Senegal, i mille colori dell'Africa nera
Francesi, tedeschi, olandesi e belgi ne hanno fatto già da tempo una meta privilegiata per le loro vacanze africane. Per gli italiani invece il Senegal è ancora in gran parte da scoprire, eppure ci troviamo di fronte ad un paese a sole sei ore di volo dall'Italia in grado di offrire parecchio in campo turistico. Anzitutto si tratta di una delle nazioni politicamente più stabili di tutta l'Africa, con una discreta rete stradale e confortevoli alberghi soprattutto lungo la costa, abitata da una popolazione cordiale e ospitale, con la quale risulta facile comunicare in francese (una delle lingue nazionali), fiera dei propri retaggi e delle proprie tradizioni così bene espressi da quel grande statista e poeta che è stato Léopold Sédar Senghor, cantore della negritudine. Un paese dove si respira ancora un'aria di autentica Africa.
Testo e foto di Anna Maria Arnesano e Giulio Badini
Il Senegal ha vissuto una lunga storia coloniale a partire dalla metà del 1400, con i primi insediamenti portoghesi, ai quali subentrarono in seguito olandesi, inglesi e francesi; dal 1895 fu colonia della Francia, la prima dove venne concessa agli abitanti la cittadinanza francese, fino all'indipendenza nel 1960. Alla presenza europea si deve il discreto livello di scolarizzazione e una cultura radicata che si estrinseca in vari settori, dalla letteratura alla musica, dal cinema all'artigianato di pregio. Il paese si presenta come un vero caleidoscopio etnico: sono una ventina le diverse etnie che lo compongono, ciascuna con i propri caratteri somatici, la lingua, le origini, le tradizioni, la religione; le lingue ufficiali sono ben sei, oltre al francese.
Ma a qualsiasi etnia appartengano, uomini e donne vestono tutti il grande buobou, un lungo vestito di cotone dai colori sgargianti e ricco di ricami. E nessuna donna elegante uscirebbe mai di casa senza indossare i suoi numerosi gioielli, magistralmente evidenziati dalla pelle nera. Ufficialmente la stragrande maggioranza della popolazione è di religione islamica; in realtà quasi tutti seguono le innumerevoli religioni animistiche tribali, assai radicate soprattutto nelle zone rurali. Ogni senegalese possiede infatti, ostentatamente al collo oppure segretamente in tasca, almeno un gri-gri, un imprescindibile talismano porta fortuna.
Il Senegal, dalla capitale al più sperduto villaggio animista dell'interno, offre al turista i colori più vivaci e genuini dell'Africa nera. Il meglio si può captare nei mercatini presenti dappertutto, dove si possono acquistare a buon prezzo anche i prodotti dell'artigianato tradizionale: statue e maschere di legno, gioielli in oro e argento, pietre dure, cesterie, stoffe, conchiglie, monili d'avorio, vasellame, pelletterie e curiosi quadri formati da ventitré tipi differenti di sabbia locale.
La sua posizione geografica offre una notevole gamma di ambienti assai diversi tra loro: nel nord-est le ultime propaggini del deserto sabbioso mauritano, il Sahel, più sotto l'ampia steppa del Ferlo, al centro un'enorme savana pianeggiante, nel sud rigogliose foreste che anticipano quelle della confinante Guinea. I settecento chilometri di costa atlantica sono formati da una sequenza di spaziose spiagge con sabbia finissima e candida, ombreggiate da palme, interrotte solo dallo sperone vulcanico del promontorio di Capo Verde, dove si trova la capitale Dakar, e dalle spaziose foci dei fiumi Senegal a nord, Sine Saloum al centro e Casamance a sud. Questi fiumi costituiscono una vera curiosità: a causa della loro scarsa portata, l'acqua dell'oceano li risale in profondità, trasformandoli in corsi d'acqua salata sottoposti alle maree e consentendo la presenza di porti anche a notevole distanza dalla costa. Le loro foci a delta sono dei veri labirinti di canali grandi e piccoli tra una miriade di isole e isolette, formate spesso da ammassi di conchiglie e ricoperte da mangrovie.
Le spiagge, e in particolare quelle della Petite Cote e della Casamance, costituiscono la meta primaria per il turista, anche per il fatto che vi si accentra il maggior numero di alberghi e villaggi, in genere modernissimi e di ottimo comfort. Sulla costa, inoltre, il clima offre il meglio rispetto alle zone interne: da novembre a giugno sole garantito e calore attenuato da una piacevole brezza marina; negli altri mesi il clima non varia sensibilmente, ma intervengono le piogge che guastano la tintarella e rendono impraticabili parecchie piste. Le spiagge, grazie ad un mare pescoso e tranquillo, costituiscono un elemento fondamentale anche per l'economia: non a caso un elevato numero di senegalesi trova il proprio sostentamento nella pesca e il piatto nazionale è composto da riso e pesce.
Oltre all'elegante capitale Dakar con i suoi spaziosi viali, non mancano le mete turistiche, a cominciare dall'antica capitale Saint-Louis, ubicata su un'isola del fiume Senegal nell'estremo nord, al confine con la Mauritania: una graziosa cittadina dalla bella architettura coloniale del 1800, protetta per questo dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, il cui centro storico si visita in calesse. Poco distante si estende la Langue de Barbarie, una penisola circondata da distese di sabbia e acquitrini che ospita una delle maggiori concentrazioni di uccelli di tutto il continente. Oltre le dune del suggestivo lago Retba (Lac Rose) si stende una spiaggia infinita, tradizionale punto di arrivo della famosa maratona auto-moto-camionistica della Parigi-Dakar.
A sud della capitale si sviluppano invece le belle spiagge di Saly e della Petite Cote, regno della pesca d'altura e del surf, che fanno la pariglia con quelle dell'estrema regione meridionale della Casamance, al confine con la Guinea, regione verdissima e ricca d'acqua dalla prospera agricoltura. Le spiagge attorno a Cap Skirring sono considerate tra le più belle dell'Africa occidentale, e volendo si può giocare a golf sotto le palme, tra alte dune e le onde dell'oceano.
Discorso a parte merita la minuscola isola di Gorèe, a mezzora di barca dalla capitale. Deve la sua fama al fatto di essere stata, nel 1481, il primo approdo europeo, e ancora di più al fatto di essere stata per secoli uno dei maggiori epicentri africani per il traffico degli schiavi. Su quest'isola vulcanica di basalto che non arriva al chilometro di lunghezza si calcola che tra il 1526 e il 1848 siano transitati non meno di dieci milioni di uomini e di donne razziati nell'interno, in attesa di venire caricati sulle navi negriere per essere trasportati verso le Americhe, in un triste viaggio senza ritorno.
L'isola, che fu anche capitale del paese per soli due anni tra il 1785 e il 1787, presenta una pregevole architettura coloniale del 1700, con edifici pubblici e privati di pietra nera locale dotati di soffitti alti, loggiati, gallerie, balconate con balaustre di legno e terrazze piastrellate. Dispone di due antichi forti, di tre interessanti musei e di alcuni atelier d'arte, ma i turisti che vi sbarcano numerosi cercano subito la Casa degli Schiavi, modesta dimora di un negriero che ospitò per secoli, letteralmente accatastati in minuscole e umide celle sotterranee, tanti sventurati in attesa del loro ultimo viaggio. La Casa, oggi trasformata in museo, è dal 1978 protetta dall'Unesco come luogo della memoria per l'umanità.
La natura costituisce un altro buon motivo per visitare questo paese. Il parco nazionale di Niokolo-Koba, nel sud-est, uno dei più estesi del continente, è considerato una delle maggiori riserve di mammiferi dell'Africa occidentale. Con i suoi novecento mila ettari di savane e foreste offre asilo ad elefanti, leoni, linci, sciacalli, iene, leopardi, ippopotami, coccodrilli, bufali, antilopi, scimmie, rettili e a trecento specie diverse di uccelli. Il vero paradiso degli uccelli, soprattutto acquatici, è però dato dai cinque parchi costieri, distribuiti dall'estremo nord a quello sud, nei quali si possono incontrare volatili a iosa, dagli aironi ai fenicotteri e alle cicogne. La natura non risulta tuttavia confinata solo nelle aree protette: in un paese dove enormi estensioni non hanno ancora subito modifiche da parte dell'uomo, si possono fare ovunque incontri interessanti, come i termitai giganti o i possenti alberi di ceibe dalle radici tabulari e i baobab.
Una menzione merita comunque il lago Retba, poco a nord di Dakar: si tratta di un vasto lago retrodunale, salatissimo e poco profondo, con le acque di un incredibile color rosa intenso per la presenza di microrganismi. E il cromatismo viene aumentato dagli abiti variopinti dei salinai, uomini e donne intenti ad estrarne il cloruro di sodio, con metodi manuali decisamente primitivi.
Per concludere, una curiosità geografica. Entro i confini del Senegal si sviluppa un'altra nazione autonoma, il Gambia. Si tratta di una stretta lingua di terra, larga da 48 a 24 chilometri, che dalla costa si spinge verso l'interno per 320 chilometri sulle due sponde del fiume omonimo; il più piccolo, e tra i più poveri, degli stati africani, una enclave di lingua inglese in un territorio totalmente francofono, tanto povero da non possedere alcun ponte per varcare il fiume. Forse proprio per questi motivi sono finora risultati vani tutti i tentativi compiuti per arrivare ad una federazione tra i due stati. Sta di fatto che per andare via terra dalla capitale fino alla Casamance occorre varcare due frontiere, passaporto alla mano.
Informazioni utili
Ma a qualsiasi etnia appartengano, uomini e donne vestono tutti il grande buobou, un lungo vestito di cotone dai colori sgargianti e ricco di ricami. E nessuna donna elegante uscirebbe mai di casa senza indossare i suoi numerosi gioielli, magistralmente evidenziati dalla pelle nera. Ufficialmente la stragrande maggioranza della popolazione è di religione islamica; in realtà quasi tutti seguono le innumerevoli religioni animistiche tribali, assai radicate soprattutto nelle zone rurali. Ogni senegalese possiede infatti, ostentatamente al collo oppure segretamente in tasca, almeno un gri-gri, un imprescindibile talismano porta fortuna.
Il Senegal, dalla capitale al più sperduto villaggio animista dell'interno, offre al turista i colori più vivaci e genuini dell'Africa nera. Il meglio si può captare nei mercatini presenti dappertutto, dove si possono acquistare a buon prezzo anche i prodotti dell'artigianato tradizionale: statue e maschere di legno, gioielli in oro e argento, pietre dure, cesterie, stoffe, conchiglie, monili d'avorio, vasellame, pelletterie e curiosi quadri formati da ventitré tipi differenti di sabbia locale.
La sua posizione geografica offre una notevole gamma di ambienti assai diversi tra loro: nel nord-est le ultime propaggini del deserto sabbioso mauritano, il Sahel, più sotto l'ampia steppa del Ferlo, al centro un'enorme savana pianeggiante, nel sud rigogliose foreste che anticipano quelle della confinante Guinea. I settecento chilometri di costa atlantica sono formati da una sequenza di spaziose spiagge con sabbia finissima e candida, ombreggiate da palme, interrotte solo dallo sperone vulcanico del promontorio di Capo Verde, dove si trova la capitale Dakar, e dalle spaziose foci dei fiumi Senegal a nord, Sine Saloum al centro e Casamance a sud. Questi fiumi costituiscono una vera curiosità: a causa della loro scarsa portata, l'acqua dell'oceano li risale in profondità, trasformandoli in corsi d'acqua salata sottoposti alle maree e consentendo la presenza di porti anche a notevole distanza dalla costa. Le loro foci a delta sono dei veri labirinti di canali grandi e piccoli tra una miriade di isole e isolette, formate spesso da ammassi di conchiglie e ricoperte da mangrovie.
Le spiagge, e in particolare quelle della Petite Cote e della Casamance, costituiscono la meta primaria per il turista, anche per il fatto che vi si accentra il maggior numero di alberghi e villaggi, in genere modernissimi e di ottimo comfort. Sulla costa, inoltre, il clima offre il meglio rispetto alle zone interne: da novembre a giugno sole garantito e calore attenuato da una piacevole brezza marina; negli altri mesi il clima non varia sensibilmente, ma intervengono le piogge che guastano la tintarella e rendono impraticabili parecchie piste. Le spiagge, grazie ad un mare pescoso e tranquillo, costituiscono un elemento fondamentale anche per l'economia: non a caso un elevato numero di senegalesi trova il proprio sostentamento nella pesca e il piatto nazionale è composto da riso e pesce.
Oltre all'elegante capitale Dakar con i suoi spaziosi viali, non mancano le mete turistiche, a cominciare dall'antica capitale Saint-Louis, ubicata su un'isola del fiume Senegal nell'estremo nord, al confine con la Mauritania: una graziosa cittadina dalla bella architettura coloniale del 1800, protetta per questo dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, il cui centro storico si visita in calesse. Poco distante si estende la Langue de Barbarie, una penisola circondata da distese di sabbia e acquitrini che ospita una delle maggiori concentrazioni di uccelli di tutto il continente. Oltre le dune del suggestivo lago Retba (Lac Rose) si stende una spiaggia infinita, tradizionale punto di arrivo della famosa maratona auto-moto-camionistica della Parigi-Dakar.
