 48 metri di altitudine e l’epopea nazionale la identifica come la tomba dell’eroe Kalev. La rocca fu conquistata nel 1219 dal re danese Waldemar II e Toompea rimase, da quel momento in poi, per secoli, la sede del potere straniero (i danesi prima, l’Ordine Teutonico, gli svedesi e i governatori russi dopo). Oggi, invece, Toompea è il centro dello stato, qui hanno sede, infatti, il Parlamento (Riigikogu) e il governo dell’Estonia.
La storia di Tallinn (e Toompea) è fatta di un continuo susseguirsi di influenze provenienti da diverse dominazioni. Nel XIII secolo l’Ordine dei Portaspada fece costruire sopra Toompea una rocca di pietra, detta rocca minore. Dopo che i danesi lasciarono l’Estonia, cominciarono i lavori di ristrutturazione della rocca, ed è solo l’inizio di altri interventi e modifiche successive che, di volta in volta, modificavano il ruolo e l’aspetto della struttura (difensivo, amministrativo, cortigiano e, infine, parlamentare). Dal 2000 tutto il complesso del castello è usato dal parlamento: sulla facciata sopra l’entrata principale è visibile lo stemma estone, tre leoni in mezzo ad una ghirlanda di quercia.
Da vedere, in questa roccaforte che domina la città bassa, è anche la magnifica cattedrale russo ortodossa Alexander Nevskij, sulla Lossi plats (Piazza del Castello). Progettata dall'architetto Preobrazhenski e completata nel 1900, la chiesa è il simbolo della politica di russificazione degli ultimi Zar. Nella sua torre spicca la più grande campana d’Estonia, con i suoi 3 metri di altezza e 15 tonnellate di peso. Come la collina di Toompea sia diventata nel tempo una elegante enclave per nobili, è testimoniato dal Palazzo dell’assemblea della nobiltà e dalla via Kothu dove è visibile tutta una serie di palazzi nobiliari (per lo più nello stile del classicismo del XIX secolo), utilizzati come residenze per l’inverno per godere la vita dell’alta società. Procedendo sulla via Kothu si arriva a un punto panoramico che offre una veduta sul porto, sul Golfo di Tallin e Pirita e sulle torri della città bassa.
Una sorta di congiunzione tra Toompea e la città bassa è costituita dalla via Pikk Jalg (la Gamba Lunga) che era nel medioevo la via principale della città, percorsa da cavalli, carretti e carrozze. Dati i non buoni rapporti tra le due città (quella alta e quella bassa), nel XV secolo fu eretta una cinta muraria che doveva proteggere dagli attacchi ostili dalle vie della città. Procedendo, bisogna dunque oltrepassare la cinta muraria che tanto caratterizza il nucleo storico di Tallin, e che spicca come un sistema di fortificazione tra i più avanzati d’Europa. L’intera cinta muraria era lunga 2,35 km e, lungo le mura, c’erano più di 40 torri. Oggi sono stati conservati 1,85 km di mura e 26 torri. Seguendo la cinta muraria si fa una sorta di balzo indietro nel tempo, costeggiando la zona delle abitazioni medioevali dei cittadini, palazzi in pietra con le tipiche facciate strette. Oggi è possibile identificare i pochi palazzi che non furono ricostruiti dal fatto che hanno ai piani superiori sportelli per le merci al posto di finestre.
La lunga via Pikk è costellata di segni del passato e di monumenti storici: dagli edifici delle Gilde (la Gilda di Sant'Olaf, la Gilda di San Canuto, la Gilda Maggiore e la Confraternita delle Teste Nere) fino alla Grande Porta del Litorale e la Torre Margareeta la Grassa. La Gilda Maggiore, in particolare, al civico 20 della via, era l’unione dei più importanti e benestanti mercanti della città. Il palazzo fu completato nel 1410 ed oggi è sede del Museo di storia estone. Punto focale della città vecchia è la Chiesa di Sant'Olaf che vale come a Parigi la Torre Eiffel. In particolare, è al suo campanile che bisogna accedere per ammirare dall'alto la città, benché oggi la sua altezza sia di molto inferiore dell’origine, dal momento che è stato colpito e bruciato da fulmini per ben 10 volte. Prima di ciò era considerata la torre più alta del mondo, primato detenuto fino al 1625 grazie ai suoi 159 metri, ridotti oggi a 123,7.
