Toscana: Lucca e la Garfagnana
Da queste parti il paesaggio “tipico” della Toscana non c'è. Nessuna collina, ben pochi i cipressi. Quello che c'è, invece, e in misura davvero notevole è il verde. Di una tonalità quasi alpina. È il verde delle conifere che si specchiano in un lago, che si intravedono nella foschia del mattino e che odorano di funghi, a più riprese offerti lungo la via. Incastonata tra l'Appennino emiliano e le Alpi Apuane, la Garfagnana è una Toscana insolita, per molti versi sfuggente e lontana da quel turismo di massa che assale la vicina costa della Versilia e, poco più a sud, le più rinomate città d'arte.
Testo e foto di Cristiano Pinotti
Eppure questo spicchio di terra, con le sue strade tortuose e lunghe da percorrere a dispetto di un chilometraggio limitato, merita una visita che contempli lo spettacolo della natura, unito a notevoli spunti culturali, nel capoluogo soprattutto, ma anche in qualche centro minore, impegnato a contrastare l'avanzata di un “nuovo” che, come spesso accade, più che portare benessere, contribuisce a devastare il buono e il bello.
Lucca
Il nostro viaggio comincia a Lucca, nella patria di Puccini, una cittadina con vicoli stretti dominati da alte torri medioevali, bei palazzi del rinascimento e notevoli chiese di matrice romanica e gotica; il tutto racchiuso da una possente cortina di mura secentesche. Queste ultime, non solo rappresentano il biglietto da visita della città ma, cadenzate da undici torrioni collegati da ampie cortine, offrono oltre quattro chilometri di spettacolare passeggiata tra il verde e con la vista che spazia sull'intera città e il circostante contado.
All'interno delle mura si entra in una classica città di impronta romana, con le sue vie a scacchiera e, soprattutto, con la sua splendida piazza Anfiteatro. Qui, sulle strutture dell'arena romana risalente al II secolo, l'urbanistica medievale ha realizzato un autentico capolavoro. Le antiche basi dell'anfiteatro si sono infatti trasformate nelle fondazioni di case che hanno trasformato l'antico spazio scenico in un'enorme piazza, fino al 1830 utilizzata come orto.
Passeggiando per le gradevoli vie cittadine ci si trova spesso con il naso all'insù, a causa dei bei campanili a corredo delle tante chiese, ma soprattutto per le torri di epoca medioevale, che i più sportivi possono anche salire per godere di un insolito panorama sull'intera città. Tra le torri più interessanti: la Casa Guinigi, appartenuta a una ricca famiglia di mercanti, alta 44 metri e ingentilita da lecci secolari che crescono sulla sua sommità, e la cosiddetta Torre delle Ore, che dal Settecento ospita un prezioso orologio meccanico costruito da Louis Simon.
Gran parte della bellezza di Lucca è però costituita dai suoi edifici sacri: la Basilica di San Frediano, con il suo grande mosaico raffigurante l'Ascensione e con innumerevoli capolavori conservati tra le sue tre austere navate; la splendida San Michele in Foro, che presenta un armonioso connubio tra romanico e gotico, manifestato appieno nella bella facciata ingentilita da quattro ordini di loggette sormontate dalla statua di San Michele Arcangelo; ma soprattutto il grande duomo di San Martino, anch'esso riuscito mix di arte medioevale. Bellissima la facciata del XII secolo con colonnine, tarsie marmoree, portici, arcate che esprimono il meglio dell'arte decorativa e scultorea del basso medioevo. A fianco si erge l'alto campanile costruito nel 1060, fatta eccezione per gli ultimi due ordini di archi, aggiunti duecento anni più tardi.
Si può completare la visita della città con una passeggiata all'interno dei grandi e ben tenuti giardini del palazzo Moriconi Controni Pfanner risalente alla prima metà del Settecento. Il giardino, punteggiato di statue raffiguranti varie divinità romane, è il giusto preludio alla magnificenza degli interni, riccamente decorati e affrescati, che custodiscono una collezione di strumenti chirurgici dei primi del Novecento, appartenuti a Pietro Pfanner, illustre medico lucchese, divenuto anche sindaco della città.
La Garfagnana
Risaliamo verso nord seguendo il corso del Serchio. Poco distante, nei pressi dell'abitato di Borgo a Mozzano, sul fiume si allunga, con un ardito slancio, lo spettacolare Ponte del Diavolo. Si tratta di un bell'esempio di architettura medievale, purtroppo in parte deturpato dalla mano dell'uomo moderno che ha violentato la struttura a schiena d'asino per permettere il passaggio dell'attigua ferrovia. In ogni caso, il colpo d'occhio è davvero notevole e sono ben pochi i turisti che resistono alla tentazione di percorrere questo antico ponte che affonda i propri pilastri nel Serchio da circa settecento anni.
Un gioiellino circondato dalle sue mura medioevali interrotte da torrioni e aperture. Questo è Castiglione, che anche al suo interno conserva l'impianto urbanistico dell'età di mezzo, con il suo bel duomo romanico e uno spettacolare panorama sulla valle circostante. Castelnuovo è il vitale centro dell'intera vallata. Animato da un vivace mercato settimanale, si fa apprezzare per la sua Rocca Ariostesca e per la vicina rocca di Monte Alfonso.
Chi desidera scoprire la natura intrinseca della Garfagnana non può non mettere in programma un'escursione all'Orrido di Butrio, un'aspra e imponente gola calcarea scavata dallo scorrere del Rio Pelago, tra estese faggete che colorano le pendici del monte Rondinaio e delle Tre Potenze. In questo tempio della Natura, il cui accesso è regolato dal Corpo Forestale dello Stato, vivono lupi, lepri, caprioli, volpi, scoiattoli, varie specie di uccelli rapaci, oltre ad anfibi come rane, tritoni e salamandre.
Per accedere al percorso naturalistico è necessario recarsi presso il presidio della Forestale, lasciare un documento di identità e munirsi di apposito caschetto antinfortunistico. Dopo di che è possibile tuffarsi (verbo non usato in senso figurato, giacché alcuni passaggi impongono di bagnarsi almeno fino al ginocchio) in questo spettacolare percorso, facile e alla portata di qualsiasi famiglia che voglia trascorrere qualche ora a contatto con la natura.
Distesa nella Riserva Naturale dell'Orecchiella, dove la flora e la fauna appenninica hanno trovato un'oasi sicura dall'invadenza dell'uomo, la Fortezza delle Verrucole, recentemente restaurata, si staglia di imponente bellezza. Opera difensiva voluta dagli Estensi, offre un chiaro esempio di costruzione militare, priva di fronzoli signorili, ma dotata di un potente carattere che trapela da queste pietre, che oggi trovano nuova vitalità in frequenti manifestazioni e rievocazioni storiche.
Ultima tappa del nostro girovagare, il Lago di Gramolazzo ci attende come uno specchio d'acqua di autentica foggia alpina. C'è tutto: le montagne, un fitto bosco di conifere tutt'intorno, qualche isolato pescatore, nessun temerario bagnante a dispetto della balneabilità delle sue acque. Eppure c'è anche qualcosa di insolito. Le sue coste sono punteggiate di moderne sculture marmoree, bianchi tocchi d'autore che giocano con i sentimenti dell'uomo: mani che si intrecciano, corpi abbandonati, capelli di donna che fluttuano nel vento che, gelido, porta lontano pensieri rasserenati da questo placido verde.