A sud della capitale si sviluppano invece le belle spiagge di Saly e della Petite Cote, regno della pesca d'altura e del surf, che fanno la pariglia con quelle dell'estrema regione meridionale della Casamance, al confine con la Guinea, regione verdissima e ricca d'acqua dalla prospera agricoltura. Le spiagge attorno a Cap Skirring sono considerate tra le più belle dell'Africa occidentale, e volendo si può giocare a golf sotto le palme, tra alte dune e le onde dell'oceano.
Discorso a parte merita la minuscola isola di Gorèe, a mezzora di barca dalla capitale. Deve la sua fama al fatto di essere stata, nel 1481, il primo approdo europeo, e ancora di più al fatto di essere stata per secoli uno dei maggiori epicentri africani per il traffico degli schiavi. Su quest'isola vulcanica di basalto che non arriva al chilometro di lunghezza si calcola che tra il 1526 e il 1848 siano transitati non meno di dieci milioni di uomini e di donne razziati nell'interno, in attesa di venire caricati sulle navi negriere per essere trasportati verso le Americhe, in un triste viaggio senza ritorno.
L'isola, che fu anche capitale del paese per soli due anni tra il 1785 e il 1787, presenta una pregevole architettura coloniale del 1700, con edifici pubblici e privati di pietra nera locale dotati di soffitti alti, loggiati, gallerie, balconate con balaustre di legno e terrazze piastrellate. Dispone di due antichi forti, di tre interessanti musei e di alcuni atelier d'arte, ma i turisti che vi sbarcano numerosi cercano subito la Casa degli Schiavi, modesta dimora di un negriero che ospitò per secoli, letteralmente accatastati in minuscole e umide celle sotterranee, tanti sventurati in attesa del loro ultimo viaggio. La Casa, oggi trasformata in museo, è dal 1978 protetta dall'Unesco come luogo della memoria per l'umanità.
La natura costituisce un altro buon motivo per visitare questo paese. Il parco nazionale di Niokolo-Koba, nel sud-est, uno dei più estesi del continente, è considerato una delle maggiori riserve di mammiferi dell'Africa occidentale. Con i suoi novecento mila ettari di savane e foreste offre asilo ad elefanti, leoni, linci, sciacalli, iene, leopardi, ippopotami, coccodrilli, bufali, antilopi, scimmie, rettili e a trecento specie diverse di uccelli. Il vero paradiso degli uccelli, soprattutto acquatici, è però dato dai cinque parchi costieri, distribuiti dall'estremo nord a quello sud, nei quali si possono incontrare volatili a iosa, dagli aironi ai fenicotteri e alle cicogne. La natura non risulta tuttavia confinata solo nelle aree protette: in un paese dove enormi estensioni non hanno ancora subito modifiche da parte dell'uomo, si possono fare ovunque incontri interessanti, come i termitai giganti o i possenti alberi di ceibe dalle radici tabulari e i baobab.
Una menzione merita comunque il lago Retba, poco a nord di Dakar: si tratta di un vasto lago retrodunale, salatissimo e poco profondo, con le acque di un incredibile color rosa intenso per la presenza di microrganismi. E il cromatismo viene aumentato dagli abiti variopinti dei salinai, uomini e donne intenti ad estrarne il cloruro di sodio, con metodi manuali decisamente primitivi.
Per concludere, una curiosità geografica. Entro i confini del Senegal si sviluppa un'altra nazione autonoma, il Gambia. Si tratta di una stretta lingua di terra, larga da 48 a 24 chilometri, che dalla costa si spinge verso l'interno per 320 chilometri sulle due sponde del fiume omonimo; il più piccolo, e tra i più poveri, degli stati africani, una enclave di lingua inglese in un territorio totalmente francofono, tanto povero da non possedere alcun ponte per varcare il fiume. Forse proprio per questi motivi sono finora risultati vani tutti i tentativi compiuti per arrivare ad una federazione tra i due stati. Sta di fatto che per andare via terra dalla capitale fino alla Casamance occorre varcare due frontiere, passaporto alla mano.
Informazioni utili
- Documenti e formalità per l'ingresso. Passaporto con validità di almeno 6 mesi dalla data di ingresso. Visto per soggiorni turistici necessario a partire dal 1 Luglio 2013.
- Lingua ufficiale il Francese, sono parlate anche diverse lingue indigene.
- La valuta locale è il Franco CFA, largamente accettato l'Euro.
- Fuso orario. 1 ora in meno rispetto all'Italia, 2 ore in meno quando nel nostro paese vige l’ora legale.
- Clima subtropicale con due stagioni principali: secca da novembre a maggio, umida da giugno ad ottobre con possibili intense precipitazioni soprattutto nelle regioni costiere e del sud.
- Permesso di guida. E' richiesta la Patente internazionale.