Sulla Raekoja Plats si trovano due interessanti attrazioni, il Municipio e la Farmacia Municipale con il Passaggio del Pane. Il Municipio risale al XIII secolo, benché sia stato ricostruito nei primi anni del XV con l’aggiunta della guglia in stile rinascimentale e delle due grondaie a forma di testa di drago. Il Palazzo comunale spicca come perla dell’originale scuola gotica di Tallin: si tratta dell’unico palazzo comunale in stile gotico dell’Europa settentrionale. La Farmacia Municipale è una delle due farmacie più vecchie ancora attive in Europa (l’altra si trova a Dubrovnik, in Croazia), datata 1422. Certo oggi non è più possibile comprare il sangue di gatto nero o le zampe di rana secca, però ci si può accontentare del vino speziato storico di nome Klarett (Chiaretto), prodotto ancora secondo la ricetta medioevale. Nel Passaggio del Pane offrivano i loro prodotti i migliori panettieri della città.
Al termine della via sorge la splendida chiesa del Santo Spirito, costruita nel XIV secolo con la duplice funzione di chiesa dell’ospizio e cappella per il municipio. Dopo la riforma protestante divenne la chiesa della comunità estone. Spiccano l’orologio costruito nel XV secolo dal maestro Christian Ackermann e l’altare dello stesso periodo, opera del maestro Bernt Notke. Un’altra chiesa importante del nucleo storico cittadino, ubicata in via Niguliste 3, è quella dedicata a San Nicola, tipica chiesa mercantile dei paesi che si affacciano sul Mar Baltico. Originariamente chiesa in pietra del XIII secolo in stile tardo-gotico, è stata ricostruita dal XV secolo come basilica. Fu l’unica chiesa ad essere risparmiata dall'iconoclastia, ma fu gravemente danneggiata dall'attacco aereo dell’armata sovietica nel 1944. Oggi è insieme museo d’arte e sala concerti per eventi di musica classica. Notevoli, al suo interno, sono l’altare maggiore del 1481 e il frammento di Danza Macabra risalente alla fine del XV secolo, opera del maestro di Lubecca Bernt Notke, lo stesso della chiesa del Santo Spirito.
Il Parco di Lahemaa
Con circa un’ora di macchina da Tallin si può fare un’escursione al Parco Nazionale di Lahemaa, situato sulla costa del Mar Baltico nella parte settentrionale dell'Estonia, che spicca come il più esteso del paese. Un servizio di autobus collega regolarmente Tallinn e Viitna, che si trova nella parte sud-orientale del parco. Ad essere esposto qui, in una profusione di fiumi, scogliere, cascate e laghi, spiagge, sentieri e boschi coperti di muschio, è un ricco patrimonio naturalistico, degno dei più ispirati romanzi di Jane Austen.
Le aree principali sono la Riserva Koljaku-Oandu e di Vainupea a nord est del parco e la Riserva Laukasoo, che ospita la palude risalente a 7000 anni fa, nella parte centrale del parco. Lungo il frastagliato litorale una serie di percorsi panoramici che seguono il tracciato delle vecchie strade sono ideali per effettuare escursioni alla scoperta delle penisole e baie sul Golfo di Finlandia, con soste in piccoli villaggi dalle case di legno, incastonate come gioielli tra il mare e la foresta.
Tra i pezzi forti del parco, dopo le oltre 200 specie di uccelli e le quasi 900 specie di piante, si annovera la restaurata casa padronale di Palmse, residenza barocca del XVIII secolo aperta al pubblico per un viaggio d’epoca da veri storici antiquari, e la suggestiva tenuta nobiliare di Sagadi, anch’essa perfettamente restaurata. Di sicuro, tra questi spazi verdi e incontaminati, si respira un’aria molto diversa da quella della capitale baltica notturna, ed è il linguaggio della quiete a proferire le ultime parole. E sembra recuperarle da un antico detto locale che, a dispetto delle ultime avanguardie metropolitane nottambule e trasgressive, invita a suggestioni diurne che hanno nel richiamo della natura il loro esito più spontaneo: “se esce il sole, devi uscire pure tu”.